CONTRO OGNI OMOLOGAZIONE – CONTRO OGNI AUTORITARISMO (testo volantino manifest 30 sett 2008)

Questo è il testo del volantino distribuito dallo spezzone anarchico libertario presente al corteo del 30 settembre per il 31° anniversario dell’uccisione di Walter Rossi

CONTRO OGNI OMOLOGAZIONE – CONTRO OGNI AUTORITARISMO

Partecipare al corteo del 31° anniversario dall’uccisione di Walter Rossi per noi non è solo la commemorazione di un compagno ucciso per mano fascista, ma è un momento per analizzare la situazione attuale cercando di trovare delle risposte efficaci. Se rivolgiamo lo sguardo verso il passato vogliamo ricordare che in questi luoghi ci sono stati momenti importanti per la vita del movimento rivoluzionario romano fin dalla sua nascita. Non dimentichiamo che i primi gruppi anarchici romani facenti riferimento alla Prima Internazionale si formarono qui vicino, tra i fornaciari di Valle Aurelia, come non è da dimenticare che nelle strade del quartiere Trionfale agì uno dei nuclei principali degli Arditi del Popolo, la prima organizzazione di reazione alle violenze squadristiche dei Fasci di Combattimento, supportata dagli anarchici e dalla base dei partiti comunista e socialista. Un quartiere che anche durante la marcia su Roma del 28 ottobre 1922 ha impedito ai fascisti di entrare e che, nel palazzo che sovrasta Piazzale degli Eroi, ha ospitato negli ultimi anni di vita l’anarchico Errico Malatesta, "apostolo della libertà" morto nel 1932, come recita la lapide in loco.
Partendo da questa breve e certo non esaustiva panoramica delle lotte che hanno animato le strade del Trionfale, la situazione oggi appare completamente diversa; nonostante ciò non rinunciamo alla nostra prospettiva rivoluzionaria. Aspiriamo a creare rapporti sociali basati sul mutuo appoggio, tendenti ad una società egualitaria ed orizzontale, dove stato, esercito, galere, scuola, lavoro, denaro e tutte le istituzioni coercitive siano distrutte, ovvero in una direzione completamente opposta a quella verso cui ci si sta muovendo. Viviamo in una società sempre più atomizzata, in cui si sono rotti quei legami che anni di lotte (ma anche le normali modalità di vita popolare di quartiere) avevano creato, una società basata sullo spettacolo e sul controllo, in cui da tempo si è insediata la dittatura tecnologica, ogni senso di solidarietà è in via di estinzione, la competizione e la guerra tra poveri sono la regola, il diverso è messo al bando e la deriva autoritaria appare sempre più generalizzata.
Il tutto nella cornice della tanto sbandierata democrazia, alla quale ormai si appella anche ampia parte dell’ex arcipelago rivoluzionario. L’odierno sistema democratico, con le sue innumerevoli gabbie, si regge sulla paura individuale e collettiva e sul ricatto lavorativo, dispone ad accettare ogni vessazione pur di difendere il "privilegio" di possedere quelle rate, mutui e prestiti con cui la società capitalista tiene a galla i suoi ritmi di consumo. Nel terrore di perdere le briciole di una vita di fatica, è facile convincersi che i veri nemici siano i barbari che di volta in volta si presentano ai confini del "fortino Europa".
E per difendere un fortino, cosa è meglio di un esercito? Ormai non fa più scandalo vederlo in azione, e qualsiasi opposizione politica e sociale appare assopita. Ci hanno ormai abituato all’esercito professionista che nel nome della pace e della patria viene impiegato in interventi "umanitari", in realtà coperture per le operazioni armate di controllo geopolitico delle materie prime e delle vie di rifornimento, vedi Iraq ed Afghanistan. Il consenso generale, pianificato negli anni e mesi precedenti e costruito con l’apporto fondamentale dei giornalisti, è sfruttato oggi per propagandare la necessità dei militari armati anche nelle nostre città, volendo convincerci che le migliaia di nuovi sicari armati in strada aumentino la nostra "sicurezza".
Tutta questa propaganda della paura ha creato le condizioni per far sedimentare e crescere nelle periferie metropolitane di gruppi razzisti e fascisti che si ergono paladini della storia cristiana europea, gruppi non necessariamente politici in senso formale, ma più simili a bande di quartiere. A questa situazione vanno date risposte individuali e collettive col fine di smascherare la grandi menzogne della destra cosiddetta sociale, consapevoli di quanto ogni connessione con il potere e il piagnisteo democratico diano più argomenti a chi sfodera una retorica identitaria vuota e semplicistica, vendendo per ribellismo ciò che è in realtà la difesa servile dello stato di cose attuali. Tornare a rispondere colpo su colpo a qualsiasi attacco, sia in maniera militante che sotto l’aspetto "culturale", senza richiami alla tutela del diritto ma con l’azione diretta dagli indelebili contenuti rivoluzionari e antistatali, è il minimo per respingere l’avanzata del pensiero totalitario.

CONTRO OGNI FASCISMO

PER L’AUTOGESTIONE DELLE PROPRIE VITE – PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE

ANARCHICI