Il monumento ai caduti di Nassirya in
corso IV Novembre a Torino e’ stato pesantemente danneggiato. Un’azione
analoga alle numerose scritte che nella notte sono state fatte in
edifici pubblici, monumenti e chiese del centro citta’ contro la
decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha stabilito
che il carabiniere Mario Placanica al G8 di Genova agi’ per legittima
difesa.
In particolare
sono state tagliate e portate via le teste di 4 delle sagome che
formano il monumento mentre altre 3 sono state danneggiate. Inoltre
sulla teca in plexiglass che riporta i nomi dei caduti sono state
tracciate scritte come ‘Carlo vive’, ‘CC assassini’ e ‘Acab’.
Sull’episodio
sono in corso le indagini della Digos che per identificare i
responsabili sta anche analizzando i filmati delle aree in cui questa
notte sono state fatte le scritte, in particolare i muri esterni del
Municipio, del Duomo e alcuni monumenti come quello al carabiniere.
La strage di Nassirya rivelò ai sudditi dello stato che occupa -non si sa bene a quale titolo- la penisola italiana un fatto sorprendentemente poco noto. Il fatto che in guerra si muore.
Nella gestione mediatica dell’aggressione yankee all’Iraq, condotta nella granitica certezza di una vittoria rapida e “senza fare prigionieri”, prodromo di una serie di vittorie altrettanto folgoranti che avrebbero liberato il mondo dal Male, un simile fatto non era previsto. A morire dovevano essere solo i Cattivi, per postulato incompetenti e male armati.
Di qui l’onda di pubblico lutto dietro la processione di morti ammazzati. “Hanno riportato a casa le loro spoglie nelle bandiere, legate strette perché sembrassero intere”, scriveva Fabrizio de André in tempi in cui il ricordo di altre stragi altrettanto inutili non era ancora svanito nel cicaleccio pornocratico che una gang di obesi in cravatta ha anche il coraggio di chiamare “libera informazione”.
Sono passati sei anni e gli yankee non sono ancora riusciti a rendere il paese da loro aggredito abbastanza sicuro perché si possa uscir di casa e andare a far la spesa. Di Nassirya, in questi sei anni, ce n’è stata praticamente una alla settimana, in mezzo all’indifferenza generale. Perfino di là dall’Atlantico hanno ammainato la bandiera tronfia della sicumera. Dicono invece che il Primo Ministro dello stato che occupa la penisola italiana si affanni ancora a statuire compito delle “forze dell’ordine” la lotta contro le “forze del male”, dimostrando come esecutivo, gendarmi e mass media siano legati da un’autoreferenzialità lobbystica impermeabile al principio di realtà.
Anarchicipistoiesi.noblogs.org viene puntualmente spulciato dalla disperante umanità che impesta i sottoscala del gazzettismo fiorentino, ghibertiano o cittadellesco che sia. Colgo l’occasione per far giungere a quei non lavoratori, una volta di più, i sensi della mia più assoluta disistima.