PreSidiO aNtiCarceRariO

SABATO 31 GENNAIO 2009
A PARTIRE DALLE 10 DEL MATTINO

PRESIDIO ANTICARCERARIO

PIAZZA DELLA LIBERTA’ – MONTELUPO FIORENTINO

PER INFORMAZIONI, SCAMBI DI IDEE SCRIVETE A:
CASELLA POSTALE 4304 – UFFICIO CAMPO DI MARTE – FIRENZE
(E-MAIL) labcontrorep@inventati.org

BASTA CON LA TORTURA!
CHIUDIAMO IL MANICOMIO DI MONTELUPO

Lo scorso novembre, alcuni detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) di Montelupo Fiorentino hanno preso coraggio. Attraverso due telegrammi e due lettere indirizzate al garante per i diritti dei detenuti Franco Corleone, hanno denunciato l’orrore delle condizioni di vita in queste galere mascherate da ospedali e case di cura: gente legata ai letti, docce fredde come forma di punizione, termosifoni staccati per due settimane di fila e pure qualche autentico pestaggio (un prigioniero, colpito da un secondino, è precipitato da una rampa di scale).

Niente di nuovo per chi sa cosa realmente sono gli OPG. L’unica cosa che appare sorprendente (non accadeva da decenni) è che degli internati, due volte privi di qualsiasi diritto (in quanto prigionieri e in quanto considerati "malati di mente") abbiano trovato la forza e la dignità di protestare.

Una dignità, una forza da incoraggiare e sostenere. Perchè se oramai si moltiplicano le galere per tutti i dannati della terra, se politici e giornalisti di ogni colore vorrebbero ogni immigrato "clandestino" dentro i lager-CPT e ogni imbrattatore di muri dentro le galere, se questa ricco Occidente vede ogni giorno moltiplicarsi i dannati da rinchiudere…
Ebbene, possiamo dire che GLI INTERNATI DEI MANICOMI GIUDIZIARI SONO I DANNATI TRA I DANNATI.

DANNATI in quanto prigionieri: non sopportando la galera e rivoltandosi, sono stati avviati al manicomio per essere sedati con gli psicofarmaci ed i letti di contenzione.

DANNATI in quanto psichiatrizzati: definiti "malati di mente" dai dottori complici dell’abominio carcerario, sono stati privati persino dell’ultima facoltà rimasta al prigioniero: quella di protestare anche solo con le parole o con uno sciopero della fame.

Privati di tutto, di ogni scelta, della possibilità di esprimersi, persino del poco che non viene divorato dal carcere o dagli psicofarmaci.

Una società divisa in classi, che fonda il potere dei pochi sulla sottomissione dei molti, ha inventato le galere per chiudervi dentro le proprie eterne contraddizioni: i poveri, i diversi, i ribelli. Nelle galere italiane, ad esempio, un terzo della popolazione carceraria è composto da immigrati che hanno violato le leggi sull’immigrazione; quattro detenuti su cinque, prima di entrare in carcere, erano disoccupati e la maggior parte degli altri facevano lavori manuali. Con il dilagare della precarietà e l’inasprimento della crisi economica, l’ombra del carcere si allunga su una fetta sempre più larga di società. Eccola, la certezza della pena! La sola Sicurezza è quella del carcere per chi non si adegua.

Alla repressione poliziesca si affianca il controllo mentale esercitato dagli psichiatri, che vedono ovunque nuove malattie mentali ed incoraggiano persino la psichiatrizzazione dei bambini troppo agitati. Il sindaco milanese Letizia Moratti, intanto, propone il ricovero obbligatorio dei senza fissa dimora. Di questi tempi, all’emergenza freddo si risponde così…

Il carcere è un luogo altamente nocivo: al suo interno violenze, suicidi, atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno. A sedare il malessere e la rabbia, accanto al manganello del secondino, provvede la "scienza" dello psichiatra: i detenuti vengono quindi riempiti di psicofarmaci e ricoverati nei Centri Diagnostici Terapeutici (C.D.T.) reparti psichiatrici all’interno delle prigioni. Qui, uno psichiatra può decidere di avviare il detenuto al Manicomio Giudiziario, dove si provvederà a metterlo a tacere.

Poichè l’OPG non viene considerato dalla legge come la galera che è, la pena cui è sottoposto l’internato viene considerata "sospesa": così molti detenuti condannati a pene lievi si trovano murati a vita, scontando nei fatti un ergastolo "bianco" e non dichiarato, sotto il potere assoluto degli psichiatri e senza possibilità di opposizione legale.

E allora?

E allora chiamiamo le cose con il loro nome. Nei manicomi giudiziari non si cura proprio nessuno, ma si violentano esseri umani.

I MANICOMI GIUDIZIARI SONO GALERE

FACCIAMOLA FINITA CON LE GALERE
E CON LA SOCIETA’ CHE NE HA BISOGNO

Laboratorio contro la repressione

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