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Qui di seguito volantino distributo nella città
LA LIBERTA’ NON SI MENDICA!
Nella prima mattinata di venerdì 8 agosto, poliziotti della Digos di Ferrara e Bologna hanno proceduto alla perquisizione delle abitazioni di cinque anarchici di Ferrara e uno di Bologna; perquisizione disposta dal sostituto procuratore del Tribunale di Ferrara Angela Scorza, che ha avviato un indagine per “manifestazione non autorizzata”, “stampa clandestina” e “vilipendio alle istituzioni” per aver parlato ad un megafono, portato uno striscione e distribuito qualche volantino (redatto anche in diverse lingue) durante lo svolgimento di una recente protesta contro il trattamento discriminatorio e punitivo a cui, da tempo, vengono sottoposti gli immigrati nella città di Ferrara.
Alcuni giorni prima, alcuni anarchici ferraresi erano stati convocati in Questura per essere ascoltati come “testimoni informati sui fatti” ma, una volta giunti, a 3 dei 4 compagni è stato comunicato che la loro posizione da testimoni era passata ad indagati.
La “manifestazione” a cui si fa riferimento è la protesta di mercoledì 9 luglio 2008, in occasione di un incontro pubblico nell’area verde dei grattacieli vicini alla stazione ferroviaria, in cui Sindaco, Questore, Assessore alla Sicurezza ed altre autorità locali facevano il punto della situazione su di un anno di politiche repressive nei confronti degli immigrati della zona, che è una delle più criminalizzate dell’intera Ferrara, dove i controlli e le identificazione sono continue (fino alla media di 100 al giorno!) e gli immigrati vengono catturati, espulsi ed il più delle volte spediti in un qualche ex CPT d’Italia – ora CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione – vere prigioni-lager per immigrati irregolari) – solamente per non avere in tasca i documenti giusti. Una zona dove la Polizia può spadroneggiare indisturbata, contando sul totale silenzio dei ferraresi.
Per aver detto questo ed aver fatto emergere la realtà quotidiana che gli immigrati sono costretti a subire; per aver cercato di infrangere il silenzio e la complicità che permettono agli uomini in divisa di terrorizzare indisturbati che magari è fuggito da una guerra o cerca soltanto un modo per sopravvivere alla povertà; per aver espresso solidarietà nei confronti di tutti gli immigrati, indipendentemente dal fatto che essi siano o meno clandestini… per tutto questo è stata aperta un’indagine con immancabile corollario di denunce (siamo venuti a conoscenza, tra l’altro, che a testimoniare contro i compagni, per aggravarne la posizione, sono stati anche alcuni giovani volontari che lavorano all’ufficio di mediazione culturale del Comune, presso i grattacieli).
Perquisizioni e denunce non fanno alimentare la nostra convinzione che la supposta tolleranza di cui si fregia il regime democratico è soltanto retorica; la realtà è che si è liberi di fare soltanto quello che ci è permesso fare, sia che si tratti di proteste (solo civili e autorizzate!) che della propria vita.
Si è liberi di essere sfruttati sul lavoro fino a morirci ma non di reclamare una vita degna di questo nome. Si è liberi di contestare l’ordine esistente ma solo a costo di denunce e multe da pagare con lo spauracchio della galera.
Vivere liberi non ha prezzo e quindi ci sentiamo in diritto di non chiedere il permesso a nessuno per viverla, la libertà; cosiccome ci ostiniamo a chiedere la libertà di tutti a prescindere da un pezzo di carta timbrato in questura.
ANARCHICI FERRARESI – NEMICI DI OGNI FRONTIERA