Nazirock a Firenze

Stasera proiezione del documentario "Nazirock",al circolo Anarchico fiorentino, dalle 20 cena, dalle 22 proiezione.

 

 
Il circolo si trova in Via dei Conciatori. 

 

Il Regime della brava gente.

Dalle ordinanze contro i lavavetri a quelle contro chi chiede l’elemosina in strada, dalla criminalizzazione delle popolazioni in lotta per la difesa della propria salute all’esercito contro i barconi di disperati che solcano il mediterraneo in cerca di qualcosa di più che la morte, dal reato d’immigrazione clandestina ai lager per migranti; sgomberi, arresti pretestuosi, e sullo sfondo una popolazione impaurita ad arte che plaude ad ogni stretta repressiva e ad ogni nuova limitazione delle libertà. Il regime sta gettando la maschera.
In pochi giorni di “lavoro” il nuovo governo ha intrapreso il traghettamento –già cominciato da anni  da governi d’ogni colore- del bel paese verso quella democrazia totalitaria che noi preferiamo chiamare regime. Di qualche giorno fa l’annuncio del boia scajola (rigorosamente minuscolo) della costruzione, entro due mesi, di almeno un CPT per regione…”L’Italia cesserà di  essere la porta girevole per l’immigrazione” ha detto il macellaio di Genova.
Se questo non è regime poco ci manca, la caccia all’immigrato –ed al diverso in genere- sono solo l’ultimo stadio di un progetto di totalitarizzazione della società che si evince anche dall’atteggiamento dell’opposizione di stampo centrosinistrorso…dopo l’annuncio del governo riguardo ai lager…i bambolotti del pd non hanno trovato di meglio che attaccare l’esecutivo…sul mancato trasferimento di rete4 sul satellite, e i sinistri arcobaleno? Ancora troppo scossi dalla batosta elettorale per aggiungere qualcosa di più di un farfugliare confuso ed inconcludente.
Leggendo poi un poco meglio la proposta del governo si scopre che dalla stretta repressiva sarebbero escluse la badanti, evidentemente utili per accudire quei “vecchi” altrimenti abbandonati dalle famiglie, troppo impegnate a lavorare 12 ore al giorno per poter prendersi cura dei propri parenti; insomma nuovamente si considerano i migranti solo come cose da sfruttare fino ad esaurimento e poi da gettare prima in un lager ed in seguito in uno sperduto paese affamato da una guerra o magari dallo sfruttamento delle aziende delocalizzate dei paesi dell’opulento occidente (bell’Italia compresa).
Il delirio securitario bipartisan sta mietendo vittime nell’indifferenza generale, dai poveracci affogati in mare attirati dal miraggio di una vita decente verso le coste italiote, ai reclusi dentro i lager, lasciati morire senza assistenza nei propri bivacchi, dall’incendio dei campi nomadi ai pestaggi di persone rèe di avere la pelle di un altro colore e di non parlare alla perfezione la lingua di Dante…tutto sotto gli occhi maligni degli italiani brava gente…”d’altra parte se la sono cercata, perché non se ne stanno a casa? Ma non fraintendete, non sono razzista…”, quante volte abbiamo sentito questa frase?
La decisa sterzata a destra della società italica (ma ne ha mai avuto bisogno?) si misura anche nella crescita esponenziale delle aggressioni di stampo nazi/fascista; ancora fresca la tragedia veronese abbiamo assistito ai fatti del Pigneto e, sempre a Roma, all’aggressione ai danni di alcuni militanti di sinistra ad opera di squadristi in camicia bruna, le condanne istituzionali non fanno altro che rendere ancora più surreale quel teatrino che vuole l’esistente impaurito, carico d’odio nei confronti del diverso, escludente, totalizzante e totalizzato.
Ma a chi serve una società che trema? Facile risposta, serve al potere ed ai suoi detentori, che creando ad arte quel sentimento di paura, prima verso il pericolo esterno del terrorismo, così da motivare la partecipazione italica alle guerre imperialiste, poi verso il pericolo interno di sovversivi ed immigrati, così da poter -da un lato- distrarre l’attenzione del popolino dalle vere cause che provocano insicurezza: precarietà, misure economiche cucite sui bisogni del grande capitale, scollamento palese della politica dalla vita vissuta, ecc…, dall’altro per poter motivare la stretta repressiva verso chi si oppone al potere, al capitale, allo stato e che pensa che sia un’altra la forma di società più giusta per rispondere ai veri bisogni degli individui, e per giustificare il controllo asfissiante –a mezzo poliziotti di quartiere, telecamere ad ogni angolo di strada, schede magnetiche varie, ecc…, cui tutti siamo più o meno soggetti.
Sullo sfondo si intravede chiaramente quella società totalitaria che vede gli individui solo come ingranaggi intercambiabili della macchina del potere e del profitto; l’immaginario disegnato da Orwell in “1984” non è poi così lontano, ma allora che fare, come comportarsi? L’unica possibilità, a mio vedere, è quella di rendere il nostro vissuto, con tutti i valori che ci portiamo dietro, visibile e condivisibile; la necessità di creare un immaginario liberato è stringente, ma per fare ciò è necessario dimostrare fattivamente che un altro mondo è possibile (scusate l’accento noglobal) rendendo quanto più visibili appunto, tutte quelle forme solidaristiche, autogestionarie, antagoniste all’esistente, che ci sono proprie e che viviamo giornalmente, cercando di creare una rete di complicità quanto più allargata possibile, in modo da rendere anche la repressione messa in campo dal potere (che già ci colpisce e ci colpirà) più difficile e meno motivabile…smascherabile per quello che è: violenza pura utilizzata per mantenere lo status quo. E’ un rischio, innegabilmente, ma è  un rischio da correre e che ci deve trovare pronti, non è più possibile accettare questo stato di cose, e se non cominciamo a muoverci con decisione rischieremo di farlo quando sarà troppo tardi. Ci aspettano mesi di lotta dura. Facciamoci trovare pronti.
Evjenji Vasil’ev Bazarov.