In 3 mesi 7000 richieste per uscire dalla Chiesa cattolica!!!!!

Mentre in Gran Bretagna oltre centomila persone starebbero per annunciare con un certificato di aver rinunciato ad appartenere alla comunità cristiana e nel comune Spagnolo di Rivas hanno istituito un ufficio che che gestisce la procedura di sbattezzo, in Italia, nei primi tre mesi del 2009, si sono registrati circa 7mila download del modulo per chiedere alla chiesa cattolica di essere ‘sbattezzati’ dal sito internet dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar).

Il numero dei file scaricati, dal 2000 a oggi, corrisponde circa a 73mila download. E’ quanto afferma il segretario della Uaar, Raffaele Carcano, che illustra il trend del fenomeno, precisando si tratta di dati indicativi, dal momento che sul sito esiste una pluralità di moduli disponibili, in diversi di formati. Le cifre: 17.000 nel 2007, 21.000 nel 2008, 2.500 al mese nei primi tre mesi del 2009. «Abbiamo inoltre registrato dei picchi di accessi sul sito e di successivi download quando è morta Eluana Englaro (circa 1.300 nel giro di una sola settimana) – aggiunge Carcano – e nel 2008, in occasione della Giornata nazionale dello sbattezzo. Il 25 ottobre scorso furono infatti inviate alle parrocchie più di 1.000 raccomandate: il primato andò agli abitanti di Bologna, confermando che il fenomeno interessa soprattutto le regioni centro-settentrionali».

Ciò che avviene, quando si invia alla parrocchia nella quale si è stati battezzati la lettera che esprime la volontà di non essere più considerati aderenti alla confessione religiosa denominata ‘Chiesa cattolica apostolica romana’", è la formale ‘disaffiliazione dal gregge’.

«"Sbattezzo" è un termine improprio» precisa Don Mario Bonsignori, responsabile del Servizio per la Disciplina Sacramenti della Diocesi di Milano. «Il battesimo imprime il ‘carattere’, un segno spirituale indelebile e permanente, che pertanto non può essere ‘cancellato’». (scoraggiare?)
L’ufficio della curia del capoluogo lombardo riceve e autorizza – con imprimatur vescovile, previa verifica dei dati – le richieste di ‘sbattezzo’ che vengono inoltrate dai parroci. In questo modo, la chiesa è in grado di monitorare il fenomeno: «Nel 2008 – ci informa Don Bonsignori – abbiamo espletato 255 richieste all’interno della diocesi ambrosiana, che comprende 1107 parrocchie».

Se non è possibile cancellare il sacramento, come è possibile annullarne gli effetti? Nel 1999 il Garante della Privacy, in seguito a un ricorso della Uaar, ha stabilito per la Chiesa cattolica l’obbligo di annotare sul registro dei battezzati la volontà di chi non desidera più farne parte. La Cei ha pertanto approvato, nel diritto canonico, l’introduzione del decreto n. 1285/99 "Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza".
In sostanza, poiché il credo religioso è un dato sensibile, un cittadino può richiedere in qualunque momento la propria rimozione dall’elenco che esplicita la sua fede, quale appunto il registro dei battesimi.

La parrocchia ha il dovere di apporre sull’atto di battesimo l’annotazione richiesta dall’apostata, il quale successivamente riceve una lettera indicante l’avvenuto "actus defectionis", che illustra le conseguenze di ordine giuridico canonico della scelta operata. Tra queste, l’esclusione dall’incarico di padrino per battesimo, la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di pentimento, l’esclusione dai sacramenti, la scomunica latae sententiae.

visitate —-> http://www.uaar.it/