VENERDI 3 LUGLIO DALLE ORE 19.00
DI FRONTE AI CANCELLI DELLA GKN, VIA FRATELLI CERVI, CAMPI BISENZIO INSIEME AL COMITATO CASSAINTEGRATI GKN
“CHI STA PAGANDO QUESTA CRISI?”
SERATA DI MOBILITAZIONE, INFORMAZIONE E PROTESTA CON MUSICA, INTERVENTI, CENA, BANCHINI
ALLE 21.00 CONCERTO DI BANDAK100, FRATELLI ROSSI, E FINO ALL’ALBA CON GLI STORNELLI DEL MENESTRELLO………
Non vogliamo stare qui a fare lezioni sulla crisi, sui suoi effetti, e
nemmeno la lista delle sfighe che rendono faticosa ed incerta la vita
di noi lavoratori/trici, precari o meno, genitori o figli, immigrati o
no, studenti ed insegnanti.
Siamo stanchi di sentire discorsi su come risolvere la situazione da
coloro, siano essi politici o imprenditori (ai quali va’ ridato senza
timore il loro vero nome: Padroni), che in questi anni si sono
appropriati della nostra vita in nome di un falso interesse comune, la
famosa competitività dell’azienda Italia, e dei nostri salari
attraverso un continuo indebitamento e i relativi salati interessi.
Troppi, davanti a questa realtà, hanno piegato la testa, abbindolati da
sindacati e sindacalisti più o meno complici delle scellerate scelte
padronali e governative, da forze politiche che promettono e poi
"magnano o danno da magnare agli amici". Troppi vivono con vergogna e
disperazione la cassaintegrazione, il licenziamento. Altri sfogano
verso irreali nemici la loro rabbia.
Quello che sta succedendo non riguarda la semplice sfera personale, il
proprio ambito familiare, la propria fabbrica. Una fabbrica che chiude
non riguarda unicamente i soggetti coinvolti, ma tutto il territorio
circostante, le scuole frequentate dai loro figli/e, i luoghi di
aggregazione del territorio. Impedire la chiusura di una fabbrica,
benchè luogo di sfruttamento, non può più riguardare unicamente chi ci
lavora. Un padrone che chiude, trasferisce altrove in nome del maggior
profitto, che vende i macchinari, che mette in cassaintegrazione i
lavoratori, non fa solo questo ma ferisce irrimediabilmente tutto il
tessuto sociale coinvolto.
Per questo non può rimanere come un problema solo di chi ci lavora,
così come chi ci lavora deve rompere la logica attendista degli
acrobati del sindacato, dei tavoli e delle pseudo trattative, degli
interventi delle istituzioni, rimandando a chissà quali tempi futuri
una rottura con l’attuale modo di portare avanti la lotta.
I mass media parlano di crisi ma chi non parla, chi non riversa sui
territori la propria realtà sono proprio coloro che la situazione se la
vivono. Noi vogliamo invece che ciò avvenga. Cominciare fin da ora a
fare di ogni fabbrica che chiude, di ogni situazione di
cassaintegrazione, di licenziamenti un problema che riguarda tutto il
territorio. Non ci deve essere luogo che non venga investito da questo
problema. Non ci deve essere soggetto che possa dire "io non sapevo".
Nessuno deve sentirsi solo, semplicemente compatito per la sua
situazione, dentro quella logica assistenzialista più vicina alla
carità cattolica che allo scontro di classe.
Le forme e i modi per farlo non conoscono ricette, siano essi
volantinaggi nei quartieri, davanti a fabbriche vicine, nelle scuole
della zona. Siano gruppi musicali o teatrali che si mettono a
disposizione, siano insegnanti e studenti che portino dentro la scuola
questa realtà. Non dobbiamo attendere i tempi della politica e del
sindacato. Non servirà cercare di fermare tutto questo, dire che è
presto, consultare chissà chi, o fare tutti i passaggi di rito.
Per questo venerdì 3 luglio saremo a Campi Bisenzio, davanti alla GKN,
dove – con il Comitato dei Cassaintegrati – abbiamo organizzato una
serata di mobilitazione e protesta, perché siamo stanchi di subire e
vogliamo AGIRE ORA!!!!!
nemmeno la lista delle sfighe che rendono faticosa ed incerta la vita
di noi lavoratori/trici, precari o meno, genitori o figli, immigrati o
no, studenti ed insegnanti.
Siamo stanchi di sentire discorsi su come risolvere la situazione da
coloro, siano essi politici o imprenditori (ai quali va’ ridato senza
timore il loro vero nome: Padroni), che in questi anni si sono
appropriati della nostra vita in nome di un falso interesse comune, la
famosa competitività dell’azienda Italia, e dei nostri salari
attraverso un continuo indebitamento e i relativi salati interessi.
Troppi, davanti a questa realtà, hanno piegato la testa, abbindolati da
sindacati e sindacalisti più o meno complici delle scellerate scelte
padronali e governative, da forze politiche che promettono e poi
"magnano o danno da magnare agli amici". Troppi vivono con vergogna e
disperazione la cassaintegrazione, il licenziamento. Altri sfogano
verso irreali nemici la loro rabbia.
Quello che sta succedendo non riguarda la semplice sfera personale, il
proprio ambito familiare, la propria fabbrica. Una fabbrica che chiude
non riguarda unicamente i soggetti coinvolti, ma tutto il territorio
circostante, le scuole frequentate dai loro figli/e, i luoghi di
aggregazione del territorio. Impedire la chiusura di una fabbrica,
benchè luogo di sfruttamento, non può più riguardare unicamente chi ci
lavora. Un padrone che chiude, trasferisce altrove in nome del maggior
profitto, che vende i macchinari, che mette in cassaintegrazione i
lavoratori, non fa solo questo ma ferisce irrimediabilmente tutto il
tessuto sociale coinvolto.
Per questo non può rimanere come un problema solo di chi ci lavora,
così come chi ci lavora deve rompere la logica attendista degli
acrobati del sindacato, dei tavoli e delle pseudo trattative, degli
interventi delle istituzioni, rimandando a chissà quali tempi futuri
una rottura con l’attuale modo di portare avanti la lotta.
I mass media parlano di crisi ma chi non parla, chi non riversa sui
territori la propria realtà sono proprio coloro che la situazione se la
vivono. Noi vogliamo invece che ciò avvenga. Cominciare fin da ora a
fare di ogni fabbrica che chiude, di ogni situazione di
cassaintegrazione, di licenziamenti un problema che riguarda tutto il
territorio. Non ci deve essere luogo che non venga investito da questo
problema. Non ci deve essere soggetto che possa dire "io non sapevo".
Nessuno deve sentirsi solo, semplicemente compatito per la sua
situazione, dentro quella logica assistenzialista più vicina alla
carità cattolica che allo scontro di classe.
Le forme e i modi per farlo non conoscono ricette, siano essi
volantinaggi nei quartieri, davanti a fabbriche vicine, nelle scuole
della zona. Siano gruppi musicali o teatrali che si mettono a
disposizione, siano insegnanti e studenti che portino dentro la scuola
questa realtà. Non dobbiamo attendere i tempi della politica e del
sindacato. Non servirà cercare di fermare tutto questo, dire che è
presto, consultare chissà chi, o fare tutti i passaggi di rito.
Per questo venerdì 3 luglio saremo a Campi Bisenzio, davanti alla GKN,
dove – con il Comitato dei Cassaintegrati – abbiamo organizzato una
serata di mobilitazione e protesta, perché siamo stanchi di subire e
vogliamo AGIRE ORA!!!!!
Cantiere Sociale K100fuegos (Campi Bisenzio), CPA Firenze sud,
Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi studenteschi
fiorentini