Ringraziamo fraternamente tutti i
compagni che, sino ad oggi, hanno mostrato queste tendenze positive e
che, malgrado le differenze e le divergenze, hanno espresso
concretamente la loro solidarietà al compagno Valter e agli altri
antifascisti processati.
Udienza tribunale di sorveglianza di Milano per il compagno Valter
Mercoledì
primo luglio presso il tribunale di sorveglianza di Milano, si è svolta
l’udienza per il compagno del CCP (Collettivo Comunista Piemontese)
Valter Ferrarato durante la quale i giudici avrebbero dovuto decidere
se accettare o rigettare l’istanza di affidamento in prova ai servizi
sociali o in subordine di arresti domiciliari presentata dall’Avvocato
Giuseppe Pelazza, difensore del nostro compagno. L’istanza era stata
presentata a seguito della condanna definitiva a 4 anni di carcere per
“concorso morale in devastazione e saccheggio, possesso di molotov,
oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale” relativa alla manifestazione
che l’11 marzo 2006 tentò di sbarrare la strada a una parata fascista
autorizzata dalle Autorità milanesi. Il procuratore generale, dopo
avere ascoltato la giudice relatrice, la quale “dimenticava” di
accennare al fatto che i precedenti penali di Valter risalivano agli
anni ottanta e non erano quindi recenti (come da “omissione” avrebbe
potuto emergere) e l’avvocato Pelazza il quale ricordava alla corte
l’omissione fatta dalla giudice relatrice, annunciava parere favorevole
alle richieste del nostro compagno. La corte quindi si ritirava
riservandosi di decidere.
Ricordiamo
che durante l’udienza di Cassazione che confermò le pene di 4 anni di
carcere (pena ridotta di 3 anni grazie all’indulto), in via definitiva
per gli antifascisti di corso Buenos Aires dell’11 marzo 2006 a Milano,
il Procuratore Generale aveva chiesto l’annullamento della condanna a
causa di “anomale modalità di indagine degli agenti predisposti”
paragonando queste modalità a quelle che caratterizzarono le indagini
sul G8 genovese. Malgrado questa richiesta, presentata proprio
dall’Autorità che avrebbe dovuto rappresentare l’accusa, la Corte di
Cassazione decise di convalidare la condanna a 4 anni rendendola
definitiva.
Quell’11 marzo antifascista scosse
(dimostrando anche alcuni limiti, certo!) le coscienze di molti e
restituì attenzione nei confronti dello sdoganamento del fascismo e
della necessità di praticare l’antifascismo quotidianamente, nelle
piazze e nei quartieri delle nostre città. Crediamo che quell’11 marzo
antifascista abbia in se molti insegnamenti che tutti gli antifascisti
dovrebbero fare propri a partire dalla necessità di costituire un
fronte comune antifascista
– che sappia coordinarsi nelle città e su tutto il territorio nazionale
– che impari a dibattere e ad affrontare anche le battaglie politiche interne nel nome di un unità superiore
– che
si mostri solidale, al di la delle pratiche differenti che si mettono
in campo, con gli antifascisti colpiti dalla repressione
Ringraziamo
fraternamente tutti i compagni che, sino ad oggi, hanno mostrato queste
tendenze positive e che, malgrado le differenze e le divergenze, hanno
espresso concretamente la loro solidarietà al compagno Valter e agli
altri antifascisti processati.
Seguiranno aggiornamenti sulla decisione del tribunale di sorveglianza.