Rompi le catene, NON VOTARE!

Il 13 e 14 Aprile 2008 il circo equestre delle elezioni politiche tornerà a mostrare tutta l’ipocrisia di cui è capace il potere; già da settimane i vari schieramenti hanno cominciato a mettere in campo tutto l’ampio campionario di uomini forzuti, donne barbute ed illusionisti al fine di convincere i convenuti allo spettacolo elettorale a votare per la propria banda.
Basta una rapida occhiata agli schieramenti per rendersi immediatamente conto di come tutto, nel panorama politico, tenti di dare l’impressione di esser cambiato per far sì –parafrasando Tomasi di Lampedusa- che tutto resti uguale; la collusione del potere politico con quello economico attraversa trasversalmente ogni schieramento senza esclusione alcuna, ogni distinguo rimane tale solo sulla carta e comunque non propone nulla di nuovo riguardo allo schema criminale che vuole ogni individuo subordinato alla schiavitù del profitto fregandosene totalmente di quei diritti che, sbraitati ad arte dagli imbonitori della politica, poi alla prova dei fatti vengono sistematicamente disillusi, ignorati, violentati da chi invece dovrebbe esserne il paladino.
La lista è unica, le differenze non esistono, se la destra appoggia le guerre “umanitarie” –ossimoro vergognoso- che non sono altro che guerre meramente imperialiste, la sinistra quelle guerre le ri-finanzia (nonostante le belle promesse elettorali); se la destra incentiva l’uso dei CPT, i lager per migranti, può farlo perché il precedente governo di sinistra li aveva creati; se la legge 30, Varata dal precedente governo Berlusconi ha reso il mondo del lavoro un inferno, il governo Prodi –dimenticandosi le promesse fatte- non ha modificato di una virgola quella legge che ha decretato la precarietà a vita per tanti/ uomini e donne e che dimostra che nessun governo ha fatto e farà nulla per tutelare quei lavoratori che –in media di tre al giorno- riempiono le cronache nere delle morti sul lavoro, semplicemente per il fatto che nessun governo ha avuto e avrà la volontà di risolvere il problema alla sua vera radice: il modo di produzione capitalista che utilizza i lavoratori come strumenti usa e getta…la lista sarebbe ancora lunga…ma questi pochi esempi delineano quello che è il desolante quadro della politica, che al di là dei colori e dei simboli non fa altro che opporre al diritto al lavoro il dovere della precarietà, che esasperando l’ossessione securitaria propone un modello di società che estende i tentacoli del controllo sempre più a fondo nella vita delle persone, che impone la dittatura del mercato agli individui che sono considerati solo in base alla propria capacità di produrre utile.
Non solo Veltrusconi (cambia la faccia, cambia il simbolo PD-PDL, ma non cambia la sostanza) ma anche le così dette ali estreme dei vari schieramenti non sono migliori: dai rossi di rifondazione imperialista –fino a ieri pacifinti di governo che, cagnolini riconoscenti per la poltrona del bertinotto, hanno votato ogni porcheria propostagli, dalle leggi vergogna sul lavoro al rifinanziamento della guerra; ai neri di merda tricolore, accorpati al transfugo di AN Storace, che propone un modello di società totalitaria e totalizzante rifacendosi ad un’ideologia appesa a testa in giù dalla storia e che non fa altro che riperpetrare, nella sua idea, il tipo di convivenza che vede un padrone e degli schiavi…e che non hanno nemmeno il coraggio di dichiararsi apertamente per quello che sono: neofascisti…Tutti chiedono di essere posti al timone di comando, tutti chiederanno, una volta poste le terga al caldo, sacrifici, lacrime e sangue ai cittadini/lavoratori, tutelando come sempre gli interessi di quella ristretta cerchia di privilegiati che si spartiscono la torta del profitto…leggetevi i programmi, niente di nuovo sotto il sole.
L’unica possibilità di reale rinnovamento passa per la diserzione delle urne e contestualmente per un rinnovato impegno sociale e quotidiano di tutti/e coloro che non ne possono più di essere asserviti, sfruttati, dissanguati ogni giorno; l’autorganizzazione sociale che rifiuta delega e gerarchia, questa l’unica strada da percorrere se si vuole veramente che il nostro futuro, e quello di chi verrà dopo di noi, metta al centro del suo dispiegarsi quotidiano i bisogni e gli interessi degli individui e non, come capita e capiterà nonostante la buffonata elettorale, i vari potentati economici.
                                              NON VOTARE!