Il governo rallenta sull’università, vittoria o tattica?

Tattica. Nient’altro. Quella che da alcuni è stata salutata come una vittoria (da altri più realisticamente semplicemente come una fase), ovvero la frenata vera o presunta del governo riguardo la riforma dell’università a mio avviso non dovrebbe trarre in inganno il movimento degli studenti, ed in realtà non lo sta facendo.

Se è vero che da un lato questa frenata può essere intesa come una piccola marcia indietro del potere dettata dalle mobilitazioni studentesche -del tutto inattese per portata- è vero anche che comunque i tagli di Tremonti restano, e che la riforma ha già colpito parte del sistema scolastico; quindi, verosimilmente, quella che può sembrare una parziale vittoria in realtà può essere soltanto una "ritirata tattica", che dovrebbe servire sia ad agevolare uno "sgonfiamento" della protesa attraverso l’allentamento della tensione, sia un modo per "scremare" la piazza dai meno politicizzati degli studenti, per poi ri-attaccare in maniera più decisa l’università accusando -cosa che in parte, timidamente hanno già provato a fare- la mobilitazione di essere pregna solo di demagogia ed estremisti "rossi", così da motivare meglio, agli occhi dell’opinione pubblica, l’ondata repressiva…qualcosa di simile, ma più subdola, della tattica invocata dal boia kossiga…il solito tentativo di spaccare il fronte.

Fortunatamente il movimento continua a proporre e proporsi, quindi il rischio di rilassamento sembra scongiurato, ma è comunque necessario tenere alta la guardia e ben desti i sensi…Questo dev’essere solo l’inizio!

 Evjenij Vassil’ev Bazarov.