Comunicato di Libera:
Lunedì 26 maggio il Consiglio comunale di Modena ha approvato il piano
particolareggiato relativo all’Autodromo di Marzaglia.
La decisione del Consiglio comunale è un atto grave che ipoteca il
futuro dell’ambiente a Modena e riconferma un modello di sviluppo
sbagliato e criminale.
Questo progetto è stato imposto da Sitta prima all’interno dei Ds, poi a
tutta la città con l’appoggio dell’Ascom e delle lobby motoristiche, che
saranno le uniche a trarne vantaggio.
Sitta, collante tra la politica e le lobby delle costruzioni e della
ghiaia, non ha dichiarato guerra solo a Libera, ma a tutta quella parte
della città che vuole salvaguardare l’ ambiente e cambiarne il modello
di sviluppo.
Al Consiglio comunale, a cui ricordiamo che non rappresenta tutti i
cittadini e, per ammissione dei suoi rappresentanti sappiamo quanto sia
lontano da loro, non riconosciamo la legittimità di approvare un
progetto che così tanto andrà a mettere a rischio il futuro di tutti.
Un progetto ingiusto dove addirittura la valutazione d’impatto
ambientale contiene 43 prescrizioni è stato evidentemente imposto con
arroganza e malafede e distruggerà una importante rete di relazioni
sociali ed ecologiche.
Siamo molto soddisfatti della partecipazione alla nostra contestazione,
che ha visto la presenza, in un pomeriggio lavorativo, di una
cinquantina di persone.
La nostra contrarietà al progetto, assieme al coordinamento cittadino,
ha coinvolto in questi cinque anni migliaia di persone nei cortei e
nelle raccolte di firme.
La lotta contro l’autodromo, la motor valley e tutte le devastazioni
ambientali continua e continuerà.
Siamo convinti di riuscire a fermare il progetto e auspichiamo una
grande partecipazione al corteo cittadino di sabato 14 giugno.
Auspichiamo inoltre, assieme agli altri comitati e alle persone più
attive a livello cittadino e provinciale, di riuscire a invertire la
logica irresponsabile di uno sviluppo devastante.
28-05-2008, Spazio Sociale Libertario Anarchico Libera
www.libera-unidea.org libera@libera-unidea.org