Comincia il processo per i fatti di Vicolo del Panico
L’11 ottobre 2005 opponemmo una decisa resistenza alle forze
dell’ordine venute in forze a sgomberarci dallo storico circolo
anarchico di Vicolo del Panico, occupato dal primo maggio del 1979.
Il 7 maggio prossimo venturo, in sede di udienza preliminare, il
tribunale di Firenze deciderà se rinviare a giudizio più di venti
persone in relazione a quei fatti. L’esito è, ovviamente, pressochè
scontato. Le accuse vanno dall’occupazione al danneggiamento di
immobile, dalla resistenza alle lesioni a pubblico ufficiale fino al
tentato incendio. Come al solito nell’impianto processuale non mancano
teoremi e deliri polizieschi, ma non è questo l’essenziale.
L’essenziale è che, quell’11 ottobre di più di due anni fa, diversi
compagni hanno deciso di contrastare con fermezza la rapina di un pezzo
di storia del movimento anarchico da parte dell’amministrazione
comunale: quattro mura che sudavano vita, emozione, rabbia; quattro
mura strappate, la bellezza di ventisei anni prima, ad un centro
storico sempre più mercificato; espropriate con l’azione diretta, con
il vecchio ferro sovversivo dell’occupazione. Quattro mura che il mondo
dell’autorità e della merce intendeva riprendersi con una concertazione
asettica e indolore, anestizzando politicamente ogni tensione ribelle.
Gli è andata male: l’azione diretta si è ripresentata, mandando
all’aria ogni calcolo da bottega.
Ne è passata, da allora, di acqua sotto i ponti. Riempiti di fogli di via, siamo rimasti a Firenze collezionando una denuncia dietro l’altra, da nemici di ogni espulsione quali siamo. Abbiamo rioccupato più volte, siamo stati sgomberati più volte: Piazza Ghiberti, S.Salvi, S.Spirito in allegra compagnia e di nuovo S.Salvi.
Dentro diverse mura continuiamo a vivere e ad agire insieme. Come ci
siamo presi gli edifici ci siamo presi le strade con presidi, feste,
libere derive senza mai chiedere permesso ai padroni della città e ai
loro servi in divisa. Non siamo feticisti delle quattro mura. Amiamo i
luoghi dove abitiamo, ma amiamo soprattutto vivere una vita senza capi,
gregari e permessi. Una vita da portare, da diffondere ovunque.
E allora perchè difendere gli spazi?
Perchè siamo convinti che i posti occupati possano essere qualcosa di
più che semplici sedi dove dispensare "controcultura" e "socialità".
Siamo convinti che uno spazio conquistato e difeso in autonomia possa
costruire l’autonomia delle lotte, essere presidio di resistenza contro
una società sempre più onnivora e assassina.
Siamo convinti, nella fattispecie, che la resistenza in Vicolo del
Panico e tutto ciò che ne è seguito abbiano aperto nuove strade, nuove
prospettive, nuovi "spazi" non solo materiali. Come sempre ponti, e non
mete. Per la libertà e per l’anarchia.
Adesso lo Stato si prepara a presentarci il conto attraverso i suoi giudici.
Non vogliamo rimanere in silenzio ed intendiamo denunciare questi servi
in toga per quello che sono: agenti di chi svende la città al profitto
di pochi speculatori e palazzinari, di chi avvelena la vita degli umani
e del pianeta, di chi calpesta ogni desiderio di una vita realmente
diversa.
Il 7 maggio PRESIDIO sotto il tribunale di Piazza S.Firenze a partire dalle 1O
A seguire Mostra/Banchetto Itinerante contro la repressione per le vie del centro
il Panico anarchico ieri in Vicolo e oggi a S.Salvi