Il 3 luglio vengono arrestati Sergio ed Alessandro
con l’accusa di voler sabotare la linea ferroviaria Orte-Ancona e più
di quaranta compagni/e vengono perquisiti/e. Il nome dell’inchiesta, o
meglio dell inchieste sono ‘Crocevia 2’ e ‘Shadow’. Per tutti/e
l’accusa è associazione sovversiva, l’ormai noto 270 bis che sbirracci
e procure tirano fuori quando intendono sradicare realtà o individui da
un determinato territorio, per far scontare un po’ di carcere
preventivo.
Cambiano i nomi delle
operazione negli anni, le realtà coinvolte…ma l’art. è sempre lo
stesso: 270 bis.Proprio in questi ultimi giorni appare evidente come
l’utilizzo del 270 bis venga particolarmente utilizzato dalle varie
procure italiane, a Firenze ad esempio l’ultimo 270 bis rifilato per
l’esposizione di uno striscione.
Questo deve far
pensare…guardare la realtà che si presenta cruenta attorno a noi: il
livello di repressione, ad ogni livello e nei confronti dei più,
aumenta e si inasprisce costantemente, quello della lotta, in modo
particolare qui in Italia, no.
Non ci interessa in
questo contesto entrare nel merito dei reati associativi né
approfondire quello che secondo noi è il senso che lo stato, il potere,
la politica danno all’utilizzo dei reati associativi nell’ambito più
generale del controllo e della repressione esercitati nei confronti di
realtà e individui che intendono discostarsi dal coro asservito della
dittatura democratica, che non intendono accettare l’autoritarismo
degli stati, il sistema di dominio planetario di sfruttamento della
terra e di tutti gli esseri viventi.
Sergio ed Alessando sono
tuttora in carcere, gli/le altri/e liberi/e ma inquisiti e con a carico
indagini e avvisi di garanzia. Ancora un’altra inchiesta, ancora
compagni sequestrati nelle galere delle stato lontani dalle lotte,
dagli affetti, dalle proprie vite.
A loro va tutta la
nostra solidarietà, incondizionata. Siamo al loro fianco in ogni caso,
aldilà delle logiche tipiche dei codici penali. Indipendentemente che
vengano ritenuti innocenti o colpevoli dall’ipocrita e vile giustizia
dei tribunali.
Preferiamo utilizzare il
meno possibile questi due termini termini,‘innocente’ o ‘colpevole’,
perché non ci appartengono. Si tratta infatti di termini
interessatamente coniati dalla neo lingua del potere, perfettamente
funzionali alle oratorie politiche, alle crociate giornalistiche, alle
infami argomentazioni sbirresche, ai grotteschi assiomi della dottrina
giuridica, agli squallidi teatrini delle corti.
Cosa vuol dire innocente e cosa colpevole, innocenti o colpevoli per chi?
Preferiamo mille volte
esser colpevoli, sentire forte l’odio e il desiderio di rivolta contro
le logiche di mercificazione piuttosto che ‘vantare’ un’innocenza
complice.
E’ naturale desiderare e
volere la sovversione di questo misero esistente.Vogliamo veder
distrutte tutte le galere, tutte le strutture di detenzione erette per
garantire una pacificazione sociale funzionale al mantenimento e alla
proliferazione dell’attuale sistema di produzione e consumo; non
vogliamo tener la testa bassa di fronte l’avanzata dell’ideologia del
progresso che insigne l’uomo del ruolo di gestore della natura, di
fronte all’assalto alla vita attraverso la manipolazione della vita
stessa (bio e nano tecnologie) e la devastazione di ogni forma di
biodiversità; non intendiamo accettare passivamente l’avanzare di
modelli di esistenza artificiale, lo sviluppo totalizzante della
tecnologia, il consolidamento di una società (globale) che crea
continuamente bisogni indotti e desideri effimeri così da poter
propagandare e leggittimare la necessità di vecchie e nuove forme di
energie, di impianti nocivi, di strutture di morte.
Desideriamo che ogni
gabbia venga aperta. Non vogliamo approcciarci al proliferare di
impianti nocivi e di veleni come qualcosa di inevitabile, ma lottare
contro lo sfruttamento della terra e delle sue risorse. Questo
esistente ci fa schifo e non abbiamo paura di urlare che lo vogliamo
vedere in frantumi. Non ci fa paura la parola distruzione. Questa si
che è un termine che appartiene alle nostre analisi,ai nostri
obiettivi, ai nostri desideri. Non vediamo alcuna prospettiva di
costruzione o di riforma all’interno dell’attuale stato delle cose
perché ciò richiederebbe biechi compromessi che non ci interessano o
l’accettazione di alternative comunque funzionali alle logiche di
prevaricazione e dominio tipiche di ogni sistema economico e politico.
Proprio tale posizione può porci nella condizione di esser controllati, inquisiti, arrestati, processati.
Ma il controllo, la
repressione colpiscono noi non diversamente da milioni di altri esseri
umani arrestai, deportati, torturati nelle guantanamo, nei centri di
detenzione per stranieri, nelle galere di tutto il mondo.
Gli arresti dei giorni
scorsi sono arrivati in un momento particolare, di certo la
preparazione del merdoso incontro all’Aquila dei rappresentanti delle
economie più bastarde del pianeta necessitava una certa
tranquillità…senza anarchici a rompere i coglioni o a distogliere
l’attenzione dagli spettacolari incontri di qualche potente stronzo.
Ma se volgiamo lo
sguardo aldilà degli arresti dei compagni ciò che appare evidente, con
tutta la sua carica di miseria, è che ogni giorno è un momento
particolare.
I capi di stato con le
loro economie quotidianamente decidono nelle loro squallide aule
politiche, nei circoli massoni, con le gerarchie militari, con le lobby
economiche la gestione delle società in un certo modo, l’omologazione
di massa, le condizioni di non-vita della terra, degli uomini e di
tutti gli esseri viventi.
Ogni giorno vengono
erette gabbie dove segregare animali da vivisezionare, uccidere,
torturare, ogni giorno vengono costruite armi da utilizzare nelle
guerre ‘umanitarie’ per bombardare intere popolazioni o sedare fuochi
di rivolta. Ogni giorno e ogni notte ogni fabbrica che lavora, ogni
impianto di estrazione, diga o trivella che devasta il territorio, ogni
semente modificata seminata che distrugge la vita naturale, ogni albero
tagliato che impoverisce la foresta è una ferita alla terra, una ferita
ad ogni essere vivente, una ferita a noi.
L’assalto alla vita è totale. In ogni parte del pianeta.
E in quest’italia di
merda?!Razzismo istituzionalizzato e dilagante, ronde fasciste, ritorno
del nucleare (vedi ddl-sviluppo), sperimentazioni più o meno occulte di
ogm, ingegneria genetica, progetti di gasdotti, oleodotti,
termovalorizzatori, inceneritori, discariche, antenne, pale eoliche,
progetti di nuove basi militari e ampliamento di vecchie, carceri più o
meno speciali, finanziamenti di Cie qui e altrove (vedi i lager
libici)…e potremmo continuare all’infinito.
Non è difficile
riconoscere le radici, le cause, gli strumenti funzionali al
mantenimento del sistema tecnologico industriale. Sono le banche, i
palazzi istituzionali, le strutture carcerarie, gli impianti nocivi, i
laboratori di ricerca, le sedi delle multinazionali e lobby
industriali, ecc. preposte alla gestione e al mantenimento del sistema
stesso, materialmente responsabili dell’assalto alla vita, alla
biodiversità, alla libertà.
Desideriamo che dilaghi l’assalto degli sfruttati, di chi desidera difendere la terra e la libertà con ogni mezzo.
Con rabbia e odio verso carceri, carcerieri, sbirri e tribunali il pensiero va ad Alessandro e Sergio, a Daniele e Francesco, a Magda e Niku,a Gabriel Pombo da Silva, a Marco Camenisch. A loro tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
Con la gioia della rivolta nel cuore il pensiero va a Mauricio Morales e a Zoe morti in battaglia; ai centinaia di indigeni del perù massacrati nelle settimane scorse in lotta per difendere la propria terra, a tutti/e i/le migranti sequestrati nei centri di detenzione.
Solidarietà ai/alle compagni/e greci/che e sudamericani/e. La loro rabbia è la nostra.
La solidarietà è un’arma. L’azione diretta è un’arma.
Meno frivole adunate e più gioia di rivolta. Ben venga la notte.
Individualità solidali