Si fotta lo stato e la sua retorica!
Ogni giorno tanti lavoratori perdono la vita e gettano nel dramma intere famiglie, sogni si spezzano e si congelano in quell’istante in cui un’esistenza fugge via, magari dopo ore di straordinario che il bilancio familiare esigeva ma che il corpo non poteva sopportare…ma questi sono morti del capitale, ingranaggi sostituibili nella grande macchina del profitto, che in occidente uccide nelle fabbriche e nei cantieri, in medio oriente (come in Africa o in Sud America) utilizza come armi contro le popolazioni autoctone i vari Di Lisio, ufficialmente li per portare la pace (armata), in realtà catapultati in quegli scenari per contribuire ad asservire interi paesi ai bisogni di quelli "sviluppati".
No, noi non piangiamo un assassino che muore, porti la divisa dell’esercito, dei Carabinieri o quella anonima di mercenario (contractor per usare un altro termine trendy); noi non siamo e mai saremo dalla parte di chi opprime in nome di una bandiera o di fantomatici “valori” da esportare (leggi profitto)…non abbiamo paura a dire che non ce ne frega niente dei vari Di Lisio…dispiace per la sua famiglia, ma niente di più…Ci fa invece imbestialire che qualcuno debba spaccarsi la schiena in fabbrica o in un cantiere per tirare a campare, mentre la crisi –che è crisi del sistema neoliberista- morde alle gambe e i politicanti di ogni colore si sforzano di aiutare solo banche ed imprese, che poi non fanno altro che scaricare sui lavoratori gli oneri del “risanamento”.
Le aziende chiudono in Italia per riaprire in paesi dove il costo del lavoro e le tutele per i lavoratori sono minori, aumentando così i propri profitti a scapito di chi il lavoro lo perde ed esportando schiavitù, questa si. In pochi mesi la cassa integrazione straordinaria è aumentata di più del 300%, i posti di lavoro vanno in fumo, aumentano gli sfratti…e dovremmo star qui a piangere per un soldatino? Momenti eccezionali richiedono sforzi e soluzioni eccezionali: in Argentina l’autogestione operaia è una realtà, come in Germania (anche se i “liberi” media italici non ne parlano), mentre in Francia i lavoratori sequestrano manager e minano fabbriche.
In Italia siamo ancora agli albori della lotta, anestetizzati da un sindacato assistenzialista e colluso con il capitale, ma qualcosa si sta muovendo anche qui. A settembre la crisi si farà ancora più netta ed evidente, la tensione sociale salirà ancora e gli apparati dello stato non si faranno certo scrupoli a reprimere ogni forma di dissenso più o meno organizzata.
A fronte di ciò dobbiamo prepararci, e alla svelta, alle sfide che dovremo affrontare.
Per i piccoli uomini in divisa addetti alla lettura di questo blog: Ma non vi vergognate? MERDE!
..è davvero triste che per certa gente questi mercenari siano degli eroi..qualsiasi parola in piu sarebbe di troppo.
Stretta di mano all’ autore del post…..
MA QUALI “EROI” E MORTI DI NASSIRYA!
AD OGNI OPERAIO AMMAZZATO SUL LAVORO DEDICHIAMO UNA VIA! (A)