Aggressioni e repressione uniti in un unica soluzione in quel di Cremona… ma per fortuna esiste ancora la rivolta esistenziale

Sabato 28 febbraio, la polizia ha fatto visita a tre compagni, notificando quattro denunce: per tutti tre i compagni vengono contestate le accuse di radunata sediziosa, articolo del codice penale proveniente dal Codice Rocco di epoca fascista, per la contestazione del 6 febbraio dell’anno scorso, riferita alla commemorazione delle Foibe da parte delle merde di Casa Pound, dove un gruppo di antifascisti contestarono i fascisti e subirono due cariche da parte della polizia. Ad uno dei tre compagni è stato anche notificato un surreale imbrattamento avvenuto in concorso con altri, contestandoli una scritta in solidarietà ai No Tav arrestati, ai detenuti in lotta nelle carceri e a chi si ribella in strada.

Questi atti repressivi avvengono in una città ancora segnata dall’aggressione squadrista ad Emilio, avvenuta il 18 gennaio scorso, da parte di alcuni fascisti di Casa Pound. Dopo quell’aggressione, un corteo antifascista rabbioso e gioioso ha risposto con un pomeriggio di rivolta ricordando a fascisti, autorità conniventi, uomini in divisa e cittadini indifferenti che quando toccano un compagno, toccano tutti noi. Non hanno pagato tutto, ma hanno pagato caro…

Oggi, queste denunce, entrano in un quadro più ampio di repressione: l’attacco agli spazi sociali cremonesi, gli arresti di Vivi e Aro (compagni di Cremona arrestati e che verranno processati con sentenza immediata fra due giorni, per i fatti di Formigine del 12 dicembre scorso per le cariche della polizia contro gli antifascisti durante una contro-manifestazione, in risposta al presidio vigliacco dei fascisti di Forza Nuova contro dei migranti ospitati in un albergo, scappati da paesi in guerra), la canea mediatica e la repressione annunciata per la rivolta del 24 gennaio, sono tutti fatti chiari di come si voglia mettere al bando e reprimere l’antifascismo nelle strade, nelle piazze, nel quotidiano e lo spirito di ribellione contro questa società in putrefazione.

Infine, la finta chiusura di Casa Pound nella sede di via Geromini ha lasciato di stucco solo quelli che credono alle fandonie continue del potere. Veramente qualcuno pensava che i complici dei fascisti cremonesi, cioè istituzioni, divise di ogni genere e chi regge il potere economico, potessero realmente chiudere il covo dei neofascisti del terzo millennio?
Questo sta ad indicare ancora di più che solo la lotta, individuale e collettiva, può chiudere Casa Pound a Cremona, senza delegare niente a nessuno!
Da Lecce a Formigine, passando tra Cremona e Trento, per arrivare a Roma, l’odio per i fascisti in camicia verde o nera riempe le strade…

E adesso? Metterci nella serena prospettiva che non ci sarà più ritorno alla normalità per abitare questa irreversibilità, ci sembra urgente e giusto.

Solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione!
Emilio resisti!

alcuni anarchici di Cremona