Detenuti in rivolta a Perugia, Como, Firenze

onte repubblica

A Sollicciano carabinieri e polizia presidiano dall’esterno la struttura e sono pronti a intervenire
Il sindacato degli agenti penitenziari denunciano il "colpevole silenzio" dell’amministrazione

"Nelle carceri italiane situazione esplosiva"

ROMA – Lenzuola incendiate, inferriate battute,
slogan di protesta. Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando le
proteste dei detenuti rinchiusi nelle carceri italiane: lamentano il
sovraffollamento che, con l’ondata di afa, sta assumendo i contorni di
un’emergenza.

A Como i detenuti del "Bassone" per tre giorni
hanno battuto le sbarre con i loro oggetti personali. Chiedono più
spazio, essendo in 600 all’interno di celle che ne dovrebbero contenere
circa la metà. Stessi motivi all’origine della protesta di Ferragosto
ad Arezzo.

Ieri notte e questa mattina la scena si è ripetuta a Sollicciano, a Firenze:
i detenuti (950 in una struttura che ne dovrebbe contenere 400) hanno
gridato slogan per l’indulto e contro il sovraffollamento lanciando nei
corridoi lenzuola incendiate. "Convocheremo per domani la commissione
detenuti e parleremo con loro – ha annunciato il direttore Oreste
Cacurri – Al momento comunque la situazione è tollerabile. Non sono
stati fatti danni importanti, né qualcuno si è sentito male o si è
ferito". All’esterno del carcere sono state schierate pattuglie di
polizia e carabinieri, pronte a dare supporto agli agenti di polizia
penitenziaria, ma finora non c’è stato bisogno del loro intervento. Il
garante dei detenuti Franco Corleoni ha spiegato che, all’origine della
rivolta, vi sarebbe anche la distribuzione nei giorni scorsi di pane
ammuffito: "Da tempo raccolgo lamentele sulla qualità del vitto e anche
sulla quantità. D’altra parte osservo che in Toscana il cibo
distribuito nelle carceri ha un costo medio per detenuto di 1,53 euro a
pasto, una cifra che deve far riflettere".

A Perugia l’allarme è scattato per un incendio
all’interno di una cella, provocato da un detenuto che ha tentato di
dare fuoco al suo materasso. Gli altri carcerati sono stati trasferiti
nei passeggi, gli spazi utilizzati per l’ora d’aria, e dopo poco hanno
fatto ritorno nelle loro celle. Anche in questo caso la situazione è
critica: la popolazione è passata dai 243 detenuti del 2008 ai 485 di
oggi.

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Situazione analoga a quella di altri istituti italiani dove non
sono state inscenate eclatanti proteste, anche se la situazione resta
drammatica. Nel carcere di Poggioreale, ad esempio, si fronteggia il
caldo facendo i turni per bagnare le lenzuola e appenderle al soffitto.

Secondo il segretario generale della Uil Pa penitenziari, Eugenio
Sarno, le rivolte sarebbero fomentate da detenuti romeni e albanesi.
"La deriva violenta delle proteste è motivo di profonda
preoccupazione", anche perché "non può favorire il confronto".[…]