Toscana: sopralluogo per la costruzione di un CIE

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Nazione Firenze di venerdì 30 maggio 2014, pagina 14

di Ciardi Lisa


SESTO EFFETTUATO SOPRALLUOGO VICINO AL POLO SCIENTIFICO Centro per extracomunitari «Cercasi» struttura da 300 posti Presenti forze dell’ordine, Asl e tecnici della Prefettura IPOTESI Al vaglio un edificio di servizio dell’Università: non si conosce l’esito delle valutazioni di USA CIARDI SI TORNA a parlare di un centro di accoglienza per immigrati clandestini nella Piana, stavolta a Sesto Fiorentino. Dopo i progetti emersi anni fa per realizzare una struttura dapprima a Signa e poi a Campi Bisenzio e dopo le relative ondate di protesta dei cittadini e di numerose forze politiche, sembra ora essere al vaglio delle autorità una nuova ipotesi. Nei giorni scorsi si sarebbe infatti svolto un sopralluogo tecnico in uno degli edifici originariamente nati al servizio del polo universitario di Sesto Fiorentino e rimasti al momento inutilizzati. Vi avrebbero preso parte tecnici della Prefettura, rappresentanti delle forze dell’ordine, della Asl e dei vigli del fuoco, con l’obbiettivo di capire se vi siano o meno le condizioni per realizzare il centro di accoglienza. Non si sa, al momento, quale sia stato l’esito delle valutazioni e se l’idea possa andare avanti o sia già stata accantonata. Se si concretizzerà, il progetto prevede una struttura in grado di accogliere circa 300 immigrati, corredata da tutte le necessarie misure di controllo e di sicurezza. Si tratterebbe di un Cie (Centro di identificazione ed espulsione), ovvero di un centro concepito per trattenere, con la convalida del giudice di pace, gli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Previsti dal Testo Unico sull’immigrazione, questi centri nascono per evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e per rendere materialmente possibile, nei loro confronti, l’esecuzione dei provvedimenti di espulsione.
DA CAPIRE anche quale sarà (sempre se verrà ufficializzato il progetto) la posizione dei Comuni della zona, finora presi dalla scadenze elettorali e bloccati dal cambio di guarda. Il territorio più direttamente interessato è ovviamente quello di Sesto Fiorentino, ma le ricadute a livello politico, sociale e di ordine pubblico coinvolgerebbero un’area più ampia. Già in passato, la Piana fiorentina non ha reagito bene all’ipotesi della nascita di un Cie. Molti cittadini e tante forze politiche hanno detto no, chi temendo un calo della sicurezza nelle zone limitrofe, chi vedendovi piuttosto uno strumento poco attento ai diritti dei migranti. Resta da vedere se stavolta le cose andranno diversamente.
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Torino – Arresti al Cie di Torino dopo gli incendi

da macerie

Dopo una settimana di incendi, durante la quale la polizia si è limitata a minacciare i reclusi e a liberare la gente che non sapeva più dove rinchiudere, è iniziato il contrattacco repressivo nel Cie di corso Brunelleschi: in mattinata gli agenti hanno arrestato sei ragazzi nigeriani e un tunisino prelevato dall’isolamento sabato sera, accusandoli presumibilmente dei danneggiamenti degli ultimi due giorni.

Si stima che al momento i reclusi rimasti al Cie di corso Brunelleschi siano meno di una quarantina, le donne nell’area verde, e gli uomini in quel che resta in piedi: una stanza dell’area blu, la mensa dell’area viola, e qualche cella di isolamento. I reclusi raccontano infine di aver visto un idraulico e un elettricista di qualche ditta esterna lavorare alla ristrutturazione dell’area gialla.

In attesa di avere notizie sulla situazione carceraria degli arrestati, vi diamo già un appuntamento in solidarietà con chi lotta nei Centri: domenica 23 marzo, alle ore 18, presidio sotto alle mura del Cie di corso Brunelleschi.

CIE: Due fuggiti a Caltanissetta

da Macerie:

Sabato 15 febbraio, mentre all’esterno del Cie di Caltanissetta si tiene un un presidio per la chiusura del Centro, cinque prigionieri approfittano della confusione creatasi all’interno e tentano la fuga superando muri e cancelli. La polizia riesce a catturare tre fuggiaschi, ma due riescono a far perdere le proprie tracce e a riconquistare la libertà. Sempre a Caltanissetta, meno di due settimane fa altri quattro prigionieri erano riusciti a fuggire col favore delle tenebre.

Roma: Attaccato il CIE

L’ansa la racconta così:

(ANSA) – ROMA, 15 FEB – Momenti di tensione nel pomeriggio al corteo dei Movimenti che si è svolto a Roma per chiedere la chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie). I manifestanti hanno “assediato” il Cie di Ponte Galeria ed hanno attaccato le recinzioni con corde e rampini ed un fitto lancio di petardi, razzi, fumogeni e pietre contro le forze dell’ordine al grido di “Chiudere Ponte Galeria”. La polizia per contenere i manifestati ha lanciato alcuni lacrimogeni.

Bologna – Aggiornamenti dal CIE

Bologna – Aggiornamenti dal CIE | www.informa-azione.info.

dal CIE di Bologna

Dai contatti degli ultimi mesi con alcune persone rinchiuse nel CIE di Bologna (via Mattei) emerge una situazione insopportabile.
Il CIE di Bologna, come quello di Modena, è passato tra agosto ed ottobre dalla gestione della cooperativa ‘La Misericordia’ (Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia) di Daniele Giovanardi (famiglia onorevole e intenzione di guadagnare soldi sulla pelle dei rinchiusi mascherata da misericordiosa vocazione cristiana) all’’Oasi’ (zoppicante cooperativa siciliana, che dalla gestione del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Cassibile chiuso dopo diverse interrogazioni parlamentari, oggi gestisce 3 CIE, quelli di Bologna, di Modena e di Trapani – loc. Milo). Come si è aggiudicata il bando l’Oasi, che da mesi non riesce a pagare gli stipendi a chi lavora per lei nei CIE di Trapani e di Modena? Con un bando al ribasso. Dai 70euro a rinchiuso dati alla Misericordia, si è passati a 28euro con l’Oasi. Continue reading

Migranti – 13 nuovi Cie in caserme dismesse

fonte: la repubblica

Quello di Manduria (Taranto) sarà il primo Centro di Identificazione ed Espulsione, perché è quello che si trova nelle condizioni più adatte. L’annuncio del sottosegretario all’Interno, il quale ha aggiunto di sperare che i clandestini vengano restituiti alla Tunisia per ripristinare il meccanismo di controllo.

ROMA – “Sull’intero territorio nazionale sono previsti 13 nuovi Centri di identificazione ed espulsione (Cie), con caratteristiche di provvisorietà. Saranno realizzati in siti militari dismessi e messi a disposizione dal ministero della Difesa. Probabilmente, quello di Manduria (Taranto) sarà il primo, perché è quello che si trova nelle condizioni più adatte per un ripristino rapido”. Lo ha annunciato stamattina a Bari il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, parlando con i giornalisti.

Solo per migranti irregolari. “I Centri di identificazione e di espulsione – ha spiegato – cioè quei centri che riguardano i migranti irregolari, sono oltre ogni limite di presenze e ne servono degli altri, che hanno le caratteristiche della provvisorietà perché ci auguriamo che i controlli riprendano dalla Tunisia. Questi centri – ha aggiunto – sono frutto in questo momento di una verifica e abbiamo chiesto la disponibilità al ministero della Difesa, il quale – ha aggiunto il sottosegretario – ci ha indicato13 luoghi, tra questi c’è anche quello collocato a cinque chilometri da Manduria”.

Nel minor tempo possibile. “E’ un sito – ha sottolineato Mantovano – che sarà allestito in condizioni di assoluta sicurezza, con una recinzione, con un contingente di poliziotti e di carabinieri adeguato e aggiuntivo. Quindi – ha aggiunto – il territorio non sarà sguarnito nelle sue esigenze di sicurezza per questo centro.

E diventerà operativo non appena saranno effettuati i sopralluoghi e i lavori necessari. Tutto questo speriamo di contenerlo nel minor tempo possibile, nel tempo che sarà impiegato per restituire i clandestini alla Tunisia e per ripristinare il meccanismo di controllo”.

Ma per i richiedenti asilo… “Totalmente diverso è il discorso per i richiedenti asilo, per i quali c’è quel percorso concordato con le Regioni, con i Comuni e con le Provincie che fa immaginare una ripartizione equa – ha ricordato Mantovano – in tutto il territorio nazionale. Quello dei richiedenti asilo è un discorso di prospettiva, che adesso prepara il terreno per ciò che dovesse arrivare dalla Libia, una volta che in Libia si attenuerà il conflitto e che certamente vedrà la Puglia meno gravata rispetto ad altre Regioni, perché – ha concluso l’esponente del governo – in Puglia, già da tempo esistono 3 Cara, 2 Cie e in più adesso ci sarà questa diponibilità di Manduria, che forse ospiterà qualche centinaio di clandestini”.

Dal CIE di Bologna

fonte: corriere di bologna

Nel giorno in cui gli immigrati scendono in piazza, un centinaio di
attivisti della rete Welcome e de centro sociale Tpo hanno tento
l’irruzione nel Cie bolognese di via Mattei. E sono arrivati fino
all’ultima barriera interna che circonda la struttura. Provocando la
protesta all’interno.

«Stiamo occupando il Cie di via Mattei», ha annunciato un’attivista
del Tpo attorno alle 11. I manifestanti – circa un centinaio – hanno
scavalcato con una scala un muro sulla parte posteriore del Cie, in
corrispondenza di una piccola stazione ferroviaria e sono arrivati a
ridosso della cancellata che delimita i confini del centro. Lì, mezzi
delle forze dell’ordine hanno bloccato la strada ai manifestanti. E
quando i ragazzi hanno tentato di oltrepassare la recinzione sono stati
fermati: c’è stato – dicono gli attivisti – un contatto tra loro e le
forze dell’ordine.

A quel punto, gli attivisti hanno iniziato a sbattere le mani contro
le inferriate e a intonare cori di solidarietà verso gli stranieri nel
Cie. Dall’interno, gli stranieri hanno risposto agli slogan urlati,
finché, hanno riferito i manifestanti, si è cominciato a vedere fumo
nero uscire dalla struttura. Gli immigrati – sentendo quello che stava
succedendo fuori – hanno iniziato una protesta anche incendiando alcuni
materassi e facendo rumore contro le sbarre interne.

Verso le 13, i militanti si sono radunati all’esterno, davanti al
cancello del Cie, e hanno chiesto di poter entrare nel centro in una
delegazione. Poco dopo è arrivata la decieione di questura e prefetto:
potranno entrare i consiglieri regionali Roberto Sconciaforni e
Gabriella Meo per verificare le condizioni in cui si trovano gli
immigrati. Con loro ci saranno anche due legali.

————————————————————————————————————————-Dopo che ieri i reclusi hanno bruciato materassi e qualunque altra cosa a loro disposizione nelle camerate, le condizioni interne sono pessime.
Dalla sezione maschile fanno sapere che sono al freddo, senza coperte e con 3 materassi per 50 persone. Denunciano inoltre i quotidiani maltrattamenti da parte dell’ Ufficio Stranieri e dei mediatori culturali.

Non lasciamoli soli!!!

Piombino: Nessuna pace per la Croce rossa

Dal giornalaccio il Tirreno:

Irruzione nella Croce Rossa
scritte a spray e minacce

Il blittz ieri sera: venti ragazzi a volto scoperto
“Solidarietà con i ribelli di via Corelli”. Si riferisce ai disordini di Milano

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Hanno fatto irruzione nella sede della Croce Rossa di Piombino, imbrattando con la vernice le ambulanze parcheggiate, i muri e scrivendo con bombolette spray, su uno di essi, la frase ’11/9 Solidarieta’ con i ribelli di Corelli, Cri assassinì. La notizia è pubblicata oggi da alcuni giornali locali. Il blitz, ad opera di una quindicina di ragazzi a volto scoperto, è avvenuto ieri intorno alle 20.

A motivare l’azione del gruppo di giovani, come riportato nelle scritte sul muro, sarebbe un episodio accaduto sabato scorso in un centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, gestito dalla Croce Rossa. Cinque extracomunitari, detenuti nel centro, erano stati arrestati dalla polizia dopo una sommossa. Gli scontri erano avvenuti dopo che, alcuni giorni prima, un ragazzo si era rotto una gamba e, secondo altri detenuti del centro, era stato picchiato dalla polizia.

Al momento dell’irruzione nella sede della Cri, su cui stanno indagando carabinieri e polizia, erano presenti un medico e tre volontari. L’azione degli uomini, tutti a volto scoperto e non armati, è durata solo pochi minuti e si è conclusa prima dell’arrivo dei carabinieri e degli uomini della Digos. Il fatto che i protagonisti del blitz fossero a volto scoperto fa pensare che possano non essere del posto. Secondo quanto appreso le forze dell’ordine starebbero indagando sulla presenza di alcuni ragazzi a un raduno di gruppi politicizzati a Riotorto, che è terminato proprio nel pomeriggio di ieri.

“Vogliamo esprimere personalmente e a nome di tutta la Croce Rossa Italiana la nostra solidarietà al comitato di Piombino, ai volontari, agli operatori ed ai dipendenti, colpiti da un vigliacco assalto nel fine settimana ad opera di una squadra di teppisti”. Lo affermano in una nota congiunta il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, e il direttore generale dell’organizzazione, Patrizia Ravaioli.

“Non è la prima volta – proseguono – che questi gruppi di teppisti colpiscono e insultano il mondo del volontariato: attaccare i volontari e le loro sedi è un atto infame, contro la dignità della cultura del dono che i nostri volontari quotidianamente compiono in tutto il mondo e in Italia, anche nel Cie di via Corelli dove la nostra presenza garantisce un vero e proprio cuscinetto umanitario agli ospiti. Anche dopo l’assalto di Piombino non ci faremo intimidire: la nostra risposta, come sempre, sarà in nome dei Sette Principi della Croce Rossa, lavorando per alleviare le sofferenze dei più vulnerabili”.———————————————————————————————–

Non stupisce che per l’ennesima volta i giornalisti(?) del Tirreno non capiscano o facciano finta di non capire il nodo della questione, gli attacchi rivolti in questi mesi a CRI, come alla Misericordia o alle cooperative impegnate nell’opera di secondinaggio all’interno dei CIE non vogliono colpire i singoli volontari, sicuramente in buona fede e convinti di poter dare una mano prestando servizio in queste realtà (non sono loro che prestano servizio all’interno dei Lager), ma quelle stesse realtà che lucrano sulla pelle di quei disgraziati che finiscono in uno dei tanti gironi infernali disseminati per l’Italia, che in questi lager vengono torturati, stuprati, vessati sistematicamente e che sempre più spesso trovano come unica scappatoia da quegli inferni “democratici” il suicidio.

Spiacenti che le vernici macchino la vostra indifferenza quotidiana vestita di lindo quanto ipocrita umanitarismo (purché porti utile) e che riportino a galla il marcio che avete dentro. C’è chi non si rassegna e chi lotta contro un presente che sempre più si fa gabbia, che alza muri, che sempre più esclude. Sempre solidali e complici con chi si ribella, con chi agisce, insomma, con chi non si rassegna a sopravvivere.

Anarchici Pistoiesi.

 

Modena – Tentativo di evasione dal Cie

fonte: il resto del carlino (clandestini, clandestini, clandestini…)

Modena, 1 settembre 2010. Notte di tensione, quella tra lunedì e martedì, al centro identificazioni ed espulsioni di via Lamarmora. Alcuni clandestini hanno tentato di scappare dalla struttura che trattiene gli stranieri in attesa del rimpatrio.

Erano circa le 2.20 quando in tre hanno scavalcato il cancello del primo blocco arrivando fino nel piazzale interno, quello tra i blocchi in cui sono chiusi gli immigrati e gli uffici. Qui si sarebbero nascosti per una ventina di minuti senza che nessuno si accorgesse di nulla. Avrebbero tentato di arrampicarsi su una grondaia, trovata rotta, senza riuscirci. Sono quindi rientrati nel blocco. Ma prima che trovassero un altro modo per tentare di scappare, i militari di guardia si sono accorti che qualcosa non andava. Hanno quindi bloccato il tentativo di ‘evasione’, ma a questo punto gli animi si sarebbero riscaldati coinvolgendo anche gli altri clandestini.

Alcuni materassi sono stati gettati nel piazzale interno : i clandestini hanno minacciato di incendiarli tanto che sono stati chiamati anche i vigili del fuoco. Alla fine le forze dell’ordine sono riuscite a riportare la calma. Il tentativo di evasione è stato ricostruito visionando i filmati delle telecamere. Subito è stata messa a segno una perquisizione in tutti i blocchi, che avrebbe permesso di trovare una corda, pare fatta con le lenzuola, e un ‘rampino’ ottenuto sradicando una panca: pare che anche gli ospiti dei blocchi numero quattro e cinque avessero pensato alla fuga. Al Cie sono arrivati poliziotti e carabinieri, mentre per questa mattina è atteso l’arrivo del comandante del reggimento dei militari che presidiano il centro, per fare il punto della situazione.