Evasioni, rivolte, scioperi della fame
Sciopero della fame oggi al Cie di corso Brunelleschi a Torino.
Quasi tutti i reclusi hanno rifiutato la colazione questa mattina e
intendono proseguire almeno per tutta la giornata. Un recluso è in
sciopero addirittura da sei giorni. Nel frattempo, continuano gli atti
di autolesionismo e le denunce di condizioni di vita insopportabili,
minacce, maltrattamenti continui e pestaggi brutali da parte dei
militari. I reclusi sono molto determinati e consapevoli che in tutti
gli altri Cie la situazione è calda.
Ieri c’è stata una protesta molto forte al Cie di Crotone,
cominciata con grida e battitura delle sbarre. Quando è intervenuta la
polizia i reclusi hanno spaccato i mobili per difendersi. E quando la
polizia è riuscita a portarsi via due ragazzi, l’effetto è stato quello
di prolungare la protesta fino al loro rilascio. Alla fine, nonostante
fosse domenica, sono arrivati di corsa quelli dell’Ufficio Immigrazione
della Questura, con la promessa di fare il possibile per migliorare la
situazione e sbrigare le pratiche di chi può essere rilasciato.
A Brindisi, invece, otto reclusi se ne sono andati dal Centro. È la seconda fuga da quando,
questa estate, il Cie di Restinco è stato riaperto per “accogliere” i
reduci della sommossa di Milano. I prigionieri sono fuggiti alle cinque
del mattino, ma le guardie si sono rese conto della loro assenza solo
alle otto: auguriamo loro buon viaggio. Ora dentro al Centro sono
rimasti soltanto in quindici, ed otto di loro – come ricorderete – sono in sciopero della fame e della sete dalla settimana scorsa.
A Roma la situazione è più tranquilla, a parte
quattro rimpatri oggi all’alba e qualche scarcerazione in mattinata.
Alcuni consiglieri regionali stanno facendo una visita dentro le gabbie
e i detenuti hanno raccontato loro del pestaggio
contro l’aspirante evaso di tre giorni fa: vedremo cosa dichiareranno i
politici una volta usciti. Ieri sera le voci di alcuni reclusi sono
finite nei titoli di testa del Tg3, insieme all’annuncio dello sciopero
della fame… della settimana passata.
Una giornata contro la sorveglianza speciale
Giovedì 8 ottobre – dalle ore 11.00
in largo Saluzzo, San Salvario – Torino
Sorvegliateci i Maroni!
GIORNATA CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE
Per chi fosse interessato ad organizzare la giornata, ci sarà una
assemblea preparatoria alla sede di Radio Blackout in via Cecchi 21/A a
Torino, alle 19.00 di martedì 6 ottobre.
Scarica stampa e diffondi la locandina dell’iniziativa e “I pesci di Maroni“
Un sabato in giro per l’Italia
Un sabato ricco di iniziative, quello scorso, sul fronte della lotta
contro i Centri. Tante iniziative, contemporanee ma non coordinate,
provenienti da giri di compagni differenti: un segno che l’ostilità
verso la macchina delle espulsioni cresce e mette radici.
A Bari un presidio rumoroso fuori dalle mura del Centro, a Gradisca d’Isonzo una presenza solidale a poche ore dalle violente perquisizioni del primo pomeriggio, a Torino un gruppo di compagni in piazza ha fatto vedere ai passanti il video sul pestaggio di Gradisca.
A Firenze, dove di Centri non ce ne sono, trecento manifestanti hanno
protestato di fronte alla sede della Croce Rossa mentre nel tratto di
Arno sottostante una piccola barca esponeva lo striscione ”No Cie
liberi tutti”. Infine, abbiamo scoperto che il nove di settembre
delle scritte “contro la macchina delle espulsioni e i suoi tirapiedi”
sono apparse sul manto stradale di Zurigo, proprio nei dintorni della
sede della Croce Rossa le cui vetrine erano appena crollate al suolo.
Le qualità dei militari
«Uno giovanissimo – ha ventuno anni, vent’anni – ha tentato di
fuggire di qua. È un suo diritto. Invece l’hanno portato in isolamento,
e ora è tornato qua: non riesce a camminare, non riesce neanche a
parlare con la gente. Lo hanno picchiato. Lo hanno torturato,
veramente: con i piedi, con i bastoni, con tutto, con tutte le
“qualità” dei militari, dei poliziotti. Neanche i cani li picchiano
così. Gli hanno fatto questa cosa per darci come una lezione, una
lezione a tutti. Dopo che l’hanno preso l’hanno portato dentro e
l’hanno picchiato, in camera d’isolamento. Una camera d’isolamento per
torturare le persone, questa, non è una camera d’isolamento e basta.
Siamo qui dentro e ci sono dei mostri che girano intorno a noi. Abbiamo
paura di queste cose che fanno. Anche se vuoi parlare con uno di loro
gentilmente, non ti risponde o ti risponde «figlio di puttana»! Così,
maleducati, veramente. Una cosa schifosa veramente.»
Come ricorderete venerdì
sera tre reclusi avevano tentato di fuggire dalle gabbie di Ponte
Galeria. Uno c’era quasi riuscito, ma nel salto si è fratturato una
gamba ed ora probabilmente è all’ospedale: di lui non si sa nulla di
più. Un altro, invece, riacciuffato dalle guardie, è stato rinchiuso
per due giorni in isolamento. Già qualcuno lo aveva intravisto sabato e
si era reso conto che gli stavano riservando un trattamento poco delicato, ed ora che è stato riportato nelle gabbie tutti possono vedere come è stato ridotto.
Ecco il racconto di un suo compagno: http://www.autistici.org/macerie/?p=20683