Parma – Studente ghanese pestato e insultato dai vigili

fonte: parma.repubblica.it

"Picchiato e offeso dai vigili"
La procura apre un’inchiesta
La denuncia presentata ai carabinieri da uno studente ghanese.
Scambiato per un pusher, ammanettato e trasportato nella cella del
comando. "Sulla busta dei documenti che mi hanno riconsegnato c’è
scritto "Emmanuel negro". Indaga la procura di Parma, il Comune apre
un’inchiesta interna e anche l’ufficio antidiscriminazioni del
ministero delle Pari opportunità chiede chiarimenti

L’hanno fermato all’uscita da scuola, braccato, pestato: un piede
sopra alla testa, le manette e poi le botte, anche all’interno della
macchina di servizio. Sette agenti della polizia municipale di Parma –
questa la denuncia fatta in mattinata ai carabinieri del Comando locale
– hanno aggredito alle 18,25 di ieri al parco cittadino ex Eridania
Bonsu Emmanuel Foster, giovane studente ghanese di 22 anni –
riducendolo con un occhio nero, una gamba malmessa (il ragazzo zoppica)
e diverse lesioni, come testimonia il referto ospedaliero. Ancora una
volta, dunque, i vigili urbani di Parma – la città della carta dei "più
poteri ai sindaci e alla polizia municipale" finiscono nella bufera,
dopo l’episodio della prostituta abbandonata a terra nella cella di
sicurezza. Un nuovo grattacapo per l’assessore alla sicurezza
Costantino Monteverdi e il sindaco Pietro Vignali, che solo due
settimane fa ha presentato un pacchetto di sette ordinanze, ora allo
studio di Roma e Bologna. L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni
razziali (Una) del ministero delle Pari opportunità ha aperto
un’inchiesta per far luce sull’episodio. Poi, nel primo pomeriggio,
l’annuncio di un’inchiesta interna del Comune e un incontro tra
l’assessore Monteverdi e i dirigenti della polizia municipale.

Portato al comando della polizia municipale il giovane è stato fatto
spogliare, perquisito e sbattuto in cella. Il giovane racconta di
essere stato insultato: insulti razzisti. Gli è stato negato il
permesso di telefonare a casa: solo alle 23 è arrivato il padre dello
studente. Senza spiegazioni plausibile davanti a quell’occhio nero "mi
hanno detto che era caduto ed era stato fermato perché non voleva dare
le sue generalità" ha detto il padre, il giovane è stato rilasciato. E
la polizia ha consegnato alla famiglia Bonsu una busta del Comune di
Parma contenente i verbali con scritto sopra: "Emmanuel negro". Solo
oggi la famiglia ha sporto denuncia e chiede, insieme alla comunità
ghanese, scuse ufficiali e spiegazioni.

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L’aggressione
Come ogni giorno Emmanuel Bonsu Foster, 22 anni, ghanese regolare, è
andato a scuola intorno alle 18,15. Le sue lezioni all’Itis serale di
via Toscana, di fronte al parco ex Eridania, iniziano alle 18,45. Il
giovane è entrato in classe con anticipo, ha posato la cartella (in cui
c’erano i documenti d’identità) ed è sceso in strada a fare due passi
nel parco, aspettando l’inizio della lezione. Sono le 18,25. "Ho visto
due uomini che parlavano dietro di me al cellulare – racconta – e un
altro che si è avvicinato. Di colpo l’uomo da solo si è avvicinato
senza dire niente, senza identificarsi e mi ha preso le mani. Gli altri
due sono arrivati di corsa e mi hanno accerchiato. Ho preso paura, mi
sono liberato e sono scappato". Emmanuel, gracile, alto non più di un
metro e settanta e che dimostra meno anni di quel che ha, inizia la sua
fuga disperata. In poco tempo arrivano altri tre agenti. Solo uno,
secondo il ragazzo, da come è vestito "si capiva che era della
polizia". Emmanuel fugge per il parco ma viene rincorso e atterrato. A
pancia in giù sull’asfalto "mi hanno messo un piede sulla testa" e
"hanno cominciato a menarmi. Poi le manette. Uno mi ha colpito con un
pugno al volto". Nell’aggressione "gli agenti credo abbiano usato
manganelli o forse erano bottigliette d’acqua, non so". Il 22enne viene
fatto salire sulla macchina della polizia municipale. Con le manette ai
polsi "hanno continuato a colpirmi finché non ho smesso di dimenarmi" e
"mi davano del negro". Un "negro", Emmanuel, che fra pochi mesi andrà a
lavorare come volontario nella comunità di recupero di Betania per
tossicodipendenti, la stessa dove adesso è ospitato Matteo Cambi.

Sbattuto in cella
Senza chiare giustificazioni, a quanto riferisce il giovane, "mi hanno
detto che ero scappato e per questo mi hanno arrestato". Emmanuel viene
portato al comando di via del Taglio, lo stesso dove a metà agosto era
stata rinchiusa una prostituta la cui foto a fatto il giro del mondo.
Al comando lo fanno spogliare: "Mi hanno perquisito. Prima, al parco,
mi avevano svuotato le tasche e preso il cellulare, la tessera
dell’autobus, la tessera della biblioteca e qualche moneta". Emmanuel è
completamente nudo. "Mi facevano girare fuori e dentro, fuori e dentro
dalla cella. Avevo paura. Mi hanno obbligato a fare delle firme ma io
mi sono opposto più volte, volevo chiamare a casa". Poi alla fine
Emmanuel cede e firma il verbale.

L’accusa
Oltre alla resistenza a pubblico ufficiale e il reato di non aver
mostrato le proprie generalità Emmanuel viene messo sotto torchio.
Insieme a lui al parco è stato arrestato uno spacciatore. Emmanuel
racconta: "I vigili mi hanno accusato di una cosa che io non sapevo
cos’era, mi hanno messo davanti una cosa marrone come cioccolato, poi
mi hanno detto di dire la verità perché hanno trovato questa cosa.
C’era un’altra persona nella cella e la polizia mi ha detto che questo
ha confessato tutto e che mi conosceva. Però io questo non l’avevo mai
visto. Non so chi era".

L’arrivo del padre
Emmanuel chiede più volte di telefonare. "Mi è stato negato, ma sono
maggiorenne e ne avevo diritto. Mi dicevano "negro muoviti" e poi…poi
alle 22 hanno chiamato mio padre. Il papà di Emanuell, Alex Osei,
metalmeccanico, in Italia dal ’95, arriva al comando alle 23 insieme
alla moglie Paulina. "Mi hanno detto che mio figlio era stato fermato
perché era vicino ad uno spacciatore ma lui non ha voluto mostrare i
documenti. Così l’hanno inseguito, dato che era scappato, e caricato in
auto". Poi il padre, sotto choc appena vede il figlio, chiede agli
agenti del comando: "Ma perché è ridotto così?. La risposta della
municipale "è stata perché è caduto. Ma un occhio nero non te lo fai
cadendo. Così io ho chiesto a mio figlio se era stato pestato. Lui ha
detto solo sì". Il padre si infuria, chiede spiegazioni. "Ma quando ho
alzato la voce e pronunciato la parola abuso mi hanno fatto il gesto
con le mani di uscire. Mi hanno detto "Vai via". Ci hanno buttato fuori
tutti". All’uscita, intorno alle 23, 15, nelle mani del padre, viene
consegnata una busta con lo stemma del Comune di Parma: contiene i
verbali e sopra c’è scritto "Emmanuel negro".

All’ospedale
Al Pronto soccorso di Parma Emmanuel e la sua famiglia arrivano a
mezzanotte. Spiegano ai medici dell’aggressione: gli viene certificato
un’ ematoma, una ferita alla mano e il fatto che non abbia mai perso
coscienza. Medicato, con ghiaccio e pomate, il giovane viene
accompagnato a casa dal padre. Vengo avvertiti gli amici della comunità
ghanese.

L’epilogo
Questa mattina la famiglia Bonsu si è riunita a casa di amici. Hanno
raccolto tutto il materiale: la busta con scritto "negro", il verbale
della municipale, il referto ospedaliero. Poi si sono diretti verso la
caserma dei carabinieri, pronti a fare denuncia e "chiedere giustizia".

Il comunicato del Comune
Alle 11.14 l’ufficio stampa del Comune di Parma invia un comunicato
dove si congratula con gli agenti per l’arresto di un famoso pusher
nella zona ex Eridania. "L’assessore alla Sicurezza Costantino
Monteverdi ha ringraziato nella giornata di oggi gli agenti della
Polizia municipale che, dopo alcuni giorni di appostamenti, hanno
arrestato in flagranza di reato un pusher al parco Eridania: "E’ stata
un’operazione esemplare per professionalità, risultato e correttezza
visto che erano coinvolti anche alcuni minori. Era una segnalazione che
arrivava dai cittadini e per questo sono soddisfatto due volte, per
aver dato una risposta ad una richiesta reale che arrivava dai
frequentatori del parco e, secondo, perché la Polizia municipale ha
dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dei compiti
assegnati". Tralasciando però quello che viene denunciato da Emmanuel
Bonsu.

30 settembre 2008

foto e video sul sito di Repubblica