Grecia – Sul processo per Salonicco 2003

Lo scorso 7 maggio è iniziato il processo per la manifestazione di Salonicco 2003,
dove 7 giovani sono stati arrestati, torturati, rimasti in carcere per
sei lunghi mesi e liberati solamente dopo uno sciopero della fame di 53
giorni.

Molte le campagne solidali nella penisola iberica e in Grecia. A
Burgos, citta natale di uno dei compagni processati si stanno svolgendo
continue iniziative che potete vedere in diariodevurgos, sito che riesce ad avere una corrispondenza diretta ed efficace.

Seguono i riassunti di alcune fasi di questo infame processo, fatti da un correspondente del DV (diariodevurgos) in Grecia:

Mercoledi 7 maggio 2008 alle 9:15 e con l’aula piena di compagn*
anarchic* greci, il processo è iniziato con la lettura dei fatti,
presentazione dei testi e le accuse ai 7 processati.

I primi a testimoniare sono stati i poliziotti cadendo
constantemente in contradizioni varie: come sbagliando nel
riconoscimento degli accusati, di vestiti, luoghi degli arresti…

Nel caso dell’inglese Simon la polizia ha ridicolizzato se stessa
facendo ridere tutta l’aula, colti alla sprovvista dalle domande di uno
degli avvocati.

Gli agenti affermarono in più occasioni che Simon aveva uno zaino
sulle spalle, un’altro in una mano e che con l’altra mano lanciava un
cocktail molotov (ricordiamo l’esistenza di un video che dimostra
chiaramente come i poliziotti scambiarono lo zaino di Simon con un
altro).

L’avvocato, dopo la precedente spiegazione fatta da un poliziotto
sul funzionamento di un cocktail molotov, gli chiese inoltre di
spiegare come fosse quindi possibile che Simon avesse potuto accendere
la molotov se aveva le mani occupate.

Nella prima dichiarazione fatta dai poliziotti dopo l’arresto di
Simon, in nessuna occasione parlarono di due zaini però, 14 mesi dopo
l’arresto, dopo che tutti i 7 furono liberati, dopo lo sciopero della
fame e dopo aver visto il video dello scambio degli zaini in tutte le
televisioni greche, decisero dunque di cambiare la loro dichiarazione.

Gli avvocati chiesero la prova delle impronte digitali che la
polizia aveva realizzato sul materiale trovato e che era risultata
negativa, inoltre chiesero al giurato che comparissero gli 8 sbirri che
non si presentarono e che, da ciò che sembra, sarebbero stati
importanti per la difesa degli imputati.

Seguiranno aggiornamenti sulle udienze del processo e sulla solidarietà internazionale

Modena – Comunicato del Rivoluzio

Lo sgombero
dello spazio sociale Rivoluzio è la dimostrazione della volontà del
C.R.A. (ente pubblica proprietaria dei terreni) di far ritornare gli
stabili e i terreni al disuso e al degrado, come si trovavano prima
dell’occupazione, lasciando così il tempo che occorre alle giunte di
qualsiasi colore di renderli edificabili, perseguendo le solite logiche
speculative.

Il recupero e il riutilizzo degli spazi per scopo abitativo e
l’autogestione di uno spazio sociale e politico hanno infastidito i
cultori della legalità e del denaro. In meno di 3 mesi abbiamo
organizzato decine di aperitivi e cene sociali, videoproiezioni,
mostre, presentazioni di libri, più di 30 concerti, una sala prove
autogestita utilizzata da vari gruppi, un cineforum settimanale, un
freeshop, un orto collettivo, assemblee e dibattiti. Centinaia di
persone hanno attraversato e vissuto il Rivoluzio, evidentemente la
gente ha bisogno di spazi sociali autogestiti, non mercificati e
istituzionalizzati.

A tutte le realtà e agli individui che come noi hanno sentito il
fiato al collo della repressione e che hanno avuto il nostro stesso
trattamento va la nostra solidarietà. Questa è l’arma per far capire a
chi ci sfrutta e ci governa che in qualche ora non si possono
cancellare le nostre idee e la nostra volontà di agire.

Solidarietà ai 19 indagati per l’occupazione del Rivoluzio!

CONTRO GLI SGOMBERI
CONTRO LE SPECULAZIONI EDILIZIE
PER L’AUTOGESTIONE DI SPAZI OCCUPATI

SABATO 24 MAGGIO

PRESIDIO DALLE ORE 16 PIAZZA TORRE – MODENA