SOLIDARIETÀ AI RIBELLI DAI LAGER ALLE STRADE

Riceviamo e pubblichiamo:

"Dai centri di identificazione ed espulsione (ex cpt) di tutta Italia si
levano
in questi giorni urla di rabbia e grida d’aiuto, mentre fuori regna il
silenzio
e l’indifferenza. Non bastavano il sovraffollamento, la carenza
d’igiene, i
soprusi e la repressione a suon di psicofarmaci e manganello che da
sempre
caratterizzano la storia di questi moderni lager della democrazia ora,
grazie al
pacchetto sicurezza di Maroni, la detenzione nei Cie per chi non ha il
permesso di soggiorno rischia di essere rinnovata
fino a sei mesi, per garantire i tempi e le possibilità di espulsione.
Sei mesi
solo perché non si ha un pezzo di carta, espulsioni che hanno le stesse
caratteristiche delle deportazioni. Cosi l’odio ha assunto tutte le
forme di
cui era capace: scioperi della fame, tentativi d’ evasione, battiture
collettive delle sbarre, proteste sui tetti, fino all’ingerire pile,
lamette,
pezzi di ferro, tagliarsi o cucirsi la bocca. I reclusi di Torino,
Milano,
Bologna, Bari, Roma, Gradisca e di tutti gli altri centri non ce la
fanno
proprio più a sopportare l’assurda privazione della libertà e i
maltrattamenti razzisti, a Lampedusa sono è arrivati a mettere a ferro
e fuoco
gran parte della struttura del centro.
È ora che anche nelle strade e nei quartieri le iniziative di solidarietà si esprimano
a un livello di complicità tangibile, di azione concreta. In ogni città
esistono luoghi in cui portare le notizie di quello che accade dentro ai Cie,
così come esiste una Coop o una sede della croce Rossa o della Misericordia
(Cooperative aderenti alla Legacoop, Croce Rossa ed enti “caritatevoli” come la Misericordia sono tra
i principali gestori dei CIE) verso i quali fare pressioni perché non possano
continuare a lucrare in pace sugli immigrati.

La “cultura” del razzismo
è sostenuta e propagandata da partiti come la lega Nord, presente con ronde e
banchetti nelle città, da giornali che hanno le loro sedi locali e in talmente
tante altre forme che non sarà difficile scegliere come contribuire alle azioni
di lotta contro i Cie anche nel caso non ce ne sia uno nelle proprie vicinanze.

Tanti sono i nemici della
libertà così come tante sono le pratiche per opporsi al razzismo.

Sabato 28 marzo, mentre dentro ai CIE la lotta continua, costruiamo iniziative
congiunte in tutte le città possibili a Milano, Torino, Bologna, Bari…

Nell’azione diretta c’è
n’è per tutti i gusti, facciamo sentire la nostra solidarietà!


Sarà
anche l’occasione per ricordare che il 28 marzo 1997 una nave della
Guardia costiera italiana provocò l’affondamento di un’imbarcazione
carica di migranti provenienti dall’Albania causando la morte di 108
persone.

Nemici dei razzisti e dei loro lager"