Giorno 22 Aprile. Al Laboratorio Zeta di Palermo e’ stata comunicata un’ingiunzione di sgombero.
Ma come si e’ arrivato a tutto questo? Facciamo il punto della situazione:
Lo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) proprietario dell’immobile, di via Arrigo Boito 7 sede del Laboratorio Zeta, nel lontano 2002 emana un bando per l’assegnazione del locale.
Il bando viene vinto dall’Associazione Aspasia che, venendo a conoscenza dello stato di occupazione denuncia alla magistratura lo IACP.
Qualche giorno fa e’ arrivato un provvedimento di condanna dello IACP e la conseguente l’ingiunzione di sgombero.
Le operazioni si sono conclusa con la presa d’atto dell’impossibilita’ a procedere con lo sgombero, ma lo IACP
si e’ impegnato a convocare un tavolo con tutte le parti coinvolte
rinviando lo sgombero al 22 Giugno, ma partire da tale atto il civico
di via Boito 7 e’ sotto sfratto.
Per questo lo Zeta
chiede l’aiuto di tutti attraverso una sottoscrizione contro lo
sgombero a cui hanno aderito gia’ migliaia di persone, non solo
palermitane.
Per aderire all’appello e inviare comunicati:
laboratoriozeta@yahoo.it
o sottoscrivi su Kom-pa
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Di seguito il comunicato del Laboratorio Zeta:
Quella di Zeta e’ una storia
collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di
difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra citta’ negli
ultimi dieci anni.
La storia del Laboratorio Zeta
e’ la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e
accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per
una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.
Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato e’ stato
trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di
sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in
prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni
comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere
affaristico-politico-mafioso che governa la citta’.
In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli
teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne
cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e
pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri,
ecc… E’ attiva una biblioteca con piu’ di 2000 volumi.
Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza di cogestione abitativa.
Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti
asilo sudanesi, insieme ai quali e’ stato intrapreso un percorso di
rivendicazione dei diritti dei migranti.
Lo Zeta
e’ cosi’ diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per
centinaia di migranti di ogni nazionalita’ che hanno collaborato alla
trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di
accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In
quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarieta’,
che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero
e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia,
cucina).
Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta
e’ l’unico spazio di accoglienza laico della citta’, ruolo
ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non
riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi
agli immigrati presenti sul territorio.
Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno ad esponenti del movimento e
al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa
direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e
della normalizzazione di una città che e’ tutt’altro che normale.
Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.
Cio’ che e’ in gioco non e’ la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una citta’.
Zetalab non si tocca
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