Rosarno: è troppo tardi per chiedere scusa

Dopo
le tragiche giornate di Rosarno il bilancio è pesantissimo: decine di
feriti, almeno 5 arrestati e numerosi dispersi ancora nelle campagne. A
Rosarno gli africani non ci sono più, non ci sono più nemmeno i ruderi
diroccati, vergogne a cielo aperto dove per anni migliaia di lavoratori
hanno vissuto in condizioni disumane. Come se, insieme ai ruderi, le
ruspe potessero cancellare tempestivamente ogni traccia della loro
ingombrante presenza sul territorio. Come se si volessero cancellare
sangue e sudore di chi per anni ha sostenuto l’economia agricola della
Piana di Gioia; come se si volesse rimuovere il coraggio dei ragazzi
africani, gli unici ad aver dimostrato la forza di ribellarsi
all’arroganza e alle angherie dei clan mafiosi locali.
Gli africani non salveranno più Rosarno!
La
nostra presenza oggi davanti al CPA S. Anna di Isola Capo Rizzuto vuole
essere un gesto di solidarietà e vicinanza a quei migranti reclusi nel
campo di Crotone come in quello di Bari dove circa 1200 degli africani
di Rosarno sono stati confinati in seguito alla loro cacciata. È
assurdo che dopo anni di vessazioni, sfruttamento, riduzione in
schiavitù e indifferenza, queste persone oggi rischino di essere
espulse dal territorio e vengano ulteriormente criminalizzate. Siamo
stati troppo tolleranti, ha dichiarato il ministro leghista, ed è
vero! Lo sono stati nei confronti di chi da tempo lucra sulla pelle
degli indifesi a spregio dei più elementari diritti della persona. Le
pesanti condizioni di vita in cui versavano i migranti a  Rosarno erano
conosciute da tempo: dalle forze dell’ordine ai sindacati di categoria,
dai partiti politici alla società civile. Rosarno era una polveriera
pronta da tempo ad esplodere ma che nessuno ha concretamente provato a
disinnescare. Si è preferito fomentare l’odio sociale e la guerra tra
poveri, anziché raccogliere la sfida della ribellione  contro chi nel
nostro territorio detta le leggi a suon di Kalasnikov, forti delle
complicità istituzionali, sia esse locali che nazionali. I governi si
susseguono, le maggioranze si rovesciano e le porte continuano a
chiudersi in faccia a questa umanità dolente che ha provato ad alzare
la testa.
La mafia ringrazia!
12 Gennaio 2010

Rete antirazzista di Cosenza