Terzo giorno di sciopero a Torino
Anche a causa di una epidemia di influenza, questa mattina lo
sciopero della fame al Cie di Torino sembrava traballare, e solo una
sezione ha rifiutato il pranzo. La lotta ha però avuto una ripresa in
serata, quando nuovamente tutti i reclusi hanno rifiutato la cena. Il
motivo? Oggi tutto il Piemonte è passato al digitale terrestre e tutte
le tv del Cie, a parte ovviamente quella del Direttore, non prendono
più nessun canale nonostante le ripetute promesse di comprare decoder
per tutti. E allora sciopero.
Infine, dai giornali apprendiamo due notizie. La prima è che lunedì
sera, mentre fuori dal Cie di Torino scoppiavano i fuochi d’artificio,
il Direttore del lager ha chiamato gli artificeri per far brillare una
cassetta degli attrezzi dimenticata da un idraulico sotto casa sua.
Evidentemente non dorme sonni tranquilli. La seconda notizia, ben più
interessante, è che il Direttore del Cie abita in corso Cosenza. Per
questa informazione, fino ad ora top secret, ringraziamo sentitamente
Torino Cronaca.
Continua lo sciopero a Torino, nuovi racconti da Roma
Il secondo giorno di sciopero della fame al Cie di Torino è iniziato
presto, esattamente alle sei del mattino, con una perquisizione della
polizia che ha sequestrato accendini e lamette. I reclusi raccontano
anche di insulti e provocazioni. Nonostante l’intimidazione, anche oggi
hanno rifiutato il cibo tutte le donne e tre quarti degli uomini, come
ieri sera.
Ascolta il racconto della perquisizione: http://www.autistici.org/macerie/?p=20763
E proprio ieri sera, mentre diverse volanti di pattuglia attorno a
corso Brunelleschi erano intente a controllare i documenti a un gruppo
di antirazzisti, dall’altro lato in via Mazzarello è partita una serie
di fuochi d’artificio. Che coincidenza, avranno pensato i fermati, per
fortuna che a festeggiare lo sciopero ci ha pensato anche qualcun altro!
E sono arrivati, intanto, nuovi dettagli sul pestaggio di Roma
dell’altra sera. Al pestaggio nella camera di isolamento hanno
assistito almeno quattro dipendenti della Croce Rossa, che non hanno
mosso un dito per impedire le violenze. Insieme a loro era presente
anche un medico, una dottoressa che – al contrario dei crocerossini –
si è messa ad urlare contro le guardie pregandole di fermarsi.
Continuano, poi, gli episodi di autolesionismo: in due, ieri sera, si
sono tagliati. Uno alla gola. Medicati nell’infermeria del Centro sono
stati riportati nelle gabbie.
Per finire sulla giornata romana, stanno circolando le dichiarazioni
fatte all’uscita dal Centro dai quattro Consiglieri ragionali della
sinistra – Anna Pizzo, Enrico Fontana, Luisa Laurelli e Ivano Peduzzi –
che hanno visitato la struttura lunedì. In soldoni hanno raccontato che
gli operatori di Ponte Galeria smentiscono categoricamente ogni
pestaggio e che il vero problema del Centro sono i Consolati che non
collaborano per rendere i rimpatri abbastanza celeri e le Asl che si
ostinano a fornire i propri servizi con una lentezza incompatibile con
il ritmo delle deportazioni. Insomma, presenteranno una bella mozione
perché la Regione Lazio ci metta del suo per oliare un po’ gli
ingranaggi della macchina delle espulsioni e farla andare più veloce.
Insieme ai quattro, però, è entrata anche una giovane giornalista: ha
fatto tutta la visita con i politici e ha visto tutto quello che hanno
visto loro. A differenza loro, però, all’uscita non ha nascosto niente:
oggi i reclusi le hanno telefonato per ringraziarla dell’onestà che ha
dimostrato, ai consiglieri regionali no.