Due secoli di galera! Questa la richiesta della pm
Bocassini al termine della sua requisitoria contro i compagni arrestati
il 12 febbraio 2007. Una lunga requisitoria con ripetute cadute di
stile, offese, mancanza di rispetto e denigrazione nei confronti degli
imputati come il dubbio più volte espresso sulla loro sanità mentale!
Un continuo di sgrammaticature, un confondersi e sbagliare i nomi degli
imputati e, nemmeno una sola parola giuridica. Sorge il fondato dubbio
sulla sua cultura generale. Passi, ma ciò che risulta più evidente e
grave è l’assenza totale di basi minime sul sapere in campo giuridico.
Dal suo solito pulpito, circondata dalla scorta, agenti di polizia,
digos, telecamere e fotografi, la Bocassini ha riassunto col suo
“sermone” le tesi dell’impianto accusatorio alla maniera scandalistica
di solito usata dalla stampa. Sembrava di leggere i giornalacci dopo
gli arresti: “Li abbiamo fermati prima di uccidere, avevano legami con
la malavita e la mafia ecc”. Per lei la fase istruttoria e
dibattimentale nella quale le accuse più provocatorie, come quella di
voler attentare alla vita di Ichino o, quelle assurde, del legame con
la criminalità organizzata, sono state smontate senza ombra di dubbio
dalle testimonianze e dal collegio difensivo, è carta straccia. La pm
ha così ribadito il suo ruolo di rancorosa nemica della lotta di
classe, figlia delle ideologie reazionarie e poliziesche che hanno
caratterizzato la più oscena lotta contro il movimento antagonista e
rivoluzionario in Italia, ideologie patrocinate da Pecchioli e
Violante, passate nella magistratura e ben interpretate, ad esempio, da
Spataro, che ha diretto questa inchiesta e dal “compagno” Salvini che
ne è stato il Gip. Il suo rancore è stato alimentato dal fatto che, a
suo dispetto, il processo si sia mostrato quale era, un processo
politico e che gli imputati si siano mostrati fieri della loro identità
comunista. Non pazzi isolati ma avanguardie amate e riconosciute dai
compagni di lavoro e di lotta. I compagni non sono mai rimasti soli,
anzi, la solidarietà che hanno ricevuto, da amici o semplici
conoscenti, dai colleghi di lavoro, da realtà di movimento ha
dimostrato che sono riconosciuti dalle masse ed interni, parte
integrante, alla lotta di classe. Forse non molti ci avranno riflettuto
ma, la democratica signora, difenditrice dei valori della Costituzione
(ama spesso ammantarsi di questo), ha richiesto di fatto l’ergastolo
per una parte di compagni. Infatti, nel concreto, è questo quello che
significa richiedere 22 anni di galera per persone che hanno superato i
50 anni di età! Le richieste esorbitanti, soprattutto se confrontate
con i fatti concreti sotto processo, sono comunque una manifestazione
della debolezza e della paura che lo stato borghese ha, di fronte alla
crisi sempre più profonda ed un immiserimento continuo delle masse
popolari, che il malcontento si organizzi e diventi lotta politica.
Attraverso attacchi repressivi, anche preventivi, e attraverso
punizioni esemplari verso tutti coloro che alzando la testa, si cerca
di annientare ogni idea e pratica per il cambiamento dello stato di
cose presente. I due secoli di galera richiesti sono contro tutti
coloro che pensano che oggi si possa ancora alzare la testa, lottare e
organizzarsi per conquistare un mondo diverso, senza sfruttamento e
guerre.
Rispondiamo alle richieste delle condanne facendo sentire, attraverso
telegrammi, lettere, comunicati, la nostra vicinanza ed affetto ai
compagni che continuano nella loro resistenza a lottare mantenendo
salde le loro idee e la loro identità politica!
Mercoledì 18 marzo si presenteranno in aula le parti civili:
Ichino, Forza Nuova, lo Stato. Riempiamo l’aula con una presenza forte
e solidale ricordando che solo 2 giorni prima e proprio nella città di
Milano ricorre l’anniversario della morte del compagno Dax, (Davide
Cesare), assassinato per mano fascista il 16 marzo 2003.
Comunque, grazie Bocassini, perché, se per caso in qualcuno si fosse
affievolito l’odio di classe, offri nuova linfa per alimentarlo!
Uniti e forti nella solidarietà di classe!
Associazione parenti e amici degli arrestati il 12 febbraio 2007
Bocassini al termine della sua requisitoria contro i compagni arrestati
il 12 febbraio 2007. Una lunga requisitoria con ripetute cadute di
stile, offese, mancanza di rispetto e denigrazione nei confronti degli
imputati come il dubbio più volte espresso sulla loro sanità mentale!
Un continuo di sgrammaticature, un confondersi e sbagliare i nomi degli
imputati e, nemmeno una sola parola giuridica. Sorge il fondato dubbio
sulla sua cultura generale. Passi, ma ciò che risulta più evidente e
grave è l’assenza totale di basi minime sul sapere in campo giuridico.
Dal suo solito pulpito, circondata dalla scorta, agenti di polizia,
digos, telecamere e fotografi, la Bocassini ha riassunto col suo
“sermone” le tesi dell’impianto accusatorio alla maniera scandalistica
di solito usata dalla stampa. Sembrava di leggere i giornalacci dopo
gli arresti: “Li abbiamo fermati prima di uccidere, avevano legami con
la malavita e la mafia ecc”. Per lei la fase istruttoria e
dibattimentale nella quale le accuse più provocatorie, come quella di
voler attentare alla vita di Ichino o, quelle assurde, del legame con
la criminalità organizzata, sono state smontate senza ombra di dubbio
dalle testimonianze e dal collegio difensivo, è carta straccia. La pm
ha così ribadito il suo ruolo di rancorosa nemica della lotta di
classe, figlia delle ideologie reazionarie e poliziesche che hanno
caratterizzato la più oscena lotta contro il movimento antagonista e
rivoluzionario in Italia, ideologie patrocinate da Pecchioli e
Violante, passate nella magistratura e ben interpretate, ad esempio, da
Spataro, che ha diretto questa inchiesta e dal “compagno” Salvini che
ne è stato il Gip. Il suo rancore è stato alimentato dal fatto che, a
suo dispetto, il processo si sia mostrato quale era, un processo
politico e che gli imputati si siano mostrati fieri della loro identità
comunista. Non pazzi isolati ma avanguardie amate e riconosciute dai
compagni di lavoro e di lotta. I compagni non sono mai rimasti soli,
anzi, la solidarietà che hanno ricevuto, da amici o semplici
conoscenti, dai colleghi di lavoro, da realtà di movimento ha
dimostrato che sono riconosciuti dalle masse ed interni, parte
integrante, alla lotta di classe. Forse non molti ci avranno riflettuto
ma, la democratica signora, difenditrice dei valori della Costituzione
(ama spesso ammantarsi di questo), ha richiesto di fatto l’ergastolo
per una parte di compagni. Infatti, nel concreto, è questo quello che
significa richiedere 22 anni di galera per persone che hanno superato i
50 anni di età! Le richieste esorbitanti, soprattutto se confrontate
con i fatti concreti sotto processo, sono comunque una manifestazione
della debolezza e della paura che lo stato borghese ha, di fronte alla
crisi sempre più profonda ed un immiserimento continuo delle masse
popolari, che il malcontento si organizzi e diventi lotta politica.
Attraverso attacchi repressivi, anche preventivi, e attraverso
punizioni esemplari verso tutti coloro che alzando la testa, si cerca
di annientare ogni idea e pratica per il cambiamento dello stato di
cose presente. I due secoli di galera richiesti sono contro tutti
coloro che pensano che oggi si possa ancora alzare la testa, lottare e
organizzarsi per conquistare un mondo diverso, senza sfruttamento e
guerre.
Rispondiamo alle richieste delle condanne facendo sentire, attraverso
telegrammi, lettere, comunicati, la nostra vicinanza ed affetto ai
compagni che continuano nella loro resistenza a lottare mantenendo
salde le loro idee e la loro identità politica!
Mercoledì 18 marzo si presenteranno in aula le parti civili:
Ichino, Forza Nuova, lo Stato. Riempiamo l’aula con una presenza forte
e solidale ricordando che solo 2 giorni prima e proprio nella città di
Milano ricorre l’anniversario della morte del compagno Dax, (Davide
Cesare), assassinato per mano fascista il 16 marzo 2003.
Comunque, grazie Bocassini, perché, se per caso in qualcuno si fosse
affievolito l’odio di classe, offri nuova linfa per alimentarlo!
Uniti e forti nella solidarietà di classe!
Associazione parenti e amici degli arrestati il 12 febbraio 2007