FAT: Sorveglianza speciale? Democrazia reale!

Da A-Infos:

 

 
Sorveglianza speciale? Democrazia
reale!

Se qualcuno aveva bisogno di
conferme dello stato di emergenza permanente in cui viviamo, l’applicazione a
due anarchici torinesi della misura di prevenzione della sorveglianza speciale
offre a tutti la fotografia del presente. Lo stato “democratico”tiene nel
cassetto i vecchi attrezzi dello stato “fascista”, li perfeziona, li rende più
ferocemente efficaci e restringe la libertà di chi è sospetto, di chi è
pericoloso, di chi non si accoda, di chi si batte a viso aperto contro la
macelleria sociale dei “pacchetti sicurezza” di turno e contro un sistema
sociale basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Perché questa è la reale
colpa dei compagni cui oggi è applicata la sorveglianza speciale: battersi
senza infingimenti, “mettendoci la faccia”, contro il cumulo quotidiano di ingiustizie
che vorrebbe sommergerci. E questo è insopportabile per i tanti servi del
potere in circolazione: per quei giudici, quel pubblico ministero, quei
questurini, quel giornalista de La Stampa che trascrive le veline della
questura e fomenta l’odio razziale giorno dopo giorno con i suoi articoli, per
tutti questi piccoli e squallidi uomini cui non fa scandalo essere comandati da
un ministro come Alfano o da un razzista come Bossi o da un presidente del
consiglio corruttore di giudici e tanto altro; questurini, immaginiamo, pronti
a portare false bombe molotov in qualunque scuola Diaz di turno, ad aggiustare
dichiarazioni se “il capo” lo chiede: fascisti dentro e fascisti fuori. Sono
loro i veri “pericolosi socialmente”, loro capaci solo di violenze verso chi è
più debole, poveri cani da guardia di un potere senza il quale le loro vite non
avrebbero senso: e del resto fuori dal gregge non sono nulla, tanto è vero che
si muovono solo in gruppo, almeno in dieci contro uno.

Nel deserto dell’opposizione
sociale, chi si oppone viene colpito, la cosa non mena scandalo. Ed il potere
pensa di colpire isolando, vietando relazioni (di uscire di casa dopo le 22 e
di partecipare a pubbliche riunioni): come se questi compagni non avessero
solide relazioni “fuori orario” e come se impedito a due di “metterci la
faccia”, tutti gli altri smettessero di odiare e di battersi contro questo
sistema infame e schifoso.

Non saranno gli sgomberi degli
squat occupati, non sarà la sorveglianza speciale, non saranno le violenze e le
intimidazioni di sbirri capaci solo di essere forti con i deboli e deboli con i
forti (il tipo umano più infame) a fermare chi si batte per un mondo di liberi
ed uguali, senza stati né frontiere, senza dio né padroni.

 

Federazione Anarchica Torinese –
FAI

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