Abusi sessuali su detenute da parte dei secondini, aborto in carcere
Accuse confermate anche da alcuni agenti sentiti come testimoni
Inchiesta della Procura su presunti abusi sessuali sulle detenute in
cambio di agi e maggiore libertà. Una donna è stata costretta ad
abortire dopo essere stata messa incinta dall’uomo che la doveva
sorvegliare. Indagati quattro agenti.
21 maggio 2009
Genova
– Ci sarebbe anche un aborto tra gli episodi al centro dell’inchiesta
della procura di Genova sui presunti abusi sessuali sulle detenute in
cambio di agi e piu’ liberta’ nel carcere di Pontedecimo.
A
confermare il fatto, secondo quanto riferito dal ‘Secolo XIX’, ci sono
le testimonianze sia delle detenute che degli agenti ‘puliti’, che nel
corso degli interrogatori avrebbero parlato di una donna costretta ad
abortire dopo essere stata messa incinta dall’uomo che la doveva
sorvegliare. L’ipotesi di reato formalizzata dal procuratore capo,
Francesco Lalla, e’ pesantissima: concussione, dove il prezzo del
presunto ricatto imposto dagli agenti in questo caso era il sesso.
Sarebbero
gia’ quattro le persone iscritte nel registro degli indagati – fra loro
il poliziotto coinvolto nell’aborto – al termine di una prima fase
d’inchiesta condotta dalla sezione giudiziaria della Polizia di Stato.
Otto gli appartenenti alla Penitenziaria ascoltati in questi ultimi giorni come persone informate sui fatti. E con loro
sono
state interrogate almeno tre detenute ed ex detenute. Una e’ stata
fatta arrivare, sotto scorta dal carcere di Napoli dove si trova
attualmente. Le altre due si trovano tuttora a Pontedecimo. Le loro
confessioni, sulle quali il segreto e’ assoluto, si aggiungono a quelle
della presunta vittima, Z.E., la marocchina di 28 anni che sconta una
condanna per una storia di maltrattamenti in famiglia.
Adnkronos
Venezia: detenuti protestano, per suicidio e epidemia di scabbia
20 maggio 2009
Venezia
– "I soldi non si inventano": risponde così il Provveditore per il
sistema penitenziario del Triveneto Felice Bocchino alle notizie di
infezioni come la scabbia, contenute nel documento inviato al ministro
della giustizia dai detenuti di Santa Maria Maggiore di Venezia. Da
alcuni giorni i detenuti manifestano pacificamente, battendo sulle
porte di ferro del carcere, per le condizioni di detenzione. Causa
scatenante della protesta è stata il suicidio di un detenuto immigrato,
ma la protesta verte soprattutto sull’eccesso di presenze. I detenuti
sono in tutto 310, il triplo della presenza regolamentare.
Il Gazzettino