Nel giorno in cui sono rese pubbliche
le scottanti modalità dell’uccisione del tifoso laziale di destra
Sandri
(http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/gabriele-sandri/gabriele-sandri/gabriele-sandri.html),
si viene a sapere che Calderoli ha volutamente cancellato una norma che
garantiva una possibilità di vedere rispettato il diritto alla dignità
del cittadino nei casi di sopruso perpetrato da autorità pubbliche.
Contemporaneamente l’intenzione del governo di controllare la
magistratura attraverso la gestione del sistema informativo su cui
questa opera, espone tutti i cittadini a ulteriori abusi di vario
genere allargando in modo incontrollato il numero delle mani sulle
nostre vite. La gestione dell’archivio informativo nazionale da parte
di società private favorirà il processo di fusione tra Stato e
organizzazioni criminali. Fioriranno talpe di ogni genere e i cittadini
saranno sempre più sudditi schiacciati dal malaffare e privi di mezzi
di risposta "legali".
Errore nei tagli, diventa reato difendersi dagli abusi degli agenti.
Una norma «salvava» chi reagiva ai soprusi dei pubblici ufficiali: il decreto Calderoli l’ha eliminata con altre 29 mila.
Senza
più questa manciata di righe, e salvo modifiche entro il 20 febbraio
nella conversione del decreto legge n. 200 approvato il 22 dicembre
scorso, ciascun cittadino — quello che subisca un fermo per motivi
infondati, quello che allo stadio si ritrovi vittima di azioni
immotivate delle forze dell’ordine, quello che in piazza veda
equivocato il proprio ruolo nel parapiglia di una manifestazione
politica, quello che in udienza abbia un acceso confronto con un
giudice prepotente — si ritrova più indifeso rispetto a potenziali
soprusi di Stato. Nel codice penale, infatti, alcuni articoli puniscono
la resistenza o minaccia a pubblico ufficiale (fino a 5 anni); la
violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario
(fino a 7 anni); l’oltraggio a pubblico ufficiale (fino a 2 anni), a un
Corpo politico, amministrativo o giudiziario (fino a 3 anni), a un
magistrato in udienza (fino a 4 anni). Però, grazie all’articolo 4 del
decreto legislativo luogotenenziale n. 288 del 14 settembre 1944, i
cittadini sono esenti da sanzioni «quando il pubblico ufficiale o
incaricato di pubblico servizio o pubblico impiegato» abbia causato la
reazione dei cittadini «eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue
attribuzioni».
Tutto l’articolo:
http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_13/errore_taglia_abusi_agenti_ferrarella_c44aa80a-e13c-11dd-ac77-00144f02aabc.shtml
Archivio di polizia, l’allarme di Spataro"Si mette a rischio la libertà dei cittadini"
Nasce
una "cancelleria nazionale virtuale" che inquieta. Il protocollo
d’intesa, firmato dai ministri Brunetta (Innovazione) e Alfano
(Giustizia), prevede la "trasmissione telematica delle notizie di reato
tra le forze di polizia e procure della Repubblica". Si può così
"automatizzare l’alimentazione del registro delle notizie di reato e la
costituzione del fascicolo del pubblico ministero e del giudice delle
indagini preliminari". I dati raccolti, "predisponendo una porta di
dominio attestata presso il ministero della giustizia", saranno
condivisi dall’intera rete delle forze di polizia che avranno accesso
ai "dati di sintesi delle notizie di reato". Mettiamola così, allora,
tutti i documenti d’indagine della giustizia italiana finiranno in un
unico canestro. I procuratori, responsabili delle indagini, non saranno
in grado di garantire la sicurezza delle informazioni raccolte ancora
protette dal segreto istruttorio. L’archivio della "cancelleria
virtuale" sarà nella disponibilità delle forze di polizia, e quindi del
governo che gestirà il sistema attraverso una società privata.
Tutta l’intervista: http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-7/intervista-spataro/intervista-spataro.html