Grecia – Resoconto del processo ai 2 sbirri assassini di Alexis

Resoconto dell’andamento del processo a
due poliziotti per l’omicidio di Alexis, il
giovane la cui brutale uccisione avvenuta il 6 dicembre 2008 ad Exarchia
aveva innescato mesi di rivolte e solidarietà da molte parti del mondo.


fonte: http://www.occupiedlondon.org/blog/

Da
farsa a tragedia e via di nuovo: pochi appunti sul processo in corso
agli assassini di Alexis
Il processo per Epaminondas Korkoneas e
Vassilis Saraliotis, i due sbirri assassini che uccisero Alexandros
Grigoropoulos, sta avendo luogo da metà febbraio nella remota cittadina
di Amfissa. ontano dal caos di Atene, l’avvocato degli sbirri (Kougias),
a quanto pare ampiamente appoggiato dalla corte, sta tentando un
vergognoso insabbiamento dell’omicidio di Alexis.

Innanzitutto
la decisione di tenere il processo così lontano da Atene, giustificata
da motivi di sicurezza, sta causando gravi impedimenti ai testimoni
oculari nel fornire dichiarazioni in tribunale: molti di loro,
trattandosi di amici minorenni di Alexis, sono praticamente
impossibilitati a spostarsi per più giorni da Atene.

E’ nel
frattempo emerso come  Anta Tsormpatzioudi, presunta “testimone oculare
chiave” nella difesa dei poliziotti, abbia volontariamente mentito in
tribunale fornendo false testimonianze. L’accettazione da parte della
corte della sua deposizione originale, ha portato alle dimissioni degli
avvocati della famiglia di Alexis in segno di protesta (il processo sta
continuando con nuovi avvocati).

La deposizione della signora 
Tsormpatzioudi è stata davvero centrale, in quanto utilizzata come
“testimonianza oculare” nella ricostruzione dell’omicidio. Tuttavia, un
ordinanza della corte di rendere pubbliche le conversazioni telefoniche
tra lei e un dirigente della stazione di polizia di Exarchia,  Dimos
Minoudis, ha rivelato come tra i due vi siano state (sebbene lo neghino)
diverse telefonate: la prima a tre ore dalla morte di Alexis e le
successive fino ai giorni della ricostruzione dell’omicidio in
tribunale.

Un amico di Alexis, adesso diciassettenne, che si
trovava al suo fianco quando venne ucciso, si è rifiutato di comparire
in tribunale dichiarando di essere sorvegliato dalla polizia e di temere
per la propria vita, aggiungendo che non ripone alcuna fiducia nello
svolgimento del processo. La corte ha disposto un’ordinanza per il
trasferimento forzato del giovane in tribunale; attualmente si sta
nascondendo.

Nel frattempo, la recente deposizione di un
poliziotto dell’antisommossa contraddice le versioni rilasciate da ogni
singolo altro suo collega, negando che vi fosse una rivolta in atto e
affermando che prima dell’omicidio la situazione era tranquilla.

Il
“processo” continua…