Il giorno 19 Luglio 2010 il PM Luigi Boccia, l’inquisitore al processo per i fatti dell’11 Ottobre 2009 si è dimesso dall’ incarico, a suo dire a causa di pressioni divenute ormai insostenibili.
A nostro vedere queste dimissioni rappresentano l’ammissione, da parte di Boccia, dell’insostenibilità di una montatura giudiziaria che più passa il tempo e più diventa grottesca, tra testimoni pilotati e non-prove utilizzate a mò di" pistola fumante" dal questore Manzo e dalla digos di Pistoia.
Evidentemente a fronte di un castello accusatorio "granitico" quanto le scuole costruite con la sabbia a L’Aquila, Boccia a deciso di smarcarsi tentando di salvare la faccia ed evitando di accollarsi tutte le responsabilità di un operazione repressiva che viola ogni dettame legale denunciando così -seppur indirettamente- l’operato del questore Manzo che con quest’operazione di memoria Sudamericana voleva presentarsi alla città come paladino della legalità e replicare a Pistoia l’esperienza di Lucca (dove precedentemente aveva prestato i suoi "servigi"), città consegnata con i polsi legati alle violenze dell’estrema destra che nel periodo del suo mandato ebbero una crescita esponenziale.
Questa vicenda ci insegna che la vigilanza nei confronti delle angherie del potere e dei fascisti dev’essere operata da tutti coloro che si riconoscono nei valori di quella straordinaria stagione che fu la resistenza che continua tutt’ora anche se in forme diverse.
In questi giorni in cui l’autoritrismo sta gonfiando sempre più il petto è necessario che tutti dimostrino il massimo di solidarietà agli antifascisti colpiti dalla repressione di regime, a Pistoia e ovunque.
Rete Antifascista Pistoiese.