Rovereto: Sinti in lotta

 
Mercoledì 8 ottobre, i Sinti del campo di Rovereto hanno
organizzato un presidio davanti all’ufficio per le politiche sociali.
Pretendevano un incontro – loro promesso da mesi – sulla questione
delle microaree. Stufi di attese infinite, esasperati dalla vita in un
campo collocato tra una discarica e una fabbrica di prodotti chimici,
in mezzo al fango, in strutture dove manca l’acqua calda, dove
l’elettricità va e viene, hanno deciso di cominciare una lotta. Di
fronte all’ennesimo muro di gomma, hanno spiegato le loro ragioni con
cartelli e megafono pretendendo un incontro con il sindaco. Dopo alcune
ore si sono spostati nella piazza del Municipio. Con loro, fin dalla
mattina, una decina (e poi una ventina) di antirazzisti. Dopo aver
occupato l’androne del Comune, i Sinti hanno dichiarato che, in assenza
di risposte precise, avrebbero bloccato tutto. Venti minuti dopo è
partito il blocco del traffico. Quando un automobilista ha minacciato
di investire i manifestanti urlando "zingari di merda", è esplosa la
rabbia. Un agente della DIGOS, che si è messo in mezzo, ha rimediato
qualche pugno in faccia. La gestione di polizia e carabinieri si è
fatta subito molto tranquilla, con il traffico deviato dai vigili
urbani. Dopo due ore e mezzo di occupazione della piazza, i Sinti e gli
antirazzisti presenti se ne sono andati, dal momento che i primi
avevano ottenuto un incontro con il sindaco per il 22 ottobre. Quel
giorno ci sarà un nuovo presidio, che si potrebbe trasformare – hanno
ribadito al megafono – in un accampamento permanente. Lo striscione
esposto sotto il Comune diceva: "Se al campo si sta bene, perché il
sindaco non ci viene?".

Un’importante giornata di lotta che ha fatto assaporare il gusto – oltre che la necessità – dell’autorganizzazione.