Emendamento Lega al ddl sicurezza. E passa il permesso a punti per gli immigrati
Spetta ora al Viminale stabilire come dovrà funzionare l’anagrafe dei senza dimora
Arriva il registro per schedare i clochard
ROMA – Il democratico Casson, quando governo e maggioranza danno il
via libera all’emendamento leghista (firmato Bricolo, Mauro, Bodega,
Mazzatorta, Vallardi), lo ribattezza subito "il registro dei clochard"
annunciando "un’opposizione durissima della sinistra contro
un’inaccettabile schedatura degli homeless". Proprio così.
L’aggiunta del Carroccio al ddl sulla sicurezza, approvato mercoledì
notte in commissione Giustizia e Affari costituzionali e previsto in
aula al Senato martedì 11, non lascia adito a dubbi. Recita il testo:
"È istituito al ministero dell’Interno un apposito registro delle
persone che non hanno fissa dimora". Toccherà al Viminale, "entro 180
giorni", stabilire come dovrà funzionare.
Sarà il ministro Maroni, erede di Bossi alla guida della Lega, a decidere modalità e tempi del nuovo "censimento".
L’eco delle polemiche, in Italia e in Europa, per quello sui rom non si
è ancora spento, ed ecco che il partito del Senatur ci riprova,
coronando con il registro dei clochard una serie di proposte capestro
contro gli immigrati e sulla sicurezza urbana.
Doveva essere la legge che puniva con una pena da sei mesi a 4 anni chi entrava illegalmente in Italia.
E che inaspriva il carcere contro i mafiosi (il 41bis). Questo pugno
duro resta, pure con un testo bipartisan Pdl-Pd, che esaltano il
Guardasigilli Alfano ("Tappa straordinaria del governo") e il
presidente della commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini ("Si
ripristina il primato dello Stato").
Ma sul delitto di clandestinità Maroni fa marcia indietro per le
pressioni della Ue e della Chiesa. Rimane il reato "d’ingresso e
soggiorno illegale", ma punito con un ammenda da 5 a 10mila euro.
Colpirà tutti, chi arriva alle frontiere e chi sta già nel nostro Paese.
Il dipietrista Li Gotti ironizza sui clandestini "che dovranno arrivare
col bancomat" e su una "norma grottesca, di fatto inapplicabile". E già
vede "la catastrofe nei tribunali".
Ma contro gli immigrati c’è ben altro.
Il permesso a punti, con l’imprinting leghista, ma la delega al governo
a fissare come si azzera se delinqui; la tassa di 200 euro per
ottenerlo e l’obbligo di sottoscrivere un imprescindibile "accordo di
integrazione".
Poi il test linguistico per cui non si varcano i confini se non si
conosce l’italiano ("perfino se sei uno studente" chiosa Casson). Dura
la stretta su matrimoni e ricongiungimenti (niente bigamie) e
soprattutto sulle espulsioni.
Il governo impone la regola che, se l’allontanamento è inattuabile,
comunque il clandestino, per ordine del questore, dovrà andarsene
dall’Italia "entro 5 giorni".
In compenso, su proposta del Pd, passa un duro inasprimento contro chi
traffica in essere umani punito fino a 15 anni e a un’ammenda di 15mila
euro per ogni persona trasportata.
In un ddl che dà poteri ai sindaci e ai prefetti sulla sicurezza
urbana il governo infila multe salatissime (da 500 a mille euro) per
chi a piedi o in auto getta rifiuti in strada. La Lega spunta anche un
altro suo leit motiv, legalizzando le famose ronde padane.
Gli enti locali "potranno avvalersi della collaborazione di associazioni di cittadini per cooperare al presidio del territorio".
Adesso ci manca solo che possano usare pure le armi.
(7 novembre 2008)