Pittsburgh: il “Cannone sonoro” contro i no global

Da indy Emilia-Romagna:

ROMA – Ha il nome simile a quello di una band musicale e si rivolge
a un pubblico giovanile. Se fosse un indovinello difficilmente
riuscireste a risolverlo. "Sonic Cannon" non ha niente a che vedere con
concerti e divertimento. E i giovani, invece di attirarli, li respinge.
Si tratta di un "cannone sonoro" ( http://www.youtube.com/watch?v=hEJPhLQ85MU
) che emette suoni molto acuti: un amplificatore di gamme acustiche
così fastidiose per l’udito da allontanare chiunque si trovi in
prossimità della fonte. È l’ultima trovata della polizia americana in
fatto di armi non letali ( http://www.youtube.com/watch?v=QSMyY3_dmrM
), utilizzata per disperdere i manifestanti e ha fatto il suo debutto
durante il G20 di Pittsburgh, il 24 e 25 settembre, generando non pochi
dubbi sulla sua pericolosità.

IL VIDEO ( http://tv.repubblica.it/copertina/contro-i-no-global-il-cannone-spaccati… )

Sviluppato dall’American Technology Corporation ( http://www.atcsd.com/site/content/view/37/47
) come strumento per il controllo della folla e per la dissuasione di
piccoli gruppi di combattenti, è conosciuto dall’esercito americano
come LRAD, acronimo per Long Range Acoustic Device ovvero apparecchio
acustico a lungo raggio. Più comunemente noto come cannone sonoro, o in
slang "the scream" ("l’urlo"), l’apparecchio è stato utilizzato fino ad
oggi soprattutto in conflitti bellici, in Iraq e nelle regioni di
Bagdad e Fallujah; come mezzo di allontanamento degli attacchi pirati,
soprattutto in Somalia e, come rendono noto numerosi gruppi
ambientalisti, anche come deterrente per gli attivisti che cercano di
evitare la cattura delle balene in Giappone.

Insolita però l’applicazione sulle folle civili di manifestanti, che
aveva avuto come precedente solo le proteste di New York durante
l’assemblea dei repubblicani del 2004 (ma in questa occasione i cannoni
non erano stati accesi) e una polemica legata all’acquisto da parte
della polizia di San Diego.

Oltre ai manganelli, ai lacrimogeni, agli idranti e alle pallottole
di plastica, i partecipanti alle manifestazioni anti G20 di Pittsburgh
hanno dovuto dunque fare i conti anche con l’ultima arrivata delle armi
non letali: quella sonora. Alla vista sembra quasi una grossa antenna
satellitare montata sul tetto delle automobili della polizia e il suo
equipaggiamento ha un peso di circa 20 chilogrammi. Il diametro della
fonte è di oltre 80 centimetri e il fascio sonoro emesso può variare da
15 a 30 gradi per un suono che ha, al suo volume massimo, un’intensità
di livello di pressione sonora pari a 150 decibel a un metro di
distanza. Valori questi che dicono poco a chi non si intende di
acustica ma che, se ascoltati ( http://www.youtube.com/watch?v=rnMSrJd-wfk ) , aiutano a capire la misura del danno.

I LRAD sarebbero secondo gli esperti apparecchi capaci di
danneggiare il sistema uditivo umano che, in condizioni normali, ha una
soglia del dolore che si attesta intorno ai 120 decibel. Nei modelli
più potenti il raggio sonore riesce a raggiungere distanze di quasi tre
chilometri dalla fonte.

Una sorpresa per i tanti manifestanti di Pittsburgh che, non solo ha
fatto molto discutere i media americani sull’effettiva pericolosità –
riportando alla memoria le polemiche mai sopite sull’utilizzo delle
pistole Taser ( http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/esteri/coachella-wizard/coachel…
) – ma ha generato un lungo thread via Facebook, Twitter ma soprattutto
YouTube. Qui, a poche ore dalle manifestazioni, si sono infatti
moltiplicati i video ( http://www.youtube.com/watch?v=ZjsgymR8Kg4
) postati dai partecipanti. Tra le conseguenze, alle quali però i
manifestanti di Pittsburgh non sono andati incontro dato l’utilizzo ad
un volume medio dei cannoni, ci sono danni all’apparato acustico,
soffocamento, nausea e vomito.

Sul sito Twincity Indymedia ( http://twincities.indymedia.org/
), tra le testimonianze dei vari partecipanti alle manifestazioni, c’è
anche quella di chi ha trascorso alcuni minuti in prossimità del
cannone. Si tratta del blogger e attivista Brian che spiega: "Le
persone hanno iniziato a dire che gridare il più possibile avrebbe
annullato il dolore, così molti manifestanti hanno gridato a lungo
sopra il suono dei cannoni. Io ho usato un’altra tecnica: mi sono messo
dietro al veicolo, vicino alla polizia. Dato che il suono è direzionato
sul davanti da lì il dolore diventa appena sopportabile".

(29 settembre 2009)

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/cannoni-sonori/cannoni-s…

 

Grecia – La repressione si allarga, 6 compagni ricercati

fonte: Culmine,29.09.09

Fonti di agenzia della Grecia segnalano che la retata della polizia
ai danni di 4 compagni, sospettati di appartenenza a “Conspiracy of the
Cells of Fire – Nihilist Splinter” (cospirazione delle cellule di fuoco
– scheggia nichilista), non è finita. In effetti sono stati pubblicati
i nominativi di altri 6 tra compagne e compagni, considerati membri
dello stesso gruppo che negli ultimi tempi ha rivendicato numerose
azioni dirette. I 6 sono attivamente ricercati su tutto il territorio
greco e la polizia sostiene di essere in possesso delle loro impronte
digitali.
Nello specifico le accuse sono: partecipazione ad
attentati esplosivi, appartenenza ad un’organizzazione criminale,
detenzione illegale di esplosivi.
L’antiterrorismo greco sta
cercando eventuali collegamenti tra Conspiracy of the Cells of Fire ed
il gruppo di guerriglia urbana Sect of Revolutionaries, il gruppo che
s’è aggiudicato l’uccisione dello sbirro Nektarios Savvas.

I nomi degli arrestati: Harilaos (21anni), Emmanouil (21), Myrto (21) e Panayiotis (20).

Quello che ci siamo presi รจ solo una piccola parte di quello che vogliamo…

Ci siamo presi la briga di dare un nome e un
volto al nemico e di ipotizzare un metodo di lotta, secondo noi più
efficace, per combatterlo ed indebolirlo.
Ci siamo presi il piacere
di creare dei rapporti umani e di lotta orizzontali, basati sulle
affinità e particolarità che ci caratterizzano nella sperimentazione e
nella condivisione del personale e del "politico".
Ci siamo presi la
responsabilità di sostenere ed appoggiare, in mille modi differenti, i
prigionieri rivoluzionari che da troppi anni pagano un prezzo altissimo
per la loro coerenza, per la loro irriducibilità.
Ci siamo presi la libertà di desiderare con fonza il sovvertimento dell’esistente.
Ma
quello che vogliamo è ancora lontano da raggiungere…quello che
abbiamo fatto in questi anni, coscienti delle nostre capacità ma
sopratutto dei nostri limiti, sono solo i primi timidi passi òingo una
delle tante strade percorribili che, ci auguriamo, porti verso
orizzonti di libertà senza limiti.
Daniele, Francesco (arrestati il
12 giugno ’07), Leo (ricercato dal maggio ’08) e Paola (adesso libera)
sono accusati di aver rapinato un ufficio postale in provincia di
Lucca. Non sappiamo, ne ci interessa sapere, chi ha realmente compiuto
la rapina.Non ci sorprende però che ci sia qualcuno che decida di
riprendersi, in un attimo di vita, una piccola parte di quello che gli
spetta da un sistema che sa solo reprimere, sfruttare, avvelenare e
terrorizzare. Un sistema che ci vorrebbe rinchiusi tutti nel più bieco
egoismo, indaffarati a produrre nell’attesa di poter poi consumare
freneticamente le più disparate tipologie di inutilità. Aldilà di
quello che potrebbe essere decretato in una infame aula di tribunale ci
interessa solo raffermare che la nostra vicinanza ai compagni non è
basata solo su di una solidarietà militante ma nasce dalla condivisione
di una volontà inarrestabile di non cedere il passo alla rassegnazione.
Siamo con loro come lo siamo sempre stati, e siamo con chi, come loro,
insegue il desiderio di far tremare le fondamenta di questa marcia
società.
Il primo ottobre Daniele e Francesco verranno processati
con rito abbreviato per associazione sovversiva, rapina e ricettazione.
A chi ha la pretesa e il ruolo di giudicare non abbiamo niente da dire,
nessun dialogo se non attraverso le nostre lotte, il nostro sentire
rivoluzionario. A chi invece non ha ancora scelto da che parte stare e
vive per il monotono tic-tac degli orologi, invitiamo a riflettere su
chi sono i veri rapinatori, i veri terroristi: il benessere, le piccole
sicurezze delle vostre vite, hanno origine da rapine e stragi in paesi
neanche così lontani, la vostra indignazione è ipocrisia, la vostra
indifferenza è complicità.
Solidarietà a Leo, Francesco e Daniele!
Libertà per i prigionieri rivoluzionari!

Anarchici ed anarchiche di ViaDelCuore

APPUNTAMENTO 1 OTTOBRE ORE 9.00
PRESIDIO ALL’AULA BUNKER DI FIRENZE

Per ricevere copie del manifesto scrivere a anarchicisolidali@virgilio.it oppure a F. Bonamici CP 88 56127 Pisa Centro

(P.S. Sempre il primo ottobre e sempre a Firenze si terrà l’udienza
preliminare anche per gli altri/e indagati/e dell’Operazione Ardesia)