Venerdì 30 Gennaio 2009 si terrà presso il
Tribunale di Benevento la prima udienza del processo per Vilipendio
delle Forze Armate contro 5 anarchici. I reati imputati ai 5 compagni
si riferiscono ad un’iniziativa antimilitarista svoltasi in città il 4
Novembre 2006 (giornata delle forze armate), quando in via vittime di
Nassirya furono esposti striscioni contro la guerra ed il militarismo e
distribuiti volantini che spiegavano il motivo per cui la suddetta via
veniva simbolicamente ribattezzata in memoria di Augusto Masetti,
anarchico, disertore.
Ai compagni, oltre ad alcune frasi, ritenute vilipendiose, contenute
nel volantino – che alleghiamo di seguito – viene anche imputata la
comparsa di alcuni manifesti irriverentemente antimilitaristi,
“raffiguranti i militari dell’esercito con scritta del tipo “Meglio
nudi che in divisa” ”, comparsi la notte precedente. Naturalmente quel
che si processa non è qualche frase ritenuta vilipendiosa, ma l’idea
stessa che esistano individui e collettivi che non aspettano che gli
sia concesso dalle leggi e dallo Stato (o da alcuni suoi apparati) la
possibilità di agire, ma la libertà – in questo caso di esprimersi e di
manifestare – se la prendono quando, dove e come più gli aggrada.
Segue testo del volantino
VIVA MASETTI, ABBASSO L’ESERCITO!
La storia ufficiale, si sa, la fanno i padroni; non ci sorprende per
ciò che nel giorno della fine del primo conflitto mondiale, se ne
approfittino ancora una volta per riproporre la loro propaganda
militarista e patriottica su cui in parte fondano il loro potere. La
spacciano per la vittoria della democrazia e la conclusione dei moti
risorgimentali, tralasciando le numerosissime insubordinazioni dei
militari che durante quel conflitto si rifiutarono di ammazzare
fratelli che parlavano lingue diverse ma costretti come loro a subire
le violenze e lo sfruttamento degli Stati che li utilizzavano nella
loro guerra. All’epoca, l’Italia, così come tutti gli altri Stati, si
affidava ancora all’utilizzo dell’ideale patriottico, per mobilitare e
militarizzare la popolazione preparandola alla guerra. Strappava alle
città e alle campagne ragazzi poco più che diciottenni, mandandoli al
macello, facendoli combattere per difendere gli interessi e i privilegi
dei ricchi, facendogli sparare contro chi lavora in nome del cosiddetto
ordine pubblico. Quel sanguinoso conflitto di cui “lor signori” si
vantano e che costò la vita a 8 milioni e mezzo di uomini in nome dello
Stato e del Capitale si è concluso, ma con lui purtroppo non si è
estinta l’idea stessa della guerra. Oggi sono cambiate le armi, è
cambiata l’epoca, sono cambiate le facce dei padroni che invitano
ancora a combattere, casomai con la scusa delle “missioni di pace”, ma
la guerra esiste ancora. E’ una guerra combattuta sul fronte interno
contro chi non accetta che ci sia qualcuno che, seduto in poltrona,
possa decidere della vita di tanti altri, contro chi non vuole
sottomettersi alle regole del “produci-consuma-crepa”, contro chi pensa
che sia possibile vivere senza padroni che quotidianamente ti derubano
dei prodotti del tuo lavoro; E’ una guerra combattuta sul fronte
esterno per spartirsi il mondo, accaparrarsi le zone ricche di materie
prime utili a far affari, impossessarsi di forza lavoro a basso costo
che possa produrre tanto ed a costo zero. Inoltre i padroni hanno
capito che se c’è da fare affari seri, c’è bisogno anche di chi possa
difendere seriamente questi affari, di conseguenza, il servizio di leva
obbligatorio è stato eliminato, ma solo perchè gli Stati avevano
bisogno di forze professionali, di professionisti dell’assassinio.
Continuano con la loro propaganda patriottica, ma visto che è poca la
gente che per un’ideale così balordo come quello della patria e della
nazione è disposto a perdere la vita, hanno deciso di “incentivare” le
bestie pronte alla mattanza, offrendogli la possibilità di guadagnarsi
qualcosina in più di un semplice impiegato. E così si assiste all’esodo
di centinaia di ragazzi, che soprattutto dal sud, partono in mimetica
per il fronte spesso ritornando a casa in una cassa di legno avvolta in
una bandiera, e tutto per riuscire a scappare dalla disoccupazione,
dall’ignoranza e dagli stenti a cui lo Stato e il Capitale costringono.
Proprio perché siamo contro tutti gli eserciti, contro la violenza
legale degli Stati, contro l’autoritarismo e la gerarchia abbiamo
deciso di sostituire in questo giorno la targa presente nella nostra
città intitolata ai mercenari italiani morti a nassirya in una delle
ultime guerre imperialiste, guerra che in questo caso puntava alla
conquista di qualche pozzo di petrolio spacciandosi per guerra
umanitaria. L’abbiamo sostituita con una targa in memoria di Augusto
Masetti, muratore, anarchico che il 30 ottobre 1911, nella caserma
Cialdini di Bologna costretto alla partenza per la guerra di Libia
espresse il suo netto rifiuto esplodendo un colpo col suo fucile contro
il tenente colonnello cavalier Stroppa, incitando i suoi commilitoni a
ribellarsi e a vendicare i compagni caduti in Africa. Masetti
rappresenta per noi uno dei più alti esempi di diserzione, il soldato
che disse no alla guerra! Contro la patria, contro lo Stato, abbasso
l’esercito, viva l’Anarchia!