14 febbraio. È da una settimana che a Porta
Palazzo circola una voce insistente: la mattina del 14 febbraio
Borghezio, Carossa e la Maccanti – le primedonne del nazi-leghismo
torinese – dovrebbero fare una comparsata tra le bancarelle del mercato
per festeggiare la quasi-legalizzazione delle ronde padane. La notizia
non è affatto certa, ma gli antirazzisti si mettono comunque al lavoro:
tra la gente della piazza oramai sono di casa, e di avere i leghisti
tra le palle non ne vogliono proprio sapere. Chiodi, martelli, vernice…
qualche nottata di lavoro frenetico e per il giorno della sfida tutto è
pronto: già in mattinata, uno strano luna-park contro il pacchetto
sicurezza fa mostra di sé e occupa con le sue attrazioni una bella
fetta del mercato. I razzisti, di qui, non passeranno. C’è il "calcio
all’alpino", come al solito, ma anche "colpisci lo sbirr(ill)o" – un
bowling con birilli in divisa -, "fionda la ronda" e, soprattutto,
"spacca la faccia… alla feccia" – un tiro a segno con le facce dei
potenti più odiosi del momento. I passanti si fermano, la gente si
addensa, grandi e piccini vogliono colpire chi Borghezio, chi
Berlusconi, chi Maroni, oppure Bossi o Carossa… il tifo è alle stelle.
Proprio sul più bello in piazza compare Carossa – quello vero!. Dà
un’occhiata furioso a quello che sta succendendo e quando partono i
primi insulti è costretto a cambiare aria, scortato dalla polizia.
Borghezio decide di non farsi nemmeno vedere, «per non creare problemi
alle forze dell’ordine». Della Maccanti nessuna notizia. Mentre
antirazzisti e passanti continuano la festa, i tre leghisti passano il
resto della mattina a piangere con i giornalisti – ma ben lontani da
Porta Palazzo.
Le foto delle attrazioni su macerie