Solidarietà ai Compagni bresciani…

Esprimiamo massima solidarietà ai compagni bresciani,un possibile incendio di un mezzo sbirresco è niente in confronto alle aggressioni, ai pestaggi, agli arresti indiscriminati perpetrati dagli sbirri, cagnetti servizievoli di un potere altrettanto criminale che rinchiude i migranti nei lager, che tutela in ogni modo il capitale che uccide nelle fabbriche, che reprime le rivendicazioni sociali con divise e manganelli…Solidarietà a tutti i rivoluzionari, per l’Anarchia!

Anarchici Pistoiesi.

 

Solidarietà ai compagni arrestati a Brescia

Esprimiamo la massima solidarietà ai due compagni arrestati a Brescia
nella scorsa notte dopo un presunto incendio ad un’auto della polizia
municipale. Due compagni che da sempre hanno lottato in prima linea
contro il fascismo e il razzismo, due compagni che sempre appoggeremo
nelle loro lotte rivoluzionarie!!! Infami istituzioni di sbirri che
uccidono, torturano e reprimono impunemente, sono legalizzate a poter
scorrazzare per le città compiendo le peggiori vessazioni contro
immigrati, compagni, "diversi" e non allineati alla società del
consumo. Come sempre… se "innocenti" hanno la nostra solidarietà, se
"colpevoli" la nostra totale complicità!!!
ALBERTO E GIAMPIETRO LIBERI SUBITO!!!
FUOCO ALLE GALERE

Antifascisti/e veronesi

fonte il Giorno

L’azione compiuta da due anarchici subito arrestati
LE FIAMME SI SONO sprigionate nell’abitacolo dell’auto della polizia
provinciale, che è stato distrutto dal fuoco. Erano le 23.30.

2008-11-20
di ITALIA BRONTESI — MARCHENO —

LE FIAMME SI SONO sprigionate nell’abitacolo dell’auto della polizia
provinciale, che è stato distrutto dal fuoco. Erano le 23.30. Due
agenti avevano appena lasciato l’auto nel parcheggio della sede del
distaccamento a Marcheno ed erano entrati negli uffici per sbrigare le
ultime pratiche prima si staccare, per la fine del servizio a
mezzanotte quando hanno visto le fiamme e sono intervenuti. E con
altrettanta rapidità la Digos della Questura ha arrestato gli autori.

I DUE SCAVALCATA la recinzione del parcheggio della polizia
provinciale stavano risalendo su una Smart. «Siamo anarchici ribelli»
hanno dichiarato, Alberto Turrini, 32 anni, di Gardone Valtrompia,
operaio alla Beretta, la fabbrica d’armi e Gianpietro Moretti, 30 anni,
di Villa Carcina, anche lui operaio. In tasca avevano un paio di guanti
e il «Mephisto», il cappuccio che lascia scoperti solo gli occhi. Sono
in carcere, arrestati per incendio doloso. Sono entrati nel parcheggio
allo stesso modo in cui ne sono usciti per cadere nelle mani della
Digos, scavalcando la recinzione.

HANNO PRESO di mira una delle quattro auto in dotazione alla polizia
provinciale. Hanno spaccato un finestrino e gettato nell’abitacolo un
fumogeno che ha provocato l’incendio.
«L’abbiamo deciso chiacchierando al bar», avrebbero raccontato i due,
dopo la dichiarazione di rivendicazione politica. Le indagini
continuano dopo l’arresto dei due operai accusati di incendio doloso. I
due erano già «monitorati» dalla Digos. Ma non solo loro. Ad accendere
non da oggi l’attenzione degli investigatori della Digos e della
Procura di Brescia sulla Valtrompia sono stati gli attentati alla sede
della Lega nord di Marcheno il 23 luglio del 2007 e alla Cgil di
Gardone Valtrompia il 20 settembre dell’anno scorso, ma anche una serie
di altri episodi: bacheche rotte, volantini firmati da siglie
anarchiche. «Un attacco contro le istituzioni, certamente non contro la
polizia provinciale» ha detto il presidente della Provincia Alberto
Cavalli che ieri nel pomeriggio insieme all’assessore provinciale alla
sicurezza Guido Bonomelli ha portato la solidarietà dell’ente alla
polizia provinciale nella sede del Corpo a Brescia.

«UN ATTACCO – ha aggiunto Cavalli – espressione forse anche di una
situazione economica e finanziaria non facile. E sotto questo profilo
la Valtrompia per il sistema economico può essere interpretata come una
parte del tessuto sociale più debole». L’attacco dell’altra notte per
l’assessore Bonomelli «non scalfisce la serenità e l’impegno della
polizia provinciale».