È stato assolto "perché il fatto non sussiste" un medico in servizio
nel carcere della Dogaia, che era accusato di omicidio colposo in
relazione alla morte di un detenuto avvenuta il 22 gennaio di tre anni
fa. Il medico, difeso da Federico Bagattini e Vanessa Lascialfari, è
comparso ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Angela
Fedelino ed è stato processato col rito abbreviato.
I fatti che hanno dato origine al processo risalgono al 2006. Il 16
gennaio un detenuto di 45 anni, pratese, in carcere per rapina, fu
trovato agonizzante nella sua cella. In base alla ricostruzione fatta
dalla stessa polizia penitenziaria, l’uomo era salito su una sedia per
prendere qualcosa da un ripiano, aveva perso l’equilibrio e cadendo
aveva sbattuto la testa sul pavimento. Le sue condizioni erano apparse
subito molto gravi, ma solo alle 14 di quel giorno, quattro ore dopo
l’incidente, fu trasferito all’ospedale, dove fu ricoverato in Terapia
intensiva e morì il 22 gennaio.
Una consulenza medica della Procura ha concluso dicendo che il medico
del carcere avrebbe dovuto essere più sollecito nel disporre il
trasferimento in ospedale, ma che non c’è certezza sul fatto che il
detenuto poteva essere salvato. Sulla base di queste risultanze il
pubblico ministero Sergio Affronte ha chiesto la condanna, ma il
giudice ha valutato che non ci fossero elementi sufficienti. La madre
del detenuto si era costituita parte civile perché convinta che il
medico avesse le sue responsabilità, e ovviamente non è stata
soddisfatta dal verdetto.
Prato – Detenuto morì dopo “caduta”, assolto il medico che lo curò
onte: Il Tirreno, 18 gennaio 2009