1-7 OTTOBRE: SETTIMANA DI MOBILITAZIONE CONTRO I CIE, IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI RECLUSI A GRADISCA
I CIE (ex CPT) sono stati introdotti nel 1998 dal centro sinistra con
la legge Turco-Napolitano, poi di volta in volta peggiorati dai governi
di centro destra con la legge Bossi-Fini.
L’attuale pacchetto
sicurezza inasprisce ulteriormente le misure contro i migranti,
introducendo il reato di clandestinità, portando il termine di
detenzione dentro i CIE a 2 a 6 mesi, complicando le procedure per
ottenere il permesso di soggiorno ed impedendo qualsiasi operazione
amministrativa se privi di documenti.
Nei CIE non c’è solo cibo
scadente o avariato, carenza di acqua, pessime condizioni igieniche,
assenza di cure mediche: i migranti sono continuamente umiliati e
pestati dalla polizia armata di scudi e manganelli. Le rivolte, le
evasioni (realizzate o tentate), i casi di autolesionismo, sono
specchio di questa situazione insostenibile.
Nel cie di Gradisca la
situazione si fa di giorno in giorno più insostenibile. Nonostante i
comunicati stampa della Connecting People (cooperativa che gestisce il
centro) in cui si vanta del proprio impeccabile operato, i reclusi
lamentano restrizioni (per più di quattro settimane sono stati
confinati nelle stanze a seguito delle proteste contro il prolungamento
dei tempi di detenzione), pestaggi da parte della polizia per mantenere
l’ordine all’interno del centro, difficoltà per ottenere cure mediche,
etc.
Pur costretti a vivere in condizioni disumane in quelli che
ipocritamente vengono ancora chiamati “centri di accoglienza” (dove ad
esempio i reclusi sono sorvegliati dall’esercito, ci sono reparti di
isolamento, i trasferimenti degli individui più determinati a non
sopportare umiliazioni e vessazioni sono all’ordine del giorno, vengono
somministrati psicofarmaci nel cibo), gli immigrati rinchiusi hanno
lottato e continuano a lottare per la libertà.
Sta a tutti noi
sostenere la loro lotta, dando forza alla loro voce che da tempo cerca
di rompere il muro di isolamento dietro cui si consuma il loro destino
di internati in attesa di espulsione.
Dopo l’ultimo brutale
pestaggio nel centro ad opera della polizia e dei militari lo scorso 21
settembre, è ancora più urgente non lasciali soli.
Per questo, è
indetta una settimana di mobilitazione con invio massiccio di
cartoline, lettere, fax, telefonate, ai responsabili della gestione del
CIE di Gradisca, tra cui la cooperativa Connecting People e al
responsabile dello stesso, per far sapere loro che non ci siamo
dimenticati di cosa succede dietro quelle mura, che la reclusione e
l’espulsione non sono risposte accettabili, che i confini non possono
essere una limitazione alla libertà delle persone di fuggire da guerre
e misera democraticamente esportate dall’occidente nel resto del mondo.
ROMPI IL SILENZIO! ESPRIMI IL TUO DISSENSO!
NO CIE – NESSUNA PERSONA E’ ILLEGALE
Possibili indirizzi
Ufficio stampa Connecting People
via Montebello 8
00185 Roma
stampa@cpeople.it
resp. Giorgio Libertini tel. 3929790464
CIE di Gradisca d’Isonzo
Responsabile Vittorio Isoldi
Ex caserma Ugo Polonio
Via Udine
34072 Grasisca d’Isonzo
Questura di Gorizia
Piazza Cavour 8
34170 Gorizia
Tel. 0481/595111 – Fax. 0481/595500
Email: urp.go@poliziadistato.it
Questore: Antonio Tozzi
Prefettura di Gorizia
Piazza della Vittoria 64
34170 Gorizia
Tel. 0481/5951 – Fax. 0481/595463
Email: prefettura.gorizia@interno.it
Prefetto: Maria Augurta Marrosu