Mercoledì 5 novembre, in pieno giorno, nella
pacifica, tranquilla e "tollerante" città di Rovereto è accaduto un
fatto inquietante e estremamente grave.
Era infatti passato da poco mezzogiorno quando due carabinieri in
pattuglia incontrano, nei pressi della piscina comunale, un ragazzo
sinto. Simone (così si chiama) è da tempo uno fra i più attivi nella
mobilitazione che i sinti hanno avviato in città per ottenere quelle
strutture che garantiscano loro la possibilità di una vita dignitosa
(le microaree o in alternativa una sistemazione delle fatiscenti
strutture del campo dei Lavini di Marco).
Ovviamente la cosa non è sfuggita alle forze dell’ordine. I due
carabinieri, approfittando del fatto che la strada era deserta e quindi
priva di potenziali testimoni, lo hanno vigliaccamente aggredito a
calci e pugni obbligandolo a ricorrere alle cure del pronto soccorso. I
giornali hanno taciuto oppure minimizzato l’accaduto, definendo
"un’illazione" la denuncia – fatta da Simone – della natura
intimidatoria e di rappresaglia dell’aggressione.
Questo episodio è l’ennesimo di una lunga serie di violenze che
accadono oramai quotidianamente nel Bel Paese. Solo per ricordarne
alcuni: a Parma il mese scorso i vigili urbani hanno gonfiato di botte
uno studente ghanese
(Emmanuel) solo perché abbronzato (un po’ troppo); a Bussolengo (VR)
più o meno nello stesso periodo i carabinieri protetti dalle mura della
caserma hanno barbaramente infierito su alcuni nomadi colpevoli di
essere rom; a Genova, la settimana scorsa, un algerino è morto perché
"caduto" dalla finestra di una caserma dei carabinieri mentre era in
stato d’arresto. Sono violenze che hanno come protagonisti fra i
peggiori picchiatori razzisti i quali agiscono alla luce del sole,
sicuri del fatto che la divisa che indossano permetta loro di compiere
tutte le porcate di cui sono capaci e di sentirsi intoccabili e
immacolati di fronte alla cosiddetta opinione pubblica. Sono violenze
apertamente favorite e protette dal clima di razzismo istituzionale
(pacchetti sicurezza, esercito nelle strade, più poteri alla polizia,
schedature di interi popoli, legalizzazione delle ronde, misure
repressive contro i poveri, ecc.).
È ora di dire "Basta!". E’ ora che si sappia quali vili personaggi
si celano dietro a quelle divise che governi e mass-media vorrebbero
farci credere nostre protettrici. Il pericolo dal quale guardarci le
spalle non si trova nell’immigrato, nel nomade o più semplicemente nel
diverso, bensì nei picchiatori in divisa o in abito scuro, sentinelle
dei poteri forti, squadristi all’attacco. Ovunque. Anche qui.
PRESIDIO CONTRO LA VIOLENZA DELLE FORZE DELL’ORDINE E CONTRO IL RAZZISMO
VENERDI’ 14 NOVEMBRE
ORE 18,00
PIAZZA LORETO
ROVERETO
anarchici