Torino – Comunicato sulla neo-storia scritta dall’askatasuna a cura della Torino Squatter

In seguito agli incidenti della sera di martedì
27 Gennaio 09, il giornale padronale “La Stampa” e l’organetto fascista
“Torino Qui”, escono con vistose locandine che accusano squatter e
migranti di avere attaccato la polizia e di aver – tanto per cambiare –
devastato la città, rovesciando una panchina.

In realtà la manifestazione era organizzata dal centro sociale
Gabrio e dal centro sociale Askatasuna che dal novembre del 2007 si
interessano dei diritti calpestati dei rifugiati politici, prima con
l’occupazione di Fenix2 (sgomberato dagli squatter nell’Agosto di
quell’anno) poi con la recente occupazione della clinica S.Paolo di
c.so Peschiera. Ma come al solito i media si sono impegnati nell’opera
di disinformazione e non hanno rinunciato all’occasione per rinnovare
la criminalizzazione degli squatter, anche se poi negli articoli si
parla di autonomi.

Evidentemente irritati dall’equivoco sull’etichetta i dirigenti
dell’autonomia torinese del centro sociale Askatasuna hanno pensato
bene di rilasciare pesanti dichiarazioni dove si afferma il falso al
fine di sminuire il movimento delle occupazioni torinese degli squatter
e l’anarchismo in generale, rivendicando il loro protagonismo.

Pensiamo che per ristabilire un elementare senso del giusto sia il
caso di dare una risposta a queste vergognose (per chi le fa)
affermazioni, perché ci colpiscono direttamente e perché, vediamo che è
diventato un ritornello dei “portavoce” di Askatasuna, evidentemente a
corto di argomenti e in piena fase di revisione politica.

Si erano già esibiti, Lele Rizzo per primo, in un’intervista sul
Manifesto del 13-09-08 sfoggiando notevoli capacità di invenzione
letteraria. Si trattava di un’esilarante Neo-storia delle occupazioni a
Torino, in chiave involontariamente demenziale, che voleva far
scomparire gli squatter, mirando in definitiva all’eliminazione dalla
storia dell’esperienza degli squat di Torino, per mettere al centro
dello spettacolo mediatico se stesso ed il suo centro sociale. Una
bella operazione di censura e di pulizia-politica. L’articolo di
disinformazione iniziava così: “Askatasuna, El Paso, Gabrio sono gli
spazi occupati autogestiti Torinesi”, e gli altri?… Sole e Baleno erano
“Anarchici frequentatori di squat”, non gli occupanti della casa di
Collegno, e così via, mentendo e censurando. Di fronte alle barzellette
snocciolate su una testata ideologica che nel corso degli anni, in modo
sistematico, aveva ignorato ed in certi casi apertamente censurato o
denigrato le vicende delle occupazioni di Torino, in quanto
prevalentemente anarchiche, pensammo che non valesse la pena muovere un
dito. Un caso pietoso, un misero sfogo.

Ma ora insistono e rincarano la dose, mandando avanti, stavolta, il
simpatico Lodovico Poletto, giornalista che ha iniziato la sua carriera
infamando Baleno fin dalla prima volta che finì in carcere ad Ivrea,
che ha cercato il riciclaggio scrivendo – quasi – a favore dei No-Tav e
si è trovato ad essere il portavoce della propaganda dell’Askatasuna,
che lo considera ormai un giornalista “organico”.

In un articolo su “La Stampa” di Giovedì 29-01-09 dedicato alla
risposta degli “antagonisti” alle accuse di aver strumentalizzato la
manifestazione dei migranti, Poletto cita puntigliosamente le parole
dei leader dell’Askatasuna. Dopo aver aperto affermando che “Askatasuna
ormai passa per essere l’ultimo centro sociale della città” altrettanto
gratuitamente, ma inesorabilmente, nella logica della propaganda
tardo-stalinista che ha accettato di veicolare, arriva ad affermare:

“Gli anarchici, per dirla con le parole di qualche autonomo,
rappresentano il : pochi e isolati da tutto. Gli squatter, un tempo
attivissimi, sono ormai semi-scomparsi.” I soliti vecchi luoghi comuni
sugli anarchici avulsi, gli stessi utilizzati anche da assessori e
sindaci sgomberatori. Si nota che la sinistra è ancora una grande
famiglia.

Nella frase citata si identifica l’anarchismo torinese unicamente
con gli squatter, mostrando che verso di loro è rivolto l’attacco, cui
abbiamo deciso di rispondere perché in circolazione non rimangano solo
menzogne diffuse in modo industriale.

Riteniamo gravissimo che le affermazioni – a detta di Poletto – ,
inserite nella logica dell’eliminazione della “concorrenza”, indichino
alla repressione un preciso settore degli anarchici da colpire.

E’ arrivata a questo punto, la frustrazione pluridecennale di vivere
nell’unica città italiana dove, nonostante una repressione feroce, le
occupazioni sono in prevalenza anarchiche, da 25 anni a questa parte
(Cine Diana prima occupazione del 1984). Una prevalenza quantitativa,
ma soprattutto qualitativa. Proprio la radicalità degli anarchici,
definiti “puristi della marginalità”, ha consentito ai “compagni”
dell’Aska di mantenere la loro radicalità, mentre nel resto d’Italia
l’autonomia si ammorbidiva, scendendo a compromessi anche sostanziali.

Suona fessa anche la sorprendente nuova rappresentazione di se
stessi come pacifici militanti che usano la “forza per difendere gli
altri e per difenderci”. “Non abbiamo mai aggredito nessuno a freddo”,
frase stonata in bocca ai teorici accaniti dei “rapporti di forza” che
tutto risolvono, scorciatoia autoritaria per imporre la propria
“linea”, che strega anche qualche anarchico, poco anarchico. E’
singolare che provenga dalla dirigenza di un collettivo che non
rinuncia a proporsi, soprattutto a Torino, più velatamente in Val Susa,
come “avanguardia rivoluzionaria” (leninista), e che in quanto tale ha
nel suo metabolismo la tendenza ad egemonizzare le lotte – ovunque – e
con qualunque mezzo necessario, anche quelli eticamente più abbietti,
come le aggressioni fisiche personali a freddo e la calunnia e la
censura usate come arma politica. Sistemi antichi, utilizzati peraltro
senza risparmio da tutti i politicanti autoritari, ma particolarmente
cari agli stalinisti.

Pensiamo inoltre che, le miserie così bene espresse da “qualche
autonomo” siano dovute ad un processo di revisione delle idee
“rivoluzionarie” dei dirigenti che stanno trascinando rapidamente
l’Aska dalle barricate all’urna (elettorale) all’insegna
dell’opportunismo e della real-politik. Come spiegava il giornalista
Maurizio Tropeano sulla “Busiarda” del 02-01-09, dopo aver parlato con
Lele Rizzo, “i comitati stanno lavorando per presentare liste civiche e
candidati sindaci che ”. Peccato che i comitati abbiano deciso
nell’assemblea di Condove del 19 Dicembre di non presentare liste
civiche No-Tav.

Comunque si rassicurino i “compagni” dell’Askatasuna e con loro,
tutti quelli che ci vorrebbero veder scomparire e lavorano per questo.

Nonostante la ferocia della repressione, a 10 anni dalla morte di
Sole e Baleno, e nonostante le decine di sgomberi che ne seguirono
colpendo, salvo eccezioni, l’area anarchica, il movimento squatter gode
di ottima salute anche se, effettivamente siamo “isolati” dai
protettori della sinistra istituzionale, troppo impegnati ad aprirvi le
porte. Preferiamo così, continuare senza santi in cielo. Questa è la
strada di chi ha iniziato ad occupare 25 anni fa a Torino.

Inoltre, ci pare che nella nostra città e nella provincia anche le
altre componenti dell’anarchismo godano di ottima salute e siano in
espansione. Ci rallegriamo nel comunicarvelo.

FENIX, OSSERVATORIO ASTRONOMICO CONTRO LA REPRESSIONE + OSSERVATORIO ECOLOGICO VOLANTE

ASILO SQUAT PRINCIPE DI NAPOLI, Torino


BAROCCHIO SQUAT GARDEN, Grugliasco – Torino


MEZCAL SQUAT, Collegno – Torino


BOCCIA SQUAT, Torino