fonte: puntoinformatico, ecplanet, thelocal.se
18 giugno 2008 – Il Riksdag, parlamento svedese, ha approvato con
una maggioranza di 143 contro 138, la proposta dell’istituzione di una
società della sorveglianza in grado di monitorare un numero inusitato
di comunicazioni e scandagliarle alla ricerca di eventuali minacce alla
sicurezza nazionale.
Più asfissiante della presenza della NSA sui network statunitensi,
più ossessiva delle CCTV nelle strade di Londra, quella che è stata
definita “legge Orwell” sfrutterà le capacità del quinto supercomputer
più potente del mondo per tenere sotto controllo telefonate, e-mail,
instant messaging, comunicazioni cellulari, VoIP, qualsiasi bit di
informazione sia in entrata che in uscita dal paese.
La proposta, che era in attesa nel parlamento scandinavo da oltre un
anno, ha conquistato solo di recente le cronache locali suscitando un
vespaio di polemiche e reazioni preoccupate delle possibili
implicazioni sulla vita delle persone e il diritto alla privacy. La Lex
Orwell subisce le critiche di tutti, dalla maggioranza della stampa,
delle associazioni per i diritti civili, di Pirate Bay, dei blogger ma
anche del Dipartimento di Giustizia, dell’equivalente svedese dell’FBI
statunitense Sakerhetspolisen e di alcuni ex-dipendenti della
Försvarets radioanstalt (FRA).
A non lamentarsi affatto è appunto quest’ultima organizzazione,
residuato bellico della guerra fredda a cui passerebbe il controllo
della sorveglianza globale, secondo quanto stabilito dalla proposta di
legge. Una lobby apparentemente molto potente, quella della FRA, che ha
spinto i quattro maggiori partiti politici dell’alleanza di governo a
serrare le fila per votare compatti l’approvazione della norma.