Il Maiale (con tutto il rispetto dovuto a questo nobile animale) Napoletano, del quale pubblichiamo il grugno nel caso qualcuno incontrandolo per strada volesse condirlo di sputi, ha deciso di riprendere le retate contro i migranti che già aveva tentato di attuare qualche anno fa.
L’essere immondo parla dei migranti, i parcheggiatori abusivi, i venditori di fazzoletti, come di elementi che creano “percezione d’insicurezza” mentre il povero demente dovrebbe sapere che –come “insegnano” tutti gli esperti di comunicazione- tale percezione è creata, spesso ad arte, da una riproposizione ossessiva, veicolata attraverso i media, di un assunto che può o meno avere attinenza con la realtà ma che informa sé stesso –autoavverandosi- nel momento in cui la liturgia diventa familiare all’orecchio di chi ascolta. Il migrante diventa elemento di percezione d’insicurezza (che commetta “reati” o meno poco importa, in questo caso l’abito fa il monaco) nel momento in cui le tv e i giornali ripetono ossessivamente la filastrocca immigrazione/delinquenza e utilizzano –nel trattare i fatti di cronaca legati ai migranti- un linguaggio allarmistico e veterorazzista (l’articolo del Tirreno che mi ha spinto a scrivere queste righe è paradigmatico). Nella società drogata di notizie la verità e quella ripetuta a mò di matra dai media e non importa che le cose stiano effettivamente come vengono presentate. Ma tant’è. Il Paria Napoletano in realtà sembra sapere bene tutto ciò ed utilizza ad arte un linguaggio misto di delirio securitario, allarmismo e razzismo velato…che abbia letto Chomsky o McLuhan? Personalmente dubito molto, probabilmente si sarà limitato a riproporre a pappagallo le indicazioni di qualche direttiva vigilesca…Lo schifoso essere in divisa in una città avvelenata dai vivai e da discariche ed inceneritori, strozzata dalla speculazione edilizia, individua come emergenza sociale gli ultimi, i derelitti, coloro che per vivere vendono accendini o ti chiedono un euro…il porco ci dice che “qualcuno” “potrebbe” aver paura…ebbene qualcuno “potrebbe aver paura” anche del poliziotto cocainomane che ti ferma in strada e che magari ti porta in questura e ti ammazza (capita, basti vedere i due omicidi avvenuti solo qualche settimana fa nella cella di sicurezza della questura di Firenze, eventi del quale pochi parlano)…aspettiamo che l’idiota annunci sui giornali che i vigili eseguiranno retate contro Carabinieri, questurini, militi e loro stessi.
Scherzi a parte per l’ennesima volta si vuol trovare uno specchietto per le allodole, un dito da mostrare dietro al quale nascondere la realtà dei fatti, una crisi che morde e che affama, figlia di un capitalismo (nella sua forma storicizzata) che nei suoi ultimi spasmi sta tentando ti trascinare nella fossa quante più persone possibili. Trovare sempre il capro espiatorio, questo l’imperativo. Per contro è innegabile di come chi abbocchi all’amo dell’immondo Napoletano non sia proprio migliore del suddetto…mi sono stancato di giustificare chi “non ancor cosciente” avalla certe scelte, chi, non preparato culturalmente cade nella trappola del potere, chi “ha troppi problemi per fermarsi a riflettere”, come mi sono stancato di sentir ripetere dai sinistroidi di ogni risma che nella società c’è una generale disinformazione e che si deve lavorare su questo, che “l’uomo della strada”, quello che difende gelosamente le catene che da solo si forgia, dev’essere accompagnato in un percorso che lo porti ad acquisire coscienza di sé e del mondo che lo circonda…amenità da prete e da parrocchia! Io non sono prete di nessuna religione, chi difende le proprie disgrazie come una benedizione può tranquillamente impiccarsi con la corda che egli stesso avrà tessuto in anni di lavoro abbrutente e rapporti personali distrutti dalla contingenza.
IO lotto per urgenza e necessità individuale, Con gli altri e non PER gli altri. Io non prometto niente se non la possibilità dell’inconoscibile, non ho orizzonti preconfezionati da offrire ai dopati di certezze…eppure una certezza anche questi reietti la dovrebbero avere, che questo ordine di cose li porterà all’annientamento; se poi lor signori ritengono questa prospettiva l’unica percorribile che facciano pure, ma che piangano e si lamentino in silenzio, LA MIA MUSICA È TROPPO SUBLIME PER ESSERE IMPASTATA CON LE STRIDULE NOTE DELLA LORO RASSEGNAZIONE. Se lo volete tenetevi Napoletano il vigile, esempio principe dello schifo che accettate.
A MORTE L’AUTORITÀ, A MORTE LA MASSA, VIVA L’INDIVIDUO!