Il lavoro uccide

Dicevano che non ci sarebbero stati più morti sul lavoro, che il progresso, la tecnologia, la scienza avrebbero messo fine a una secolare mattanza che vede quotidianamente stragi infinite di operai nelle fabbriche della morte: nuove macchine, sicure e affidabili, avrebbero sostituito la manodopera sui luoghi di lavoro, riducendo al minimo gli incidenti e anzi "spostando" gli operai dai capannoni industriali agli uffici, dove il rischio di mortalità è praticamente nullo. Eppure ogni mattina vedo tram affollati di"italiani " e "stranieri" che se ne vanno a lavorare senza la certezza di potersene tornare a casa alla sera, vedo cantieri che aprono ovunque, vedo sempre e sempre più file di disoccupati e gente incazzata che ha voglia di gridare basta a questo sistema di merda…
Ieri a dare l’addio a questo mondo è toccato ad un giovane, un diciottenne, un mio compaesaneo, Michele. Ed è lì che ti incazzi di più: quando senti in quella scatola nera chiamata tv che CINQUE OPERAI CINQUE hanno perso la vita ti incazzi, vorresti spaccare il mondo e gridarglielo forte a quei politici di merda che fanno soldi sulla pelle della gente, ma alla fine te ne stai al tuo posto; quando però succede a qualcuno che conosci, qualcuno che bene o male incroci ogni giorno, quando a morire inaspettatamente è un ragazzo che fino al giorno prima abitava davanti a te, un ragazzo col quale non condividi nessuna idea politica ma che cazzo, AVEVA SOLO 18 ANNI, beh allora non ce la fai più, allora cresce in te non solo la rabbia, ma la consapevolezza che così non va, non va davvero.

da "L’Espresso": In fin di vita a diciotto anni per un incidente sul lavoro. La testa
spaccata, forse stritolata dal macchinario su cui stava lavorando, un
rullo lungo una quindicina di metri che serve a fabbricare cuscini.
Michele Matera, un operaio che vive con la famiglia a Montale
(Pistoia), è ricoverato in condizioni disperate nella terapia intensiva
neurochirurgica di Careggi. E´ arrivato al pronto soccorso con
l´elicottero del 118 intorno alle 15.30 di ieri dall´azienda Green Foam
di Vaiano, in provincia di Prato. Sono stati i suoi compagni di lavoro
a trovarlo a terra con la testa rotta vicino alla macchina e a chiamare
i soccorsi.
I tecnici della medicina del lavoro della Asl stanno
cercando di ricostruire l´incidente. La Green Foam è una ditta giovane,
occupa da appena un mese un grande magazzino in via degli Stampatori,
ai margini del paese. Il titolare è lo zio di Michele Matera, che è uno
dei tre dipendenti. Secondo i primi accertamenti i contratti sarebbero
tutti in regola. Nel grande magazzino c´è solo il macchinario per
produrre i cuscini, pure quello nuovo. Da un lato c´è un braccio
meccanico da cui esce poliuretano e finisce dentro a degli stampi, che
si chiudono per dare la forma del cuscino. Quegli stampi poi scorrono
lungo il rullo fino ad arrivare dall´altro capo del macchinario, dove
si riaprono lentamente e buttano fuori il prodotto, che viene imbustato
dal lavoratore. Una grata obbliga l´operaio a rimanere ad una distanza
di sicurezza dalle bocche che si aprono e si chiudono.
Bisogna
chiarire dove il giovane abbia sbattuto la testa, comunque contro una
parte del macchinario. Secondo una prima ricostruzione degli uomini
della Asl l´incidente potrebbe essere avvenuto proprio dove finisce la
lavorazione dei cuscini. Non si esclude l´ipotesi che Michele abbia
superato la grata e sia andato proprio di fronte alla bocca di uno
degli stampi, magari perché qualcosa era incastrato, e la testa sia
rimasta in mezzo e schiacciata. Ieri dall´azienda dicevano che
l´apertura e la chiusura di quelle bocche è molto lenta. Gli ispettori
della Asl spiegano che il corpo dell´operaio è stato trovato ad una
certa distanza dal macchinario. «La posizione potrebbe non essere
quella del momento dell´infortunio – dicono dalla sicurezza sul lavoro
– Può succedere perché spesso i colleghi per soccorrere il ferito lo
spostano. Vedremo, faremo altri approfondimenti». Dall´azienda
avrebbero detto di essersi accorti dell´incidente quando era già
avvenuto e il giovane si trovava a terra privo di sensi. La Asl,
intervenuta insieme ai carabinieri, dopo il primo sopralluogo ha messo
sotto sequestro il capannone, dove si tornerà oggi per fare altri
accertamenti volti a chiarire la dinamica ed eventuali responsabilità.
Dopo
un primo intervento dell´ambulanza della Misericordia di Vaiano, ieri
pomeriggio la centrale del 118 ha deciso di far arrivare l´elicottero
Pegaso, che ha trasportato il giovane infortunato a Careggi. Qui è
stato preso in carico dal pronto soccorso, dove sono arrivati i
neurochirurghi che hanno provato a ridurre i danni al cranio, rotto in
più punti. Poi, in serata si è deciso di trasportare il giovane nella
terapia intensiva neurochirurgica in un ultimo disperato tentativo di
salvarlo. Le sue condizioni sono gravissime.