Martedì 17 marzo si è chiuso il primo grado del processo al compagno arrestato a Lecco.
A
fronte dei 18 mesi chiesti dal pubblico ministero, la condanna
comminata dal giudice è stata di 7 mesi con la condizionale più il
pagamento delle spese processuali.
Per
quanto riguarda l’ultima udienza, il giudice ha impedito all’imputato
di leggere alcune dichiarazioni, consentendogli solo di parlare per
alcuni minuti. Nel suo discorso il compagno ha rivendicato il togliere
ogni tipo di agibilità ai fascisti in città. Evidenziando la politicità
del processo, è stato detto apertamente che non sarà una condanna a
rompere la solidarietà e a fermare le lotte in corso sul territorio.
Le
dichiarazioni sono state accolte da un forte applauso da parte del
pubblico in aula (una quarantina tra amici e compagni) che ha irritato
visibilmente giudice e pm, causando lo sgombero quasi completo
dell’aula.
Alla
fine dell’udienza un corteo, dietro lo striscione “la lotta non si
arresta”, ha attraversato il centro della città dal tribunale alla
stazione, intonando cori e distribuendo volantini ai passanti.