L’UNICO VERDETTO È VENDICARSI – V (Testo di Fausto Ricchi “Aslk”)

L’UNICO VERDETTO È VENDICARSI – V

La solidarietà sembra diventata una parola svuotata, predicata da persone ostentanti la libertà individuale al seguito della predicazione di un’idea, quella anarchica.

Un movimento attaccato alla flebo della povertà d’animo in cui la macchina sociale l’ha prodotto e rinchiuso.

Questa considerazione verrà più facilmente colta da chi con quella società non ha più niente a che fare perchè non vuole averci niente a che fare. Naturalmente non voglio discutere della sussistenza e della sopravvivenza in cui ogni essere vivente deve districarsi perchè i maghi e i preti delle parole ne farebbero avido bottino per le loro speculazioni sociali sottraendosi a un confronto diretto e sincero con le loro paure che ben si nascondono dietro lo spettro della massa popolare e che di conseguenza precludono ogni sviluppo di prospettive successive al superamento delle sudette. Continue reading

Appello per una mobilitazione contro i processi in videoconferenza dal 22 al 26 maggio

Contro la videoconferenza e l’isolamento
Mobilitazione – dal 22 al 26 maggio

Nel suo attacco alle lotte, lo Stato sta sia allargando l’utilizzo della  differenziazione che estendendo l’imposizione del processo in videoconferenza, inizialmente limitato a prigionieri in 41 bis.
Il 22 maggio inizierà il processo contro 4 compagni/e, Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio, accusati di un attacco al cantiere TAV di Chiomonte. Qualche giorno dopo, il 26 maggio, ci sarà anche l’apertura di un altro procedimento, a carico di Gianluca e Adriano, compagni accusati di alcune azioni dirette contro enti e strutture coinvolte nella devastazione della Terra. Tutti sono accusati di terrorismo e si trovano ora rinchiusi in sezioni di Alta Sorveglianza. Per loro il DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) ha chiesto il processo in videoconferenza, uno strumento già imposto ad alcuni di loro in diversi procedimenti e ad altri prigionieri che in carcere non hanno chinato la testa (come Maurizio Alfieri e Valerio Crivello).
Lo strumento della videoconferenza mira anzitutto a impedire le uniche occasioni di uscire dal carcere e di incontrarsi in aula con compagni e solidali, impedisce il lavoro dell’avvocato difensore (che, di fatto, non può consultare in privato il proprio assistito) e rende impossibile agli imputati rivendicare in aula le ragioni della propria lotta. Inoltre, giudici o giurie popolari non saranno più chiamati a pronunciarsi su una persona in carne ed ossa, ma su una figura virtuale, distante e già marchiata come pericolosa, con tutto quello che ciò comporta.

Contro la videoconferenza, le sezioni speciali e l’isolamento, proponiamo, dal 22 al 26 maggio, delle giornate di lotta
diffuse nei vari territori.

Solidali e Compagni/e  degli inquisiti

Prigionieri – Verso il processo del 26 maggio contro Gianluca e Adriano

Si muove la solidarietà nei confronti di Gianluca ed Adriano, in vista della prima udienza del 26 Maggio a Roma.
Di sotto il volantino che lancia l’appuntamento dinanzi la Corte d’Assise ed in allegato le cartoline che ha disegnato Gianluca in carcere.

Per riceverne copie si può scrivere a evasioni@canaglie.org, indicando nell’oggetto “Cartoline per Gianluca ed Adriano”.


Per scrivere ai compagni:

Adriano Antonacci

CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122

Gianluca Iacovacci
Via Casale 50/A
15122 San Michele (AL)






Verso il processo del 26 Maggio a Roma contro Gianluca ed Adriano

Gianluca ed Adriano, ragazzi dei Castelli Romani, anarchici, vengono arrestati il 19 Settembre dell’anno scorso.

Un’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo del pool antiterrorismo e dal generale Mario Parente comandante dei Ros, li ha ritenuti gli artefici di una serie di danneggiamenti di varia natura avvenuti nella provincia di Roma: si tratta di tredici sabotaggi compiuti nei confronti di alcune banche, di una pellicceria, di sedi distaccate di Eni ed Enel e della discarica di Roncigliano.

Vengono fatte pesare su di loro le accuse di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, oltre quelle di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento e imbrattamento di cose altrui.
Dal giorno del loro arresto, per Gianluca ed Adriano, c’è stato solo il carcere in regime di isolamento: il primo ad Alessandria ed il secondo a Ferrara, all’interno di quelle sezioni speciali dove vengono reclusi uomini e donne la cui prima colpa a loro attribuita è il pensiero di cui sono portatori.

Nell’udienza preliminare che si è svolta il 26 Marzo scorso Gianluca ed Adriano sono stati rinviati a giudizio; in quella stessa sede il GUP D’Alessandro si è assunta la responsabilità di disporre che gli imputati debbano partecipare alle udienze tramite videoconferenza: la decisione sarebbe motivata da una circolare del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria che prevede l’utilizzo di questo strumento come misura di contenzione dei detenuti “più pericolosi”, adottata in seguito all’evasione di Domenico Cutrì, avvenuta nel corso di un trasferimento giudiziario. Nella realtà l’attuazione dei processi per video conferenza accresce la condizione di isolamento, demonizzando e disumanizzando ancor di più i prigionieri a cui si sta cominciando ad applicare.

Il 26 Maggio presso la Corte d’Assise di Roma si svolgerà la prima udienza con rito abbreviato ed il Pm presenterà la richiesta di condanna.

Esprimiamo con forza la nostra solidarietà e vicinanza a Gianluca ed Adriano, consapevoli che la vicenda che li riguarda è parte di tutte/i coloro che mettono in gioco sé stessi, per esprimere e praticare le proprie idee di libertà ed uguaglianza, senza distinzioni, nel rispetto delle diversità di ogni vita.

Anche quel giorno Gianluca ed Adriano non saranno soli.

26 Maggio, Corte d’Assise di Roma, a fianco di Gianluca ed Adriano.

Compagni e compagne di Roma

Prigionieri – Contributo di Gianluca dal carcere di Alessandria

La mia volontà e le idee di cui si contorna sono certo più forti di tutte le angherie che sfodera e mette in atto la democrazia, come ogni altra autorità, contro quegli individui che non si adattano all’ordine delle masse.
L’autorità appunto è il perno che tiene ancora saldi tutti quei principi di sfruttamento, controllo e dominio; e risparmio tutti gli “ismi” del caso che non sono altro che derivati delle condizioni in cui le masse si sono subalternate e sottomesse ai loro simili. Continue reading