Londra – Nuove sul morto al G20, non è un infarto.

G20 DI LONDRA
«Non è stato un infarto». L’autopsia sconfessa Scotland Yard
Jan Tomlinson è morto per emorragia addominale. Per la difesa è la
conferma che è stato ucciso dalla polizia
Paolo Gerbaudo
LONDRA
«Prima ci hanno detto che non c’era stato nessun contatto con la
polizia. Poi ci hanno detto che era morto per infarto. Adesso sappiamo
che è stato violentemente assalito da un agente ed è morto per
emorragia interna. Speriamo che un giorno sia finalmente possibile
ricostruire tutta la verità sulla morte di Ian».
La dichiarazione indignata della famiglia di Tomlinson riflette
l’incredulità e la rabbia di fronte alle bugie della polizia inglese,
dopo che il risultato della seconda autopsia ha gettato nuovo fango
sul blasone di Scotland Yard. Ian Tomlinson, il giornalaio della City,
deceduto durante le proteste contro il G20, nella sera del primo
aprile, è morto per «emorragia addominale» e non per cause naturali,
come sostenuto in un primo momento. Così per l’agente responsabile
della morte – che ieri è stato finalmente interrogato sulla vicenda,
ma di cui ancora non si conoscono le generalità – si fa sempre più
probabile l’accusa di omicidio preterintenzionale. Un reato per cui in
Inghilterra il massimo della pena è l’ergastolo.
I risultati del secondo esame post-mortem sono stati resi noti ad
oltre una settimana di distanza dalla nuova autopsia, a conferma
dell’imbarazzo che il caso sta creando alle forze dell’ordine
d’oltremanica. Nonostante il linguaggio anodino, dal documento
traspare un ribaltamento completo dei risultati del primo esame. Per
il dottor Nat Cary, incaricato della nuova verifica, nonostante il
cadavere di Ian Tomlinson mostri un indurimento delle arterie, il
decesso non è dovuto ad infarto ma ad «emorragia addominale», la cui
causa – si affretta a chiarire il comunicato – «non è ancora
accertata». Il documento svela pure come già nella prima autopsia –
condotta dal dottor Freddy Patel – fosse stata ravvisata «una
sostanziale presenza di sangue nella cavità addominale». Perché la
tesi dell’infarto allora? Un semplice errore o qualcosa di più?
Così in molti adesso si chiedono se la prima autopsia non sia stata
manipolata dalla polizia. Ad alimentare i sospetti è la scelta come
responsabile di un esame tanto delicato, di Freddy Patel, un dottore
che in passato era già finito sotto inchiesta. Nel 1999 Patel fu
multato dall’ordine dei medici dopo aver fatto trapelare dettagli
privati su Roger Sylvester, un trentenne nero, morto in circostanze
dubbie dopo essere stato fermato dalla polizia. Nel 2002 invece il
dottor Patel dichiarò come morte per cause naturali, quella di Sally
White una ragazza di 38 anni, rinvenuta dalla polizia nella camera da
letto del maniaco Anthony Hardy, che successivamente uccise altre due
ragazze. Una storia professionale discutibile che sembra ora destinata
a macchiarsi di nuovo.
Il risultato della seconda autopsia giunge a due settimana dal
decesso, dopo giorni durante i quali la versione sostenuta dalla
polizia è già stata contraddetta da filmati che mostravano Tomlinson
venire manganellato e cadere violentemente a terra dopo uno spintone
alle spalle. Negli ultimi giorni su Internet sono comparsi nuovi
filmati che forniscono ulteriori dettagli sulla morte di Tomlinson e
illustrano altri casi di violenza della polizia contro i manifestanti
durante le proteste attorno alla Banca d’Inghilterra. Mentre lo
scandalo sulla brutalità della polizia contro i manifestanti del G20
viene alimentato ogni giorno da nuove rivelazioni, nessuna conseguenza
ha toccato fino ad ora i vertici delle forze dell’ordine che hanno
coordinato la repressione delle proteste.