Prigionieri Anarchici: Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia ai domiciliari!

In attesa di maggiori dettagli apprendiamo che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, in carcere dallo scorso 9 dicembre per l’attacco No Tav al cantiere di Chiomonte e recentemente prosciolti dall’accusa di terrorismo nella sentenza di primo grado, sono stati trasferiti ai domiciliari con tutte le restrizioni.

Liberta per tutti e tutte!
Francesco, Lucio e Graziano liberi!
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò nelle strade!

Sputa (sulle) sentenze

Da Finimondo:

Lo scorso 17 dicembre il Tribunale di Torino ha condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione i quattro sabotatori NoTav rei di aver partecipato, nella notte fra il 13 e il 14 maggio 2013, ad un assalto al cantiere di Chiomonte conclusosi con l’incendio di alcuni macchinari. Se il verdetto di condanna era scontato, dato che nel corso delle udienze i quattro compagni avevano apertamente rivendicato la loro responsabilità nei fatti, lo era assai di meno la sua entità. Il tribunale si sarebbe “limitato” a condannare il «danneggiamento aggravato, la violenza a pubblico ufficiale ed il porto d’arma da guerra» o avrebbe accolto anche l’aggravante di «terrorismo»? Ebbene, per questi giudici di Torino sabotare l’Alta Velocità – per lo meno in questo contesto – è sì un atto illegale da punire, ma non un atto di terrorismo. Continue reading

Prigionieri Anarchici: Azioni solidali

Rovereto – Attaccato centro Telecom in solidarietà con prigionier*

“Il giorno 13-12-2014 attaccato il centro Telecom di Rovereto. Spostate
le telecamere e posizionato gli ordigni incendiari in diversi punti. Le
compagnie telefoniche, oltre ai danni ambientali che creano, sono
soprattutto a fianco dello stato nel controllo e nella sicurezza.
Telecom in particolare è una delle responsabili della videoconferenza
imposta ai detenuti in Italia. In solidarietà a Adriano, Gianluca a cui
viene imposta la videoconferenza, a Maurizio Alfieri a cui l’hanno
imposta per l sue lotte in carcere, a Monica e Francisco e agli ultimi
arrestati del cosiddetto ” caso Pandora”. Un saluto agli 11 arrestati a
Barcellona. Ad Alfredo e a Nicola per essersi rivendicati il ferimento
di uno dei responsabili della morte nucleare. Agli arresati notav perchè
le compagnie telefoniche hanno avuto un ruolo fondamentale nella
repressione. A Tamara Sol accusata per aver sparato ad una guardia
giurata. Ricordando Sebastian Overslvij  Remi ucciso dagli sbirri e
solidarietà a tutti i detenuti che lottano. Un abbraccio a tutti quelli
che nel mondo si scontrano contro l’autorità. Per l’azione diretta. Per
l’anarchia.”


Milano – Danneggiate macchine ENI in solidarietà con Gianluca, Adriano e compagn* prigionier*

“MILANO 15 DICEMBRE.DANNEGGIATE PIU’ DI 20 MACCHINE DI ENJOY,SERVIZIO DI AUTONOLEGGIO IDEATO DA E.N.I. IN PARTNERSHIP CON TRENITALIA FRECCIAROSSA E FIAT.QUESTA AZIONE  IN SOLIDARIET A GIANLUCA E ADRIANO E TUTT* GLI/LE ANARCHIC* PRIGIONIER*”

Prigionieri Anarchici: 3 anni e 6 mesi per Chiara, Mattia, Niccolo e Claudio

Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio sono stati condannati stamane dal tribunale di Torino, a 3 anni e 6 mesi di reclusione in relazione ad un attacco al cantiere dell’alta velocità in Val Susa, si tratta del primo grado della sentenza. Caduta l’accusa di terrorismo e tentato omicidio sono stati riconosciuti responsabili di danneggiamento seguito da incendio, detenzioni di armi da guerra e  resistenza a pubblico ufficiale.

Prigionieri/e Anarchici/e: Richiesta di condanne per Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio.

Siamo giunti quindi alla richiesta di condanne per i quattro compagni arrestati il 9 dicembre 2013 per aver preso parte ad un attacco al cantiere del tunnel esplorativo per la TAV in Val Clarea. L’accusa ha chiesto 9 anni e 6 mesi per tutti e quattro. Non ci importa spendere tempo e parole in sottili analisi sul come e perché si sia giunti ad una richiesta tanto esosa, sappiamo bene cosa comporti ergersi a nemici dello stato e dell’autorità senza se e senza ma. Nessun pianto e nessun rimorso, solo rispetto incondizionato a Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio, con l’auspicio che la solidarietà rivoluzionaria accenda fuochi ovunque, a ricordare che la ribellione non si piega e che i compagni caduti nelle maglie della repressione non saranno mai soli. Viva l’Anarchia!

Anarchici Pistoiesi

Iruña [Spagna]: Vernice sul consolato italiano

In solidarietà con i compagni anarchici e accodandoci alla settimana internazionale in solidarietà con: Nicola, Alfredo, Gianluca, Adriano, Marco Camenisch, Mattia, Claudio, Niccolò, Chiara e tutti gli altri che non figurano in questa lista, venerdì 23 di maggio 2014 abbiamo lanciato della pittura sul consolato d’Italia ad Iruña/Pamplona (nei pressi della stazione centrale di polizia). Per questa volta è solo pittura, ma non ci fermeremo fino a quando non li vedremo tutti liberi.

E’ per voi compagni.

Questo è solo il Principio…

10, 100, 1000 nuclei anarchici

Note di Mattia sul processo in videoconferenza

La prigione degli sguardi
Note sul processo in videoconferenza


La catena dei forzati e lo sguardo pubblico

Fino al 1836 in Francia sopravviveva la tradizione di far marciare in catene i condannati alla prigione. I futuri galeotti venivano incatenati tra loro con collari di ferro e costretti a marciare sulla pubblica via trascinando i segni della propria condanna e mostrando al popolo, che accorreva numeroso, le conseguenze pronte ad abbattersi su chi violava la legge.
Il cammino verso la reclusione, l’ultimo viaggio prima di sparire dietro l’opacità segreta delle prigioni, avveniva dunque sotto gli occhi di tutti, in un cerimoniale pubblico di forte impatto visivo in grado di sprigionare sentimenti contrastanti. La partenza di queste catene umane richiamava il popolo in massa, esibiva il condannato alla folla, alle ingiurie, agli sputi, ma anche alla commozione, alla simpatia, alla complicità; lo esponeva allo sguardo pubblico e mostrava il suo sguardo al pubblico, in un rituale complesso il cui esito non era scontato. Continue reading

Venaus: Benefit per Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio

IL BENEFIT CADE A FAGIUOLO

Massimiliano Peggiochemmai – Torino. Ormai la procura cittadina non ha più dubbi, ed il documento segreto ritrovato nei boschi della Clarea lo conferma, i NO TAV sono in possesso di ordigni micidiali ed esplosivi e si preparano ad usarli:

“Apericena benefit per Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia, in carcere in regime di alta sicurezza dal 9 dicembre 2013, accusati/e di terrorismo per aver ucciso un compressore che si trovava all’interno del cantiere-fortino del TAV.

Dopo la giornata del 18 aprile scorso, ci troviamo nuovamente a cucinare con gli ingredienti che i regolamenti carcerari non permettono di far arrivare ai/alle nostri/e compagni/e. Dopo la cena a base di riso, questa volta toccherà alla pasta e fagioli! Ancora: Quello che il carcere non permette noi lo reinventiamo.

Come se non bastasse la reclusione, le limitazioni alimentari, spesso del tutto arbitrarie, sono uno dei mezzi, forse tra i più striscianti, per esercitare pressione psicologica e per ribadire la totale ed insindacabile mercé cui vorrebbero sottoporre i/le prigionieri/e rispetto all’autorità. Ma chi lotta non è mai solo/a, per questo il primo giugno ci troveremo a Venaus, per condividere esperienze di lotta e tessere ancora la rete di solidarietà per i/le nostri/e compagni/e.”

Tutti/e Liberi/e!

 

LA PAPPA WEB

IL PROGRAMMA DELLA SERATA INCRIMINATA

DALLE ORE 19: APERICENA PASTA E FAGIOLI, GLI ORDIGNI MICIDIALI ED ESPLOSIVI

GLIELI DIAMO NOI!

DALLE 21 CIRCA suoneranno: CAMOLA INFETTA E RATAVULOIRA

A SEGUIRE: KARTELLA SELECTA (DA LOU QUINSE, BBHC CREW). TRASH’ EM ALL!

PRENOTATE ENTRO IL 30 MAGGIO AL NUMERO: 333.92.63.155

DOMENICA 1 GIUGNO 2014 PRESSO IL PRESIDIO NO TAV DI VENAUS

TORINO: Si aprono le danze – la prima udienza per Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia

Da Macerie:

radiorinaudo.jpg

Belli, sorridenti, in forma e felici di essere finalmente insieme. Così sono apparsi questa mattina Claudio, Niccolò, Chiara e Mattia all’apertura del processo che li vede imputati per l’attacco al cantiere del Tav di Chiomonte del maggio passato. Fuori dall’aula bunker delle Vallette un grosso e rumoroso presidio a sostenerli, nonostante i nuvoloni che promettono pioggia e la pioggia che arriva davvero scrosciante a metà mattinata. La celere schierata fa filtro, e lascia entrare nell’aula solo una trentina di persone alla volta, così il tempo passa a fare i turni per salutare i quattro, in piedi sulle sedie del pubblico. A fine mattinata i contabili della Questura registreranno circa duecentocinquanta ingressi: chi sceso dalla Valsusa, chi arrivato da altre città, chi dall’estero, è da tanto tempo che non si vede una solidarietà così forte per un processo. Tutto sommato l’atmosfera è abbastanza rilassata e l’udienza è dedicata alle costituzioni delle parti civili e a contestazioni tecniche e di forma. Fuori va in onda l’intervista al compressore e ogni tanto parte qualche slogan. A fine udienza, l’unica sorpresa: alcuni compagni del pubblico restituiscono a Rinaudo e Padalino, con un ben studiato lancio parabolico, i residui delle microspie ritrovate recentemente malnascoste dentro ai locali dell’Asilo occupato di via Alessandria. Proprio come nel caso delle telecamere di qualche mese fa, il lavoro degli agenti speciali in forza alla Procura è stato fatto in maniera sommaria e i marchingegni spioni sono stati allegramente distrutti: dopo TelePadalino, dunque, ora chiude RadioRinaudo.

macerie @ Maggio 22, 2014

 

Prigionieri: Cade il reato di terrorismo per Niccolò, Mattia, Chiara e Claudio

Dal giornalaccio repubbllica apprendiamo che:

Attesa per ore, la sentenza della sesta sezione della Corte di Cassazione è arrivata pochi minuti prima della mezzanotte: annullata la sentenza del tribunale della libertà che ora dovrà riformulare il reato per i quattro in base alle indicazioni della Cassazione. I ricorsi sono stati presentati dai legali di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, i quattro attivisti in carcere da cinque mesi con l’accusa di terrorismo. Soddisfatto uno dei legali degli attivisti, Claudio Novaro, che afferma: “Era un’accusa che non stava in piedi in alcun modo. Non stiamo parlando di una manifestazione di piazza e quello che accadde non ha nulla a che vedere con fatti di terrorismo”. Nella vicenda sotto la lente della Suprema Corte per la prima volta è stato applicato il reato del ‘270 sexies’, “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti”.