Questo il testo del volantino, in merito allo sgombero da parte del comune dello spazio liberato Breda est, che stiamo attacchinando/facendo girare da ieri:
Il 28 Aprile, su ordine del cofferati Bonsai sindaco di Pistoia, R.B. di
anni 51, è stato sgomberato l’unico spazio pistoiese realmente libero
da logiche di mercato, dinamiche politicomafiose, speculazioni varie e
problemi di parcheggio.
In quel di via Pacinotti numero 9, è tornata a pulsare di vita l’unica
palazzina della ex san Giorgio sopravvissuta alla svendita dei beni
pubblici da parte dell’amministrazione, testimone silente, per anni,
della lenta morte di tanti lavoratori uccisi dal profitto e
dall’indifferenza kafkiana del potere.
In appena una settimana tra quelle mura annerite dalla fuliggine si
sono avvicendate più di 800 persone, si sono intrecciate esistenze,
sono state condivise esperienze, si sono create complicità, in poche
parole lo spazio condiviso ha assunto una dimensione pubblica ed
autogestita in cui tutti –chi per un’ora, chi per una sera, chi per una
settimana- hanno potuto dare il proprio apporto seguendo le proprie
inclinazioni.
In pochi, pochissimi giorni quello spazio, e i corpi che lo hanno
riempito, sono riusciti ad abbattere quel muro di Apatia che decenni di
politica di speculazione edilizia e di svendita di spazi pubblici a
affaristi di ogni fatta -vedi la cementificazione selvaggia di viale
Adua o piazza della sala, prima luogo di socialità, ora luogo di
consumo- avevano costruito.
Adducendo come scusa l’inagibilità della palazzina e come paravento il
rispetto delle norme (ampiamente adattabili a connivenze politiche e
convenienze di portafoglio), in nome del sindaco Re si è deciso di
arrestare preventivamente un’esperienza che, in quanto slegata da
vincoli di profitto e da false convenzioni sociali, risultava
potenzialmente pericolosa per il potere, per sua natura reazionario e
immobilista.
Il bastone e la carota, tecnica e teoria del buon governo…
Chi vuole abboccare!?
L’amministrazione promette ora magnanimamente la concessione di uno
spazio conforme alle direttive vigenti, nei termini delle norme di
sicurezza; per noi stupidi: facilmente monitorabile, controllabile,
ricattabile, strumentalizzabile.
Capiscano lor signori, che il valore di uno spazio non è legato solo
alla capienza dei suoi vani, ma anche –e soprattutto- alle idee che li
abitano, che non è possibile rinchiudere in un deposito giudiziario.
Nonostante i vostri musi lunghi, nonostante i vostri abiti grigi…la primavera è comunque arrivata…ora vi aspetta l’estate…
(non) è solo l’inizio…
Quando vogliamo, dove vogliamo.
Il 28 Aprile, su ordine del cofferati Bonsai sindaco di Pistoia, R.B. di
anni 51, è stato sgomberato l’unico spazio pistoiese realmente libero
da logiche di mercato, dinamiche politicomafiose, speculazioni varie e
problemi di parcheggio.
In quel di via Pacinotti numero 9, è tornata a pulsare di vita l’unica
palazzina della ex san Giorgio sopravvissuta alla svendita dei beni
pubblici da parte dell’amministrazione, testimone silente, per anni,
della lenta morte di tanti lavoratori uccisi dal profitto e
dall’indifferenza kafkiana del potere.
In appena una settimana tra quelle mura annerite dalla fuliggine si
sono avvicendate più di 800 persone, si sono intrecciate esistenze,
sono state condivise esperienze, si sono create complicità, in poche
parole lo spazio condiviso ha assunto una dimensione pubblica ed
autogestita in cui tutti –chi per un’ora, chi per una sera, chi per una
settimana- hanno potuto dare il proprio apporto seguendo le proprie
inclinazioni.
In pochi, pochissimi giorni quello spazio, e i corpi che lo hanno
riempito, sono riusciti ad abbattere quel muro di Apatia che decenni di
politica di speculazione edilizia e di svendita di spazi pubblici a
affaristi di ogni fatta -vedi la cementificazione selvaggia di viale
Adua o piazza della sala, prima luogo di socialità, ora luogo di
consumo- avevano costruito.
Adducendo come scusa l’inagibilità della palazzina e come paravento il
rispetto delle norme (ampiamente adattabili a connivenze politiche e
convenienze di portafoglio), in nome del sindaco Re si è deciso di
arrestare preventivamente un’esperienza che, in quanto slegata da
vincoli di profitto e da false convenzioni sociali, risultava
potenzialmente pericolosa per il potere, per sua natura reazionario e
immobilista.
Il bastone e la carota, tecnica e teoria del buon governo…
Chi vuole abboccare!?
L’amministrazione promette ora magnanimamente la concessione di uno
spazio conforme alle direttive vigenti, nei termini delle norme di
sicurezza; per noi stupidi: facilmente monitorabile, controllabile,
ricattabile, strumentalizzabile.
Capiscano lor signori, che il valore di uno spazio non è legato solo
alla capienza dei suoi vani, ma anche –e soprattutto- alle idee che li
abitano, che non è possibile rinchiudere in un deposito giudiziario.
Nonostante i vostri musi lunghi, nonostante i vostri abiti grigi…la primavera è comunque arrivata…ora vi aspetta l’estate…
(non) è solo l’inizio…
Quando vogliamo, dove vogliamo.