Montale (PT), una visita al sindaco inceneritorista.

Sabato, in una mattinata di sole, si è svolta l’inaugurazione -dopo un lungo restauro- della villa Smilea, alla presenza del sindaco inceneritorista Piero Razzoli.

Abbiamo deciso di portare il nostro saluto alla fausta assise consegnando ai convenuti, che sembra abbiano gradito, un volantino che illustrava ai lettori non solo il danno provocato dall’incenerimento dei rifiuti (a Montale da 30 anni un termodistruttore avvelena la popolazione), ma anche la vergogna della multa da 3600 euro comminata dall’amministrazione comunale per occupazione di suolo pubblico al presidio contro l’inceneritore; sanzione che in realtà vuol essere un attacco alle legittime rimostranze della popolazione che non ne vuol più sapere di veleni.

Assieme al volantino, in omaggio all’avidità del sindaco re, è stato distribuito il razzolidollaro, nuova moneta montalese. Una cospicua cifra in Razzolidollari è stata anche consegnata al primo cittadino in persona.

di seguito volantino e Razzolidollaro: clicca sull’immagine per ingrandire.

 

 

Antispecismo

Quello che segue è un articolo tratto dal numero 8 del nostro opuscolo (che potete scaricare cliccando, nella colonna di destra, sulla sezione "Opuscolo pistoiese d’Anarchismo e cultura"):

Alla voce "Antispecismo" Wikipedia riporta questa definizione:**"L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che lotta contro lo specismo, l’antropocentrismo e l’ideologia del dominio. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla presunta diversità razziale umana, l’antispecismo respinge quella basata sulla specie e sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifichi moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente. Gli antispecisti lottano affinché gli interessi dei non umani vengano considerati fondamentali tanto quanto quelli degli umani, cercando di destrutturare e ricostruire la società umana in base a criteri ecocentrici che causino il minor danno e la minor interferenza possibili sulle altre specie viventi e sul pianeta. L’approccio antispecista ritiene (considerando tutte le dovute differenze e peculiarità):**- che le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana;**- che l’esistenza di tali capacità nei non umani comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, facendoli divenire "persone non umane";**- che da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra persone umane e persone non umane, che prefiguri un radicale ripensamento della società umana trasformandola in una reale società umana libera."***Da queste parole sorge istantaneo il legame con la cultura "anarchista". Contrariamente a quanti molti potrebbero pensare, dare più diritti agli altri esseri senzienti non comporta una riduzione di quelli umani. Anzi, il fine ultimo è quello di lottare per una società in cui TUTTI possano avere i diritti fondamentali, siano essi umani o meno.* Ovviamente, per specificare…per anarchismo intendo una gestione paritaria delle risorse naturali nel rispetto della vita altrui ma senza presenza di sfruttamento o gerarchie. .**E la scelta vegan è un passo obbligato, che oltrepassa per l’appunto l’animalismo così come viene dipinto. Non è come decidere di radersi i capelli, di eliminare il caffè o le sigarette, di farla finita con qualcuno o qualcosa. C’è da esserne orgogliosi. Perchè è una scelta che ti porta fuori dal ciclo vizioso del consumismo, degli allevamenti intensivi, di persone costrette a lavori brutali per evitare alla "gente comune" di avere le mani sporche di sangue. Quindi non c’è modo di esimersi dallo schierarsi, se non si accetta l’idea Antispecista si sia almeno consapevoli di sfruttare in ogni momento la vita di altri esseri senzienti. **Essere Vegan è già dura ed è solo il primo passo, l’Antispecismo è lungi dall’essere definitivamente codificato. E’ un’idea in divenire, un legame tra cultura anarchica e rispetto per il proprio pianeta, per la vita altrui come per la propria. In questo racchiude idee comuni anche ad alcune religioni, ma rimane comunque una scelta laica, non potrebbe essere altrimenti possibile una sinergia col pensiero anarchista. **E’ la possibilità di lottare per l’abolizione dell’ideologia del dominio quella che lega a doppio filo l’Antispecismo e l’Anarchismo. **Come un antifascista o un anticomunista negano la supremazia del dominio di un uomo sull’altro, un antispecista nega la supremazia dell’uomo sulle altre specie. Ed il fine ultimo è la creazione di una società che estenda i principali diritti umani a tutti, rigettando ogni forma di dominio, di costrizione. E ciò non per concessione dell’uomo ma per riconoscimento oggettivo di una parità. **Un esempio pratico di affinità può essere il boicottaggio: molti rifiutano McDonald…e spesso capita che il boicottatore ceni con carne Montana. Non sapendo che il proprietario dei quella azienda rifornisce anche i mcdonald italiani.
Con questo voglio solo dire che con l’avvento delle multinazionali è ormai difficile fare del boicottaggio che sia radicale quanto quello vegan, continuando a mangiare prodotti di origine animale. E’ una motivazione in più, non la principale. **Anche non avendo una particolare sensibilità nei confronti degli altri esseri senzienti, è pur possibile capire che il comportamento della razza umana sta causando un deterioramento del pianeta ormai forse irreversibile ed è assurdo continuare a sprecare risorse preziose  per  produrre  proteine  animali con un rapporto in rimessa di 5 a 1. E quindi porsi la domanda fatidica: dov’è l’errore? **Se non la pensate come me, per favore chiedetevi almeno dov’è lo sbaglio.

Skrondo
— solo chi diventa cieco apprezzerà la bellezza del cielo azzurro al mattino…

Milano – Solidarietà antirazzista tra lavoratori della DHL

Milano – Malko, dipendente albanese della
DHL, attivo nelle lotte aziendali, viene licenziato perché è scomodo,
perché le sue azioni possono ispirare altri, perché i tanti lavoratori
stranieri dell’azienda devono chinare il capo e subire, sterilizzando
così i bacini dello scontro.

Alla DHL di Milano si ripropongono in ambito specifico le stesse
dinamiche che stanno rapidamente trasformando l’Italia, e non solo, in
un territorio dove la xenofobia trova applicazioni quotidiane,
istituzionalizzate e pervadenti tutti i contesti sociali, sempre più
esplicitamente collegate e funzionali alle esigenze di un Capitalismo
preoccupato per il proprio avvenire. La guerra tra poveri fa comodo ai
padroni secondo la sempre attuale strategia del “divide et impera”; le
forze storicamente più vicine ai dominatori e agli sfruttatori,
scendono in campo con nuovo vigore, sicuri dell’osso lanciato sotto il
tavolo, impauriti dalle trasformazioni in atto e consci della libertà
di azione concessagli a livello istituzionale e culturale. E’ così che
per contrastare la pericolosa unione tra lavoratori immigrati e
italiani, il 6 giugno scorso, i caporali della DHL attaccano un
picchetto aziendale sfoggiando la croce celtica; è così che pochi
giorni dopo, i dirigenti licenziano uno degli esponenti di spicco delle
lotte sindacali nell’azienda, Malko, per una non meglio precisata
“giusta causa”.
Gli immigrati devono essere schiavi silenziosi e ubbidienti, sedati
dalla paura delle ritorsioni in ambito lavorativo, dai rastrellamenti
nelle strade che percorrono quotidianamente, sui mezzi pubblici che
usano per spostarsi, dai raid contro i loro esercizi commerciali e le
loro abitazioni.

Dalle prime ore di lunedì mattina i compagni di lavoro di Malko picchetteranno i cancelli dell’azienda.

Alla DHL di Milano, e in sempre più realtà anche distanti dallo
sfruttamento lavorativo, italiani e migranti iniziano un percorso di
lotta congiunta, non solo per la salvaguardia del proprio boccone, ma
in un percorso di solidarietà che potrebbe superare quelle categorie
sociali come “immigrato” e “lavoratore” che semplificano e riducono
l’umanità, il coraggio e la rabbia di molti individui che scelgono di
non accettare passivamente l’esistente.