BLITZ A TORRE MAURA OCCUPATA
La sera di giovedì 26 marzo 2009 verso le 21,15, una quindicina di carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di Torre Maura Occupata, in Via delle Averle, forzando il cancello d’entrata. Pompando muscoli e sfoggiando manganelli si sono intrusi urlando e sfondando porte, senza mandato né spiegazioni sui motivi dell’operazione in corso.
Una volta assicuratisi del numero di persone in quel momento in casa, con toni tra il minaccioso e il formale hanno estorto documenti e infine esplicitato il motivo della loro visita serale procedendo, con il supporto di due tecnici dell’ACEA, al distacco dell’elettricità. I tre compagni e le due compagne presenti sono poi stati portati via a sirene spiegate, in un’esibizione di slalom a tutta velocità in mezzo al traffico romano, verso destinazione ignota fino all’arrivo alla caserma dei carabinieri di Trastevere.
In caserma hanno sottoposto tutti a perquisizione, senza permettere la presenza di avvocati. L’operazione si è conclusa intorno alle 23,30 con il rilascio delle persone denunciate a piede libero per “furto di energia elettrica”.
Ciò che è accaduto a Torre Maura, spazio anarchico occupato da 17 anni, così come ad altre realtà sia collettive, come i campi rom, sia nuclei familiari più ristretti, riflette quel processo di riqualificazione in atto già da tempo, che vuole riportare a forza dentro la legalità e sotto controllo ogni situazione marginale finora non del tutto omologata.
Si ricorre al pretesto del reato comune per colpire realtà socialmente e politicamente scomode e ostacolarne le possibilità di sopravvivenza, mascherando da semplice “intervento tecnico” quelle che sono vere e proprie operazioni di polizia il cui fine ultimo è reprimere tutto ciò che è fuori dalla norma. L’inasprimento delle misure repressive non farà desistere,
agilmente e senza resistenza, né questa, né altre esperienze di autogestione, dall’intento di autodeterminare le proprie vite e di difendere i propri spazi.
Roma 28/3/09